Una giornata in galera! Alcatraz!
La visita al famoso carcere di Alcatraz (scenario anche di famosi film quali ‘Fuga da Alcatraz’ e il più recente ‘The rock’) è stata più interessante e coinvolgente del previsto.
Abbiam prenotato il tour online, tempo prima, da casa, in quanto le visite giornaliere sono in numero limitato.
Ci piaceva poter godere del tramonto durante la traversata in traghetto.
Si parte vicino al Pier 39, il mare è calmo e il tragitto abbastanza breve.
Sbarcando veniamo raggiunti dalla nostra guida che ci accompagna nelle visita esterna, dove vivevano sentinelle ed inservienti.
Chiunque lavorasse ad Alcatraz non rientrava sulla terraferma ogni sera. Le spiegazioni sono esclusivamente in americano.
All’interno, invece, ci viene fornita una audio guida personale, con cuffie, nella lingua specifica richiesta.
La particolarità sono proprio le voci che ascoltiamo: infatti sono quelle dei vecchi prigionieri e delle sentinelle di quando il carcere era in funzione.
Visitiamo prima le grosse camerate dove si “accoglievano” i novellini. Si forniva loro una divisa e venivano condotti nella zona docce.
Poi raggiungiamo le celle separate da diversi corridoi. Negli anni di utilizzo della prigione, le differenze razziali erano fonte di gravi tensioni e sommosse: era quindi necessario dividere i vari prigionieri in ali ben separate dell’edificio.
È toccante trovarsi lì, in piedi davanti alla cella, e sentire il racconto dell’uomo che ci ha vissuto per anni, dipingendo i quadri che stiamo osservando o intagliando statuine.
Diversi oggetti sono stati lasciati al loro posto, ma la maggior parte della struttura ora è vuota.
Narrano di abitudini, leggende, sempre in prima persona.
Dei capodanni trascorsi in silenzio ad ascoltare la forte musica suonata sui Pier della città, guardando i fuochi d’artificio attraverso le spesse sbarre delle finestre.
La voce ti guida nelle varie aree della galera.
Nel cortiletto per l’ora d’aria (ai fortunati cui era concessa), nella grande mensa con ancora affisso il menù della colazione dell’ultimo giorno prima della chiusura, negli uffici.
Ma è probabilmente l’infermeria l’ala più scioccante.
Muri scrostati, porte cigolanti, lettini malconci e sala operatoria che pare più una sala delle torture con attrezzi in metallo arrugginito e apparecchiature essenziali e obsolete.
Le misure di sicurezze erano molto drastiche.
Pensate che un’eventuale rivolta scoppiata nell’unico stanzone adibito a refettorio avrebbe potuto significare la morte certa anche di tutto il personale di guardia a causa del gas che sarebbe stato sprigionato per sedarla.
Ci emozionano i racconti dei tentativi di evasione, la maggior parte falliti ma in alcuni casi nulla è certo: il galeotto è sparito e non si è mai ritrovato il corpo.
Si dice che fosse impossibile scappare da Alcatraz.
La posizione arroccata sull’isola, le mura, il filo spinato e le sentinelle.
Tutt’intorno il mare con fortissime correnti nel tratto che conduce alla riva di San Francisco. E gli squali.
Eppure ci hanno provato. E magari qualcuno ci è anche riuscito…!
A San Francisco non perdetevi un’altra gita emozionante: il giro in biciletta sul Golden Gate!