Le Filippine sono un paese dalla natura meravigliosa e dalla bellezza incredibile. Prima di viaggiare nelle Filippine zaino in spalla è meglio sapere cosa non perdere delle migliaia di isole a disposizione.
Le isole dell’arcipelago sono 7 mila: impossibile contarle e visitarle tutte. Come sceglierle? Secondo le proprie passioni, perchè ce n’è davvero per tutti i gusti. In due settimane zaino in spalla io ho visitato 3 isole e ho messo piede su 5, incastrando bene gli spostamenti. Insomma, ci vuole tempo perchè le distanze sono ampie e le attese possono diventare infinite.
Vi consiglio di sceglierne una, la vostra preferita, e costruire l’itinerario da lì.
A Palawan dedicate almeno una settimana, per godervela appieno. Palawan non basta davvero mai. Adesso che ci penso anche Bohol non basta mai se amate la natura rigogliosa e vibrante come me. Anche a Bohol passateci almeno 8 giorni.
Se invece amate i resort e le esperienze da record puntate il dito su Cebu, ma sappiate che per girarla con i mezzi serve molto tempo e quindi molta pazienza.
Palawan, l’isola più bella del mondo
Per chi ama il mare e le spiagge incontaminate e selvagge Palawan è l’isola da non perdere. Non per niente è stata nomitata l’isola più della del mondo dai lettori di Condé Nast.
Ha una bellezza che toglie il fiato, specialmente nella regione nord di El Nido dove sorgono isolotti calcarei di fronte alla baia che creano un panorama unico al mondo.
Qui si arriva con un volo diretto sull’aeroporto di El Nido inaugurato a maggio 2017, oppure con un van dalla stazione dei bus di Puerto Princesa. Io ho scelto questa seconda opzione, da backpacker con un occhio alle spese e l’amore per i mezzi lenti che permettono di guardare fuori. Sono state sei ore traballanti, con l’autista che risaliva la dorsale dell’isola a tutta velocità. Il comfort è un’altra cosa, ma il viaggio on the road per me non può essere paragonato al miglior piper.
El Nido è il paesino più turistico e attrezzato dell’isola. Qui, però, ancora si circola con i trycicle e pochi sono i jeepney che accedono alle vie strette del centro. Si trovano negozi, ristoranti e locali per la sera. Si può ballare della buona musica e vedere spettacoli in spiaggia. A El Nido è sicuramente facile incontrare giovani occidentali e fare gruppo, anche per il viaggiatore solitario.
Insomma, è un must see dal quale dipartire per rotte ancora più meravigliose come le isole calcaree disabitate, l’arcipelago delle Calamian e l’isola di Coron nel mare cinese.
Poteva mancare un patrimonio UNESCO sull’isola più bella del mondo?
Nel sud di Palawan c’è l’Underground River unico nel suo genere. Il fiume scorre per oltre 24 km in una grotta scavata nella roccia calcarea ed è navigabile per circa 4 km.
L’escursione è geologicamente e biologicamente molto interessante e si svolge in tutta tranquillità su barche a remi che portano 8/10 persone. Stalattiti e stalagmiti, oltre che una vasta popolazione di pipistrelli, sono le attrazioni principali.
Bohol, dove farsi abbracciare dalla natura
Per gli appassionati di natura e sport Bohol è l’isola da non perdere. Rigogliosa di un verde intenso e attraversata dal grande fiume Loboc regala paesaggi unici al mondo come la regione dei Chocolate Hills e la Manmade Forest.
Molte sono anche le cascate sconosciute nascoste nella foresta, alle quali arrivare in motorino e fare un tuffo. Luoghi tanto primitivi e autentici mi hanno regalato un contatto estremo con l’anima. E’ in questi posti qui che sento il cuore battere vivo più che mai e rigenerarsi di natura e umanità tanto belle.
Tra le attività praticabili a Bohol metto al primo posto il SUP: l’ho scoperto qui, lo aveva fatto anche Greta, e me ne sono innamorata.
Al secondo posto la zip line sopra la vallata selvaggia del fiume Loboc, per chi cerca emozioni ancora e ancora.
Al terzo i ponti sospesi in legno; i più famosi si chiamano Twin Bridges e sono fatti in bamboo, ma molti altri di uso comune se ne trovano nelle campagne e lungo i fiumi minori.
Bellissimo il mare anche a Panglao, l’isola collegata a Bohol da un ponte e ideale anche solo per un weekend lungo dopo aver visitato la vicina e verdeggiante Bohol. Uno spot su tutti? Alona Beach, certamente turistica ma totalmente in grado di regalare un giorno di relax in paradiso. Come arrivarci? Con un trycicle neanche a dirlo, oppure in motorino con l’aria tra i capelli.
Cebu, l’isola dei record
Per chi è alla caccia di luoghi da guinness sono da mettere in lista le Kawasan Falls sull’isola di Cebu. Si tratta di tre cascate su più livelli, raggiungibili tutte con un trekking di media difficoltà e di una bellezza mozzafiato.
Dal fondo della valle si risale il fiume fino ad arrivare alla prima pozza di un azzurro lattiginoso. Qui è possibile fare il bagno sovrastati dalla cascata di 20 metri. I sentieri che si inerpicano sulla montagna portano alla sorgente dove arrivano meno turisti e la natura è padrona incontrastata. Il trekking prosegue anche oltre, fino al punto dal quale buttarsi nelle cascate con la guida dei canyoning. Solo per temerari veri.
Lungo la costa sud ovest dell’isola è possibile fare un’esperienza adrenalinica: nuotare con gli squali balena. Il luogo in cui lo fanno è Oslob e si raggiunge con il traghetto o i mezzi via terra. Ho sentito pareri contrastanti in proposito e ho preferito non fare l’esperienza, vi spiego perché. Dicono che gli squali siano ormai addomesticati dall’uomo.
Questo significa che non sanno più stare lontani dalla costa e cibarsi autonomamente. Hanno perso istinti e peculiarità della specie e sono fuoriusciti dal loro ecosistema. E’ comunque uno dei touch point dell’isola quindi valutatelo attentamente.
Infine ci sono loro, i resort da mille e una notte. Si trovano quasi esclusivamente sugli isolotti a nord est di Cebu e sono abbastanza vicini all’aeroporto principale di Lapu Lapu. Qui le coccole e il relax sono certa non manchino, così come le viste mozzafiato e le albe sul Pacifico.