Lascio l’Italia in una gelida giornata invernale e arrivo a Salvador de Bahia dove mi accoglie un caldo umido infernale. Rincorrere il caldo a volte è più facile del previsto grazie ai numerosi voli TAM che collegano il Portogallo al Brasile.
Con i miei amici Silvana e Roberto sono ospite di Lizete, conosciuta qualche mese prima a San Salvatore Monferrato dove vive sua nipote. Il modo di dire “com’è piccolo il mondo” si adatta a noi alla perfezione.
Ci accoglie con entusiasmo contagioso e mi sento come a casa.
Sarà un soggiorno indimenticabile! Roberto è un “tour operator e una guida preparata” impagabile: so che non perderò nulla di interessante, importante o anche solo curioso perché ci penserà lui.
I mezzi di trasporto sono efficienti e si decide di andare verso la parte alta della città in autobus.
Bahia è infatti divisa in due parti fondamentali: la Citade Alta, la parte vecchia, e la Citade Bassa, sul porto, più moderna.
Le due zone sono collegate, oltre che da una normale viabilità stradale, anche da un curioso ascensore in cemento e vetro arroccato contro una ripida parete rocciosa, l’Elevador Lacerda, costruito nella seconda metà dell’800.
Lo useremo per raggiungere in modo veloce il lungomare e il famoso mercato coperto Modelo ricco di ogni genere di prodotti, soprattutto di artigianato.
Ma oggi andiamo nel quartiere del Pelourinho, nel centro storico, patrimonio dell’Unesco, nell’area di Bahia de Todos los Santos, scoperta da Amerigo Vespucci nel 1502.
Caratterizzata dalla sua fedeltà alla planimetria del 16° secolo, si snoda su e giù su strade acciottolate offrendo vedute sempre nuove di incomparabile bellezza.
C’è qualcosa da vedere ad ogni passo: chiese, teatri, caffè, ristoranti, negozi e bellissime case color pastello che, in alcuni casi, sono decorate con stucchi di alta qualità e sono caratteristiche dell’epoca coloniale.
Sugli stessi volti degli abitanti, i “Soteropolitani” – dal greco “soteropolis”, città del Salvatore – è scolpita la storia di Bahia che ha accolto la maggior parte degli schiavi africani. E’ stato infatti il primo mercato degli schiavi di tutto il continente, destinati a lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero.
Il Largo do Pelourinho è una piazza triangolare, leggermente in discesa (o in salita) e deve il suo nome all’inglese “pillory” che significa “gogna, luogo di punizione”.
Ed è proprio in questo luogo che gli schiavi africani, incatenati ad un anello di ferro infisso al suolo, ricevevano le frustate per vere o presunte mancanze o anche solo come dimostrazione disciplinare.
Ora è diventata una frequentata location per l’arte, la ristorazione e la vita notturna.
Il progetto “Pelourinho Night and Day” porta al pubblico eventi quotidiani come esibizioni musicali, balli e brevi recite, tutto gratuito.
Un buon servizio di polizia garantisce la sicurezza. Oggi è il secondo giovedì dopo l’Epifania ed è la Festa del Santo, celebrata con una processione di ben 8 km i cui partecipanti più fedeli sono completamente vestiti di bianco.
Durante questa celebrazione vengono benedetti i nastrini del Bonfim
(Lembrança do Senhor do Bonfim do Bahia).
La storia di questa tradizione risale al 1740 quando l’ufficiale di marina portoghese Theodosio Rodriguez de Fara portò una statua di Gesù Cristo (Senhor do Bonfim) per adempiere ad un voto. Gli abitanti iniziarono l’usanza di portare al collo un nastrino di seta rossa con un medaglione sacro appeso. La sua lunghezza era, ed è, di 47 cm, la lunghezza del braccio destro della statua. Viene chiamato anche “Medda do Bonfim”, misura del Bonfim.
Mentre passeggiamo tra gente festante, diverse ragazze mi avvicinano per offrirmene alcuni. Non so come comportarmi: accetto, rifiuto gentilmente, devo pagare?
Mi guardo in giro ma loro insistono.
Ogni colore ha un suo significato: azzurro (amore e pace), bianco (pace interiore), arancio (energia e coraggio), blu (prosperità e salute), rosso (passione e forza), verde (lavoro e denaro), rosa acceso (amicizia) e tanti altri. Decidono loro per me e me ne legano al polso sinistro uno verde e uno rosa acceso.
La tradizione vuole che ti venga regalato e allacciato con tre nodi, ad ognuno dai quali si esprime un desiderio. Quando questi si sciolgono in modo naturale, si dovrebbero avverare i desideri richiesti.
Che giornata piena e che bella esperienza!
Ma adesso è il momento della prima caipirinha della mia vita… e non sarà l’ultima!
Il Brasile ha davvero molte cose da offrire! Ricordo ancora bene quella rilassante giornata alla foresta tropicale di Tijuca, nel cuore di Rio de Janeiro…