Cosa si mangia in Estonia?
E dove si possono gustare piatti tradizionali senza incappare in locali troppo turistici o costosi?
Durante il nostro soggiorno, l’Ente del Turismo di Tallinn ci ha saputo indirizzare alla perfezione ospitandoci in ristoranti molto interessanti ma anche portandoci a visitare curiose alternative.
Stufato di alce al Rataskaevu 16
Segnalato da Tripadvisor come numero uno della città, il Rataskaevu 16 si trova perfettamente in centro, nell’old town.
I sottili lampadari che arrivano a poche spanne da ogni tavolino creano una romantica atmosfera e i piatti proposti nel menù sono uno più interessante dell’altro.
Abbiamo scelto un gustoso antipasto di salmone, davvero immancabile in Estonia nonostante mi abbiano detto non essere un “prodotto” tradizionale bensì diventato comune grazie a grandi allevamenti.
Come portata principale, una novità per noi che ci ha lasciato entusiasti: uno stufato di alce. Tenerissimo e gustoso!
Il dolce è stato goloso e rinfrescante allo stesso tempo. Un tortino al formaggio stile cheesecake affiancato da un saporitissimo sorbetto alla ciliegia. Un tripudio di gusto!
La mia prima aringa al Platz
Una seconda esperienza gastronomica che ci ha entusiasmato è stato il pranzo al Platz, in compagnia di Oksana – Ente del turismo dell’Estonia – e Andrea.
Ci siamo lasciati rapire da un menù interamente di pesce.
Gamberi, cozze, salmone (carpaccio o filetto scottato) e un grandissimo must baltico: l’aringa!
Era la prima volta che mi cimentavo con questo pescetto che, non so il motivo, immaginavo molto più piccolo. Me lo hanno servito crudo, diviso in due che abbracciava una gustosa insalata mista. Ottima presentazione, gusto sorprendente. Mi è piaciuta!
Il locale è semplice, in stile nordico, molto grazioso e con personale cordiale e gentile. Un locale davvero perfetto per un pranzo di lavoro o con amici. Dal menù non saprete che cosa scegliere.
Esperienza surreale e filetto di cervo al Manna La Roosa
Già da fuori è uno spettacolo. Una casa delle bambole in legno, dipinta di verde pastello, un po’ stile horror…
L’interno chiama scatti fotografici in ogni angolo. Dalle pareti ricoperte di stagnola, i tappeti come tovaglie, statuette degli omini Michelin, acquari finti con immagini di surfisti, lampade in stile arabo, tendaggi pesanti, tutto è una stranezza.
Il grande menù propone piatti interessanti ma sarà poi la presentazione a lasciare a bocca aperta.
Scelgo un polpo in croccante panatura con salsa di zucca. Il polpo era nascosto dentro ad una scatoletta in legno e mi ha fatto sorridere quando il cameriere (un tipo estroso) mi ha aperto la scatoletta per farmi notare che il polpo c’era!
Filippo ha scelto un sashimi di salmone guarnito da una spuma di cetriolo, molto strano.
Sul piatto principale siamo stati d’accordo. Nessun dubbio: filetto di cervo.
Era la prima volta che lo assaggiavamo e non sapevamo quale fosse la cottura raccomandata, Noi amiamo la carne al sangue ma il cervo forse non si prestava (Sapete, tipo la carne di maiale.) Invece ci è arrivato al tavolo un tagliere in legno con una padella rovente contenete tre filetti di cervo al sangue, conditi con una salsa gustosa e castagne al miele.
Una delizia. Tra le carni più buone che abbiamo mai mangiato!
Il piatto è un pochino costoso ma li vale tutti!
Il dolce è arrivato su pietra lavica grezza e la cheesecake “Manna La Roosa” era letteralmente ricoperta di salsa ai frutti di bosco e decori vari di frutta e meringa. Bellissima.
Un tuffo nel Medioevo con carne di orso al maestoso Olde Hansa
Se preferite un’esperienza un po’ fiabesca e vi incuriosisce essere catapultati nell’età medievale, non perdetevi il maestoso Olde Hansa.
Abbiamo potuto visitarlo in compagnia della nostra guida Ulla e chiacchierare con baristi e camerieri in abiti adatti al luogo. Ambiente affascinante, buio e rusticissimo. Da vedere!
Il menù è tutto a base di carne e nei giorni festivi è d’obbligo la prenotazione. Potrete trovare anche la carne di orso che ci spiace non aver potuto assaggiare.
Esattamente in piazza, sotto i portici, trovate il Draakon che si presenta con una atmosfera simile. In realtà è un tavola calda che propone principalmente brodo di Alce servito in apposite ciotole in terracotta senza cucchiaio. Si beve come con una tazza, vecchio stile. Ottimo per scaldarsi in inverno, al posto del tipico glogi.
Un grande classico: birra artigianale e costine al Beer House
Sempre per amanti della carne, consiglio vivamente un tagliere di costine fumanti al Beer House. I piatti sono decisamente invitanti, soprattutto per il profumo, ma molto costosi.
Potreste accontentarvi anche di una semplice birra. Qui ne producono diverse, direttamente nel birrificio a fianco. E si va solo di pinte! Ma ve ne parlerò poi, con uno dei miei post birrosi…
7 comments
Oh oh, vedo che ci siamo trattati proprio bene in fatto di ristoranti 🙂 Ho promesso a mia moglie di portarla al Rataskaevu 16 questa volta, visto che non c’è mai stata.
Non sono un amante del Draakon né sono mai stato ben impressionato dalla Beer House, ma in fatto di birre ammetto di essere molto esigente.
E a proposito di birre è impossibile non citare le tre birre dell’Olde Hansa, forse l’unico ristorante tipicamente turistico al mondo dove non si prendono fregature. Tecnicamente sono delle birre standard (ma non sono mai riuscito a carpire quali) aromatizzate con spezie. La versione base è quella al miele (la mia preferita), poi è ottima quella alla cannella (la preferita di mia moglie). In questi anni avrò pranzato all’Olde Hansa una ventina di volte, forse di più, ma non c’è stato verso di farmi rivelare il nome della birra base né il metodo di aromatizzazione. Attenzione alla quantità: si tratta di birre a gradazione un po’ alta (anche questo non viene rivelato ma azzardo un 6.7-6.9). Meglio optare per la pinta anziché per il litro (man size come la chiamano i camerieri), nel caso si può bissare. Esiste anche un vino caldo speziato molto interessante, sicuramente da provare almeno una volta. Infine segnalo, tra i dolci, il tortino alla rosa, gradevole e delicato.
Se il vino è il glogi: non mi è piaciuto quasi per nulla. Mio marito ha apprezzato, io resto dannatamente fedele al nostro vin brulè! 😉
Sì è il glögi! Ma dai, di solito piace proprio alle donne, io lo bevo raramente. Se ho capito bene sei piemontese, invece io sono lombardo. Non ho mai assaggiato il vin brulé piemontese, invece l’ho assaggiato nelle valli di Bergamo e in Sudtirolo. La versione dell’Olde Hansa secondo me è ottima (stiamo parlando del vino servito in quei bicchieri verde scuro poco trasparenti, vero?). Forse la versione piemontese è migliore. Ma se la pensi così tieniti rigorosamente alla larga dalle bottiglie natalizie in vendita all’Ikea 😀
Ah ah ah ok!! A livelli di alcool, oltre alle birre, abbiamo apprezzato il Vana Tallinn che ci siamo portati anche a casa in una bottiglia natalizia. Buono anche usato per aromatizzare quei deliziosi bastoncini di marzapane ricoperti di cioccolato. Un marzapane squisito, non come il mattone venduto in Italia che è più bello che buono!
Mammia mia! Quante prelibatezze 😀 Per fortuna che ho appena pranzato!
Eh sì, abbiamo mangiato davvero benissimo!! 😉 Chissà a quando di nuovo alce e cervo?!
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