Cahuachi, un museo archeologico a cielo aperto

Nazca non é una meta solo per sorvolare le famose linee e ripartire. Se volete approfondire la vostra conoscenza sulle civiltà precolombiane, tappa obbligata è il museo Antonini che conserva numerosi reperti della civiltà Nazca.

Fuori città, invece, sono molti i siti archeologici ancora da scoprire.

La maggior parte dei tour organizzati vi porterá (per una cifra dai 15 ai 35USD) alla Necropoli di Chauchilla, a 30km dalla città. Qui, solo pochi decenni fa, sono stati rinvenuti numerose tombe e resti umani mummificati, ancora molto ben conservati e con tanto di vestiti, quasi certamente vittime di sacrifici umani.

Gli antichi acquedotti precolombiani che fornivano acqua alle popolazioni della verdeggiante valle di Nazca, sono anch’essi visitabili e tutt’ora utilizzati dagli agricoltori per irrigare i campi.

Dietro suggerimento di Angela, proprietaria del nostro hotel, scegliamo invece di partire alla volta dell’antico complesso cerimoniale di Cahuachi in un tour davvero privato!

Insieme a Jorge, la nostra giovane e preparatissima guida, raggiungiamo dopo 40 minuti di sterrato nel deserto, i resti del maestoso tempio di Cahuachi.
Tutte le linee di Nazca hanno origine da qui, il luogo in cui i sacerdoti studiavano le stelle per tracciare le figure nel deserto.
Pare che le linee di Nazca, in realtá, non furono costruite solo dalle popolazioni della valle, bensì in collaborazione con i Paracas, in un periodo variabile tra il 300 e il 500dC circa.

Cosa determinò la scomparsa di entrambe le popolazioni non si sa: una forte siccità? Un terremoto che interruppe gli acquedotti prosciugandoli? O, paradossalmente, una disastrosa alluvione?
Gli studiosi concordano che qualunque fosse stata la catastrofe, dopo di essa scoppiarono sanguinose guerre per l’acqua, che portarono all’estinzione delle popolazioni Nazca, Paracas e Ica.

Nemmeno gli studi di Maria Reiche, l’archeologa che dedicò tutta la sua vita alla scoperta del mistero delle linee, hanno fatto luce su questi enigmi.

Fatto sta che il tempio di Cahuachi fu anch’esso scoperto per caso dall’archeologo Italiano Giuseppe Orefici, non più di 30 anni fa, in un area giá conosciuta dagli abitanti della cittá per la grande disponibilitá di resistenti mattoni dalle proprietá antisismiche che affioravano dalla sabbia.

L’area sacra, che copre una superficie di 24,5 km, è ancora tutta da esplorare. Solo la piramide principale è stata interessata dagli scavi, ma rilevazioni satellitari indicano che vi sono ancora almeno 35 piramidi nascoste dai Warango (gli unici alberi millenari che sopravvivono in queste aride zone) e dalla sabbia del deserto.

Cahuachi, negli ultimi due secoli di attivitá, da tempio cerimoniale si trasformò in oracolo ove ogni giorno affluivano migliaia di persone provenienti da tutte le regioni andine per offrire sacrifici animali e umani. I corpi dei ragazzini di 14-16 anni, considerati “puri”, dopo il sacrificio venivano poi mummificati e sepolti nel complesso cerimoniale. Se ne contano centinaia di migliaia.

Oltre il sito, a poche centinaia di metri, si trova l’Estaqueria, una vasca con un lungo palo conficcato nella pietra: un luogo misterioso forse un vero e proprio centro per la mummificazione.

Gli scavi a Cahuachi sono fermi da un anno per la mancanza di fondi e il complesso, lasciato incustodito (solo due piccole gattine abitano la casa adibita al custode), è alla mercè delle intemperie, della sabbia e dei tombaroli.

Giá, perché appena fuori dalla piramide enormi buche nel deserto sono i segnali del passaggio dei predatori di facili tesori. Non rimane che una enorme quantità di ossa umane, resti di abiti e cocci di ceramiche in un macabro ma affascinante cimitero a cielo aperto che ci fa sentire provetti archeologi.

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Per approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Cahuachi

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