Siamo stati invitati da CoEur a fare un po’ di trekking vicino a casa, quindi in alto Piemonte, ci siamo appassionati e ora vi spieghiamo perché!
“CoEUR – Nel Cuore dei Cammini d’Europa” è un nobile e ambizioso progetto europeo che ha lo scopo di portare a nuova luce i sentieri, principalmente devozionali, di collegamento tra santuari e luoghi patrimonio dell’UNESCO dell’Italia nord occidentale e della vicina Svizzera.
Questi percorsi vanno, oggi, visti come grandi opportunità escursionistiche, occasione di riscoperta del passato, possibilità di ripercorrere vie montane che si sviluppano in paesaggi intatti dal punto di vista naturalistico e che conservano un insito interesse storico.
Ho potuto fare un trekking facile organizzato da Biella Turismo e Socializers, che contribuisce alla promozione del progetto, e in compagnia dei ragazzi di Italia Blog Tour e Viaggia e Scopri.
Camminando, osservando, chiacchierando e ascoltando ho vissuto il senso di tali percorsi, ho sentito il mood primo del trekking di gruppo e ho apprezzato i luoghi, amato – in un certo senso – la beltà che gli occhi vedono e il benessere che il corpo percepisce dalla natura nella quale si è immersi, al suo stesso ritmo, per ore.
Nel dettaglio il nostro percorso è partito dal Santuario di San Giovanni d’Andorno (BI), a me totalmente sconosciuto, e si è concluso al più famoso Santuario di Oropa (BI), luogo di molti pellegrinaggi, passando dalla Valle Cervo alla Valle Oropa attaverso il Tracciolino (l’antico sentiero) e superando senza difficoltà il Monte Cucco a più di mille metri di altitudine.
Questa tratta non ha grandi dislivelli, dunque è adatta a tutti!
La fortuna di avere Maurizio come guida mi ha permesso di soddisfare la sete di curiosità sul biellese e di carpire nozioni e informazioni storiche e culturali relative ai luoghi visitati o di passaggio.
Sapevate che in Italia non ci sono Santuari dedicati a San Giovanni se non questo?
E’ un’esclusiva delle montagne del biellese e vale la pena approfondire un pochino: ha origini tardo medievali, ospita la statua lignea del santo posizionata in una grotta e si narra che, quando nei secoli passati veniva portata agli alpeggi, la statua tornasse sempre da sola alla grotta.
Superstizione o fede? Anche questi dubbi vengono smossi dalle credenze tramandate per tradizione orale, ma certamente anche questo è parte del patrimonio locale.
Questo santuario, inizialmente concepito come sacromonte ma mai completato, è collegato alla vallata sottostante da una mulattiera lungo la quale si sviluppa un inizio del tipico percorso a cappelle, qui mai portato a termine.
Non avevo mai pensato che le fontane potessero avere un nome popolare tanto differente da quello comune, eppure quando ci trovavamo nel primo cortile, esattamente di fronte alla fontana centrale e i biellesi che erano con me l’hanno appellata “Burnèl”! Immaginate il mio stupore: qual è l’assonanza con “fontana”?!
Posti come questi ti liberano dal superfluo isolandolo a una quota più bassa e stimolano vivacità mentale. Quando si dice rifugiarsi in montagna per trovare nuovo equilibrio, per prepararsi a un esame, per rilassarsi e staccare dalla quotidianità, credo si intenda invitare la gente in posti come questo.
Da qui inizia la salita a piedi, inizialmente lungo la strada asfaltata, verso il sentiero detto “il Tracciolino” che, attraverso i boschi porta a Oropa (potete avanzare con l’auto per qualche tornante ed evitare l’asfalto).
Il Tracciolino è un sentiero del CAI, lo trovate sulle mappe dell’Ente del Turismo di Biella oppure sui cartelli posizionati a inizio cammino dal nome GTA.
A tratti i segnali rosso-bianchi si perdono, ma non si può sbagliare: una volta imboccato il sentiero mantenetelo e arriverete dritti a destinazione.
Cosa si incontra lungo il percorso? Cave di pietra in lontananza, la vista sulle fabbriche tessili del presente e del passato della valle, ruscelli e piccole cascate, mirtilli a volontà, baite in pietra abbandonate per le quali è facile immaginare una vita precedente, fiori e piante di ogni specie, pascoli tintinnanti.
La lunga via (sono 18 Km per i quali non è necessario allenamento specifico – davvero!) sbuca nella Riserva Naturale Speciale della Valle Oropa e da lì al Santuario la distanza è breve.
Il complesso del Santuario di Oropa è enorme ed è molto interessante:
– è stato ampliato per volontà dei Savoia, con lo scopo di ospitare quanti più pellegrini possibili;
– molti personaggi illustri dello sport hanno donato la loro divisa in segno di pegno o ringraziamento per un successo avuto;
– la chiesetta più antica si trova nel secondo cortile, accedendo dal grande ingresso principale, quello con il “Burnèl” (ricordate… la fontana?!), quello che in passato era il cortile principale prima della modernizzazione delle strutture e dello sviluppo turistico;
– su questa prima corte si affaccia dall’alto la basilica più nuova e imponente, ma meno sfruttata e meno affascinante della prima che, invece, ospita la cappella originaria e la Madonna Nera adorata anche da Papa Giovanni Paolo II.
E ora vorrei camminare di nuovo!
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