Visitare Aizu Wakamatsu, la storica città dei samurai

“Aizu Wakamatsu?! Come mai andate ad Aizu?”
No, non è una frase detta da uno dei nostri amici prima della partenza, ma dal proprietario di una guesthouse giapponese, originario peraltro di quella zona.

Le premesse non erano certo delle migliori: la Lonely Planet tratta solo superficialmente questa città (2 pagine) e anche su internet in inglese c’è poco.
Motivo in più per visitare questa città leggendaria del Giappone, no?

La cittadina di Aizu è una delle più importanti della prefettura di Fukushima ed è molto famosa in Giappone.

Bambini al Tsuruga-jo

La storia dei Samurai di Aizu Wakamatsu

La storia della città è legata indissolubilmente a quella del clan samurai Aizu, fedele allo shogunato Tokugawa, che trasformò per secoli la cittadina in una capoluogo commerciale e amministrativo fino alla sua tragica caduta durante la guerra Boshin nell’agosto del 1868.

Quando nel 1867 l’ultimo shogun rimise volontariamente tutti i suoi poteri all’imperatore, portando di fatto all’unificazione del Giappone che fino ad allora era diviso in minuscoli regni, il clan Aizu capeggiò la rivolta dei samurai. Questi erano contrari, si dice, alla modernizzazione e all’apertura del Paese ai commerci con l’Occidente (o forse solo alla perdita improvvisa dei loro poteri acquisiti nei secoli?).

Tsuruga-jo

La repressione voluta dall’imperatore Meiji fu durissima e le battaglie, combattute ad armi impari, una carneficina annunciata.
Moschetti e cannoni in mano ad un esercito numeroso e poco addestrato contro le spade e lance dell’élite samurai Bafuku.

Lo scontro decisivo per la storia del conflitto e del Giappone terminò con l’assedio e la conquista del castello di Aizu, ridotto ad un rudere e distrutto nel 1874. L’ultimo membro del clan Aizu fu catturato vivo e costretto ad una resa disonorevole che ancora oggi ricade sulla città e sui suoi abitanti.

Dalla cima del Tsuruga-jo

Cosa vedere ad Aizu Wakamatsu

Lo Tsuruga-jo è la ricostruzione (in cemento) dell’antico castello di Aizu, considerato uno dei più belli del Giappone, secondo solo a quello di Himeji.
Al suo interno un interessante museo sulla storia della città e della guerra Boshin con una bellissima esposizione delle armature dei samurai che è un peccato non poter fotografare.
La vista dal belvedere del quinto piano vale la fatica: cercate il palo bianco.
Dietro ad esso c’è Iimoriyama, la collina dove si concluse tragicamente la storia della brigata Byakkotai.

brigata Byakkotai

La leggenda della brigata Byakkotai

Durante l’assedio al castello di Aizu, anche la brigata di riserva Byakkotai (Tigre Bianca), composta dai 40 samurai figli dei più valorosi guerrieri della città, venne mandata a combattere per fermare le truppe imperiali.
Decimata sul campo, i 19 ragazzi superstiti fuggirono lungo un tunnel e trovarono rifugio sulla collina di Iimoriyama

Da qui, vedendo lo Tsurugajo avvolto da fumo e fiamme e credendo di aver perduto la città e la guerra, decisero di commettere il seppuku (suicidio rituale per sventramento).
Il più grande di loro aveva appena compiuto 17 anni.

Aizu dal cimitero di Iimoriyama

In realtà commisero un errore, poiché le fiamme interessavano solo la zona intorno alle mura; tuttavia la resa di Aizu Wakamatsu non tardò ed avvenne 2 giorni dopo.
Non tutti morirono: un samurai fu ritrovato in fin di vita e salvato da un contadino. Dopo la guerra fu reintegrato nell’esercito imperiale (!) e diventò capitano.

Rappresentazione a Iimoriyama

Le tombe dei giovani samurai a Iimoriyama

Fino al termine della guerra Boshin, l’imperatore impedì che i corpi di questi ragazzi venissero sepolti; oggi le 20 tombe di questi ragazzi sono la meta di un continuo pellegrinaggio di turisti e scolaresche.

L’esempio di fedeltà e onore della brigata Byakkotai fu poi sapientemente sfruttato nei decenni a seguire dallo stesso imperatore Meiji. Persino dalla propaganda nazifascista (prova ne sono i monumenti donati alla città da Roma nel 1928 e della Germania nel 1935 posti sulla collina).

Aizu Bukeyashiki

L’Aizu Bukeyashiki è l’antica residenza del clan Aizu: posta alla periferia della città nei pressi della zona degli Onsen, è una ricostruzione fedele del palazzo del capo dei samurai raso al suolo durante il conflitto.
L’ingresso costa 850Y e il tour nei suoi giardini impegna un’ora.

Le stanze private della famiglia Aizu

Si addestrava l’élite dei samurai

Si parte dalla zona residenziale con le stanza private della famiglia Aizu. Tra laghetti e giardini zen, molto suggestiva è la ricostruzione della stanza in cui le donne del clan commisero seppuku, dopo aver prima ucciso i propri figli. Successe il 23 agosto del 1868 quando le truppe imperiali erano alle porte.

Il palazzo era dotato anche di un mulino ad acqua, oggi ancora funzionante, per la mondatura del riso necessario al fabbisogno di tutto il complesso. Qui, anticamente, si ospitava anche la scuola di addestramento dell’élite dei samurai.

Oyakuen

Giardini del palazzo

L’Oyakuen è uno splendido giardino intorno ad un laghetto: un luogo di relax dove si coltivavano le erbe medicinali per il clan Aizu e dista poche centinaia di metri da qui.

Dell’antica città feudale di Aizu, non rimane che la pianta della città con le sue vie tortuose e strette e qualche basso edificio in legno e mattoni in Nanukomachi dori, considerata la via dello shopping (ben lontana da quel che noi italiani consideriamo un centro storico).

Specialità gastronomiche e curiosità di Aizu Wakamatsu

Le vie laterali però sono una scoperta: in un minuscolo ristorante a conduzione familiare con insegna in ideogrammi e arredamento degli anni 60, assaggiamo il piatto a mio avviso più buono della cucina giapponese: il sauce katsudon.
E’ la specialità di Aizu Wakamatsu, insieme al Ramen e alla carne di cavallo (che si mangia cruda come se fosse un sashimi). Si tratta di una cotoletta di maiale impanata e ricoperta da una favolosa salsa agrodolce, accompagnata da riso e insalata di cavolo.
L’abbiamo cercata per tutto il resto del viaggio, ma pare si cucini solo in questa città ahi noi!

Akabeko

Ma Aizu non è solo cucina. Le botteghe artigiane sono famose in tutto il Giappone per gli oggetti in legno dipinti in oro, le candele dipinte a mano, gli Okiagari Koboshi (statuette portafortuna in cartapesta che non cadono mai) e i bellissimi Akabe.

L’Akabeko (Mucca Rossa) è un giocattolo per bambini in legno: la testa della mucca, separata dal corpo e legata con un filo, dondola quando la si tocca proteggendo i bambini dalle epidemie.
Un souvenir da non mancare, talmente famoso e simpatico da esser diventato la mascotte della città e persino della linea ferroviaria!

Haikara-san: la linea verde “vintage” del Classic town bus

Come raggiungere Aizu Wakamatsu

Il treno è la scelta migliore: dalla stazione Tokohu shinkansen di Koriyama (pref. Fukushima), partono ogni ora treni rapidi (60 min) o locali (80 min) che portano ad Aizu lungo la JR Banetsu Line West (compresi nella JR Pass).

Come muoversi ad Aizu Wakamatsu

Il Classic Town Bus è la scelta migliore: la linea circolare parte dalla stazione di Aizu e porta a tutti i luoghi di interesse della città fino alla zona termale di Higashiyama Onsen.
Il pass giornaliero costa 500Y (singola corsa 210Y) con corse ogni 30 minuti non è valido per i bus cittadini (bianchi).
Esistono due linee: la rossa (Akabe) circola in senso orario e ha bus moderni, la verde (Haikara-san) in senso antiorario con bus vintage.
Ricordatevi di comprare il pass prima di salire alla biglietteria dei bus perché l’autista non lo vende.
L’alternativa sono i taxi: 530Y la tariffa base con scatti a tempo dopo il primo chilometro (abbiamo speso circa 1000Y dalla stazione KR a Iimoriyama).

Accoglienza ad Aizu Wakamatsu

Pensando di andare in una città più attenta al turismo locale che d’oltreoceano, eravamo pronti al peggio.
In realtà l’accoglienza turistica ad Aizu Wakamatsu è stata impeccabile.
Le valigie non sono un problema: i coin locker sono disponibili in stazione, ma se avete una prenotazione per la notte, il punto informazioni della stazione JR provvederà a spedirvi gratuitamente i bagagli al vostro hotel!
Personale preparato e parlante un buon inglese, dépliant e mappe bilingue, ci hanno persino accompagnati fino alla biglietteria dei bus (non vedono tanti occidentali, credo!).
Tutti i siti inoltre hanno indicazioni in inglese o vi forniranno una brochure all’ingresso: una vera rarità in Giappone!

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1 comment

Giappone: otto posti per sfuggire alla folla 11/02/2018 - 21:37

[…] nel nord del Tohoku trovate anche belle cittadine legate alla storia dei samurai: Aizu Wakamatsu (provincia di Fukushima) e Kakunodate (provincia di Akita). I link vi porteranno a post di […]

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