Conosciuta dagli amanti dei motori per gli pneumatici e le candele NGK, Yokohama è da molti considerata un sobborgo di Tokyo.
La stretta vicinanza e la fitta rete di trasporti che la collegano con la capitale possono effettivamente trarre in inganno: Yokohama, capitale della prefettura di Kanagawa, non solo è la città più popolata del Giappone (scorporando Tokyo e area metropolitana, ovviamente), ma possiede anche il porto più importante e la Chinatown più grande del mondo.
Ma andiamo per gradi.
Arrivare a Yokohama da Tokyo
L’ultimo giorno del nostro secondo viaggio in Giappone lo dedichiamo a visitare questa città nella città: la mattinata non è delle migliori sotto una fastidiosa pioggerellina autunnale e con i bagagli al seguito (il treno diretto Narita Express ci porterà la sera in aeroporto in 90 minuti)
Il treno da Shinjuku, via Shibuya, impiega mezz’ora per giungere alla stazione di Yokohama e subito c’è il problema di depositare i bagagli. I coin locker della stazione sono tutti pieni (è domenica, e i numerosi turisti non si fanno scrupoli a riempire gli scomparti più grandi anche solo con qualche borsa della spesa), ma abbiamo la dritta giusta: alla stazione successiva di Sakuragicho c’è l’ufficio del turismo con un deposito bagagli a soli 500¥.
La chinatown più grande al Mondo
Alleggeriti da questo fardello (e dopo aver perso un’ora), saliamo sul primo treno diretto a Ishikawacho per un pranzo a Chinatown.
Appena varcata la porta sud del quartiere, un tripudio di colori, profumi e folla ci catapulta nelle strade di Pechino.
Muoversi tra la gente è arduo, soprattutto lungo la bellissima Chukagai, la via principale, in cui è rappresentata l’architettura di tutto il mondo: magazzini cinesi sorgono accanto a ville rinascimentali in stile neoclassico e ad antiche case padronali giapponesi.
L’architettura rispecchia la storia della città, un tranquillo villaggio di pescatori che a metà del 1800, grazie alla costruzione del porto mercantile, si aprì al commercio mondiale… ma noi abbiamo fame e ci buttiamo in uno dei tantissimi ristoranti cinesi!
Rifocillati da un bel piattone di fried noodle, proseguiamo la nostra passeggiata lungo le viuzze di Chuzan rd e Ichiba-Dori fino a raggiungere il Kantei Byo, tempio dedicato a Kanwu il dio degli affari, ovviamente!
Food festival, October fest e bancarelle a Yokohama
Il cielo si apre e spunta un timido sole, ideale per una tranquilla passeggiata sul lungomare del parco Yamashita-Koen.
Anche qui una marea di gente, nonostante la pioggerellina appena cessata, affolla i prati pieni di bancarelle e food truck: è in corso una delle numerose feste gastronomiche con cucine di tutto il mondo. Un peccato aver già lo stomaco pieno!
La passerella sopraelevata offre un bel panorama sul nuovo porto e sulle Red Brick Warehouse, gli antichi magazzini in mattoni rossi, oggi divenuti un centro commerciale pieno di negozi di artigianato e di… altre bancarelle?!
Eh sì, siamo agli sgoccioli dell’Oktoberfest di Yokohama che ogni anno richiama milioni di giapponesi e turisti stranieri amanti della birra in questa storica cornice.
L’ingresso è a pagamento (1000¥ con 1 consumazione inclusa): non solo Kirin, la birra di Yokohama, Yebisu (Tokyo) o Sapporo, ma anche moltissime Brauhaus tedesche e belghe.
I punti panoramici di Yokohama
Si avvicina il tramonto e anche, ahinoi, l’orario di partenza e ci spostiamo a Minato Mirai 21 (“Porto del Futuro”), costruito negli anni ’90 su una serie di isole artificiali e dominato dalla Landscape Tower, un grattacielo in stile Gotham City sulla cui terrazza del 64° piano (ingresso 1000¥) si domina tutta la città!
Per i più romantici, un panorama simile si può ammirare al tramonto anche dalla Clock Wheel (800¥, 30 minuti) la ruota panoramica con l’orologio digitale da Guinness dei Primati.
Purtroppo la lunga coda (1 ora) ci farebbe perdere il treno per l’aeroporto e ci accontentiamo di un tramonto sul lungo mare.
Anche stavolta, come l’anno scorso ad Odaiba, il Giappone ci saluta con uno dei tramonti più belli mai visti: il cielo si colora prima di rosa e poi di viola.
Qualche foto di rito, poi un momento solo per noi: un bacio, una lacrima e un arrivederci Giappone.