Digitale, termine entrato sempre più di frequente nel nostro glossario: indipendentemente dal ceto sociale o dal livello culturale, questa parola ha definitivamente cambiato il mondo. Sta influenzando la concezione di lavoro, di intrattenimento, di relazione fra persone e addirittura di viaggio.
L’era dell’informazione, cominciata nel 1971, si è poi trasformata in una vera e propria rivoluzione digitale. Parliamo del passaggio dalla tecnologia meccanica a quella digitale, grazie alla proliferazione di dispositivi elettronici digitali, appunto.
In questo particolare periodo storico non è solo possibile comunicare “gratuitamente” grazie ad applicazioni per smartphone e computer quali Whatsapp, Viber, Skype e Messenger, ma è possibile trovare lavoro come freelancer in svariati campi. Web developer, copywriter… e quindi poter usufruire di un lavoro da “remoto”, altro termine molto in uso, che significa letteralmente fornire servizi anche se si è lontani fisicamente.
La rivoluzione digitale ha influenzato anche il mondo dell’intrattenimento.
Con abbonamenti a piattaforme come Sky o Netflix è possibile avere una videoteca sempre ricca e disponibile 24/24 comodamente sul proprio dispositivo.
Tutto ciò era preventivabile, direbbe Marshall McLuhan, ma, forse, ciò che il filosofo-sociologo canadese non si aspettava è che questa rivoluzione digitale avrebbe influenzato così profondamente anche il concetto di viaggio.
Workaway, TravelTech e le chatbot
Ricordate le agenzie di viaggio?
In Italia, in seguito soprattutto alla crisi che ha colpito la nostra nazione, si sono dimezzate negli ultimi quattro anni, passando da oltre oltre 12,000 a meno di 8,000. Un dato che però non deve allarmare, ecco il perchè.
La digitalizzazione sfrenata ha creato opportunità per tante altre figure che lavorano all’interno dell’organizzazione di viaggi. Non è raro ora sentire il termine “travel blogger”, travel advisor, o ancora tour virtuale: sono infatti queste tutte derive della nuova rivoluzione digitale, che non sembra arrestarsi.
L’individualismo porta l’uomo moderno a decidere e scegliere in completa autonomia. Ha inoltre creato delle dinamiche inaspettate e dei modi di viaggiare alternativi.
Cos’è Workaway e come funziona?
Potremmo ad esempio citare Workaway.
Si tratta di una piattaforma molto interessante che sta da poco proliferando anche in Italia.
La sua proposta è di viaggiare quasi gratuitamente e di portare a casa, oltre a foto, esperienze e amicizie, anche un bagaglio culturale e di formazione non indifferente.
Offre, in effetti, la possibilità di alloggiare e lavorare presso strutture che hanno bisogno di qualsiasi tipo di servizio, in cambio di vitto e alloggio. E‘ possibile, quindi “fare Workaway” in un ostello occupandosi della reception per poche ore al giorno, in cambio di una sistemazione e molto spesso anche della colazione.
Inutile dire che tutto si svolge prima in maniera digitale: si crea il proprio account e si cercano le varie offerte di lavoro in giro per il mondo.
Tale piattaforma è molto usata in Sud America e nel Nord Europa, ma non sono poche le realtà italiane che stanno continuamente offrendo possibilità di esperienza sul nostro territorio.
Imparare a fare il miele in Puglia garantendosi vitto e alloggio, oppure “gestire” i social media di un ostello o di un albergo che ha appena iniziato la propria attività.
Altra realtà sempre più in voga sono le chatbot, piccoli programmi che permettono di avere una guida virtuale in grado di accompagnare il viaggiatore in tutti i suoi spostamenti e scelte.
Oppure ancora molte sono le realtà anche sul nostro territorio che stanno mettendo a servizio dei viaggiatori dei tour virtuali. Questo è il caso di Siracusa, in cui il turista, tramite l’attivazione di un QR-code, può godersi un viaggio tridimensionale attraverso i beni archeologici della città siciliana.