Camagüey, la città labirinto di Cuba, è un dedalo di vie tortuose in cui è davvero difficile orientarsi.
Se si aggiunge una toponomastica aggiornata di recente e l’abitudine degli agramontinos ad utilizzare i vecchi nomi delle strade, anche chiedere indicazioni ai passanti può risultare fuorviante!
Il risultato? Semplice: fortunatamente ci si perde!
Sì, perché perdersi in questo caso è una fortuna!
Solo così si possono scoprire gli angoli più nascosti e curiosi della città come le case coloniali con i tipici otri di terracotta (tinajones) nei cortili o i piccoli chioschi dove potrete gustare un hamburguesa, un cafè o un jugo de guayaba pagandolo in moneda nacional.
Le origini della città di Camagüey
I più sostengono che il labirinto fu creato per difendersi dai pirati (la città di Camagüey nacque sul mare ma, in seguito ai numerosi assalti dei pirati, fu spostata nell’entroterra).
Alcuni suppongono che i quartieri siano stati fondati a cerchio intorno alle chiese più antiche e altri ancora che le vie tortuose fossero un segno di ribellione verso i Conquistadores spagnoli. Essi prediligevano città a pianta quadrata (di più facile controllo) con larghi boulevard come Lima.
A patto che riusciate ad imboccare la strada giusta, le cose da vedere a Camagüey sono raccolte in poche centinaia di metri.
Cosa visitare a Camagüey
Camagüey è l’anima religiosa di Cuba: il suo centro storico, dichiarato Patrimonio UNESCO nel 2008, è delimitato dalle 4 chiese più importanti non solo della città, ma di tutta la nazione. Da Plaza San Juan de Dios alla Iglesia de la Merced e dalla Iglesia del Carmen alla Iglesia De Nuestra Señora De La Soledad, il tutto in un raggio di circa 500m.
Al centro di questo quadrilatero vi è Parque Agramonte con la Cattedrale de Nuestra Señora de la Candelara, sul cui campanile svetta una statua del Cristo simbolo della città. Di giorno è molto rilassante sedere al fresco sulle ombreggiate panchine di marmo per godersi un hielado, mentre di sera la piazza si trasforma in un animato parco giochi per bambini e, più tardi, anche per adulti…
Da Plaza Maceo parte l’omonima Calle, la via dello shopping: numerosi negozi di souvenir, un boutique hotel per turisti nordamericani (dal Canada ci sono voli diretti all’aeroporto cittadino per i resort di Playa Santa Lucia). E poi una banca con l’immancabile coda sino al marciapiede di cubani in attesa del loro turno allo sportello, qualche ottima pasticceria.
La strada è tirata a lucido e le vetrine dei negozi sono ancora addobbate a festa: quest’anno Camagüey ha festeggiato a febbraio il suo 500simo compleanno (fu fondata nel 1514)!
Salendo invece lungo la via parallela, Calle Independencia, appena all’imbocco di Plaza de los Trabajadores con di fronte l’Iglesia de la Merced, vi è la bellissima casa natale di Ignacio Agramonte, l’eroe della prima guerra d’indipendenza cubana. Nell’antica villa coloniale, perfettamente conservata, vi è oggi un museo (2 CUC) con gli arredi originali dell’epoca e reperti storici che ripercorrono la vita del condottiero.
La sera i locali intorno a Parque Agramonte sono invasi da turisti intenti a sorseggiare mojito e ad intrattenersi con una delle tante e provocanti chicas.
Cuba è anche questa, inutile nasconderlo, che vi piaccia o no.
Dove mangiare a Camagüey
Affamati, stanchi e un po’ irritati dal (anche letterale) casino, ci attira un piccolo chiosco con l’insegna “pizzeria”, uno di quelli per cubanos con i prezzi esposti in pesos: la miglior pizza mai mangiata all’estero!
Cotta al forno in piccole terrine di metallo, gustosissima e perfettamente accompagnata da un refresco servito al bicchiere… il tutto al prezzo di 5 pesos (0,20€)!
Ne abbiam prese finché non eravamo sazi da scoppiare!
Prima di lasciare la città, il mattino seguente ci dirigiamo, non senza qualche difficoltà, in auto verso Plaza del Carmen che prende il nome dall’omonima chiesa.
Questo quartiere, un po’ defilato dal centro, è stato rimesso in ordine (“ristrutturato” a Cuba è una parola ancora difficile da pronunciare) dagli abitanti, e ci è stato caldamente suggerito sia dalla guida che dai proprietaria della casa particular dove abbiamo passato la notte.
La via acciottolata che conduce al sagrato della Iglesia del Carmen è sì molto curata, ma anche una vera e propria passerella per turisti. Pullman di americani intenti a scattar foto insidiati dai jineterios intenti a vendere souvenir, quadri o un alloggio per la notte, rovinano quell’atmosfera magica così lontana da quella descritta dalla Lonely Planet.
Risaliamo in macchina, chiedendo diverse volte indicazioni per la Carretera Central: prossima tappa relax, direzione le spiagge di Cayo Coco!
2 comments
Bella questa cosa del “vi piaccia o no”. Ma fate il piacere. A Cuba il 90% degli italiani va per scopare. Anche le ragazzine. Magari a Camaguey questa specie di Sodoma e Gomorra si vede meno che altrove, ma in tutta l’isola, basta schioccare le dita per trovare a “ottimissimo”· mercato soddisfazioni sessuali che molti nostri connazionali si tolgono anche con ragazze molto, molto giovani. Mi chiedo quali interessi vi spingano a mettere in secondo piano questa realtà, celandola dietro due accenni, di cui uno neppure comprensibile a un lettore distratto. Siate più obiettivi.
Caro Ponzio Pilato, il nostro blog parla di viaggi e non vuole aprire polemiche su aspetti del turismo che, è ovvio, certo non condividiamo. Alzare i toni o cadere sul volgare e sull’insulto non avrebbe nessuna utilità qui, per questo abbiamo lasciato “velato” un aspetto che molti hanno potuto constatare di persona e altri invece ci marciano su soltanto per sentito dire.
Sono certa che in rete troverai luoghi più adatti per sostenere una campagna di indignazione a riguardo. Saluti. Greta