Attraversare l’Italia su un treno Intercity notte

La carrozza dedicata alle cuccette

Attraversare l’Italia a bordo di un treno Intercity notte: potrebbe anche essere un trauma. Per i ritardi? Per la scomodità? le lunghissime tempistiche? O perchè sei una donna sola?
Beh, io sono sopravvissuta egregiamente e vi racconto la mia avventura che, in effetti, qualche disagio l’ha avuto!

Incredibilmente, l’Intercity notte a Foggia arriva e riparte puntuale. Si ferma giusto il tempo per salire sulla carrozza corretta, segnalata nella prenotazione del mio biglietto, accompagnata dal controllore che mi apre la cabina e mi chiede: “Domattina per colazione gradisce un succo o un caffè?”. E bon, io mi sento già avvolta dal lusso.

Poi in realtà, entrando in cabina, torno coi piedi per terra, anzi, in un vagone di Trenitalia.

La mia cabina ad uso singola

Sto per iniziare il mio primo viaggio notturno su un Intercity notte.
Parto dalla stazione di Foggia semi deserta (ma assolutamente non spaventosa nè pericolosa) alle 23. 30 circa e mi attendono poco meno di 9 ore per raggiungere Alessandria, in Piemonte.
Ho la fortuna di viaggiare in una cabina singola e questo mi permette di ottimizzare i tempi di sonno: nessuno mi sveglierà russando, scendendo o salendo a qualche fermata intermedia o parlando al cellulare.

Ecco, soprattutto quest’ultimo fatto è scongiurato dalla totale assenza di campo all’interno dello scomparto.
Provo inutilmente a tenere delle conversazioni telefoniche sia con la porta della cabina aperta, che direttamente seduta nel corridoio, che andando a congelare tra un vagone e l’altro, ma niente.
Non sono soltanto le gallerie, la linea è assente ovunque e questo è un disagio grandissimo. Anzi, IL DISAGIO grandissimo del mio viaggio.

Non ho sonno, Facebook, Instagram e Whatsapp sono inutilizzabili e quindi mi metto a leggere alcuni depliant per portarmi avanti col lavoro.
La luce di cortesia è comoda ma fa caldo in cabina e aprire il finestrino  dell’Intercity notte comporta l’accettazione di un tornado di aria gelida che congela lenzuola e cuscino e fa un chiasso da non sentire più nemmeno i miei pensieri!

Welcome kit

Zona lavandino privata in cabina

Il bagno comune della carrozza

Resto vestita, non per la carenza di igiene ma perchè il pigiama è disperso nella valigia e non ho voglia nè spazio per aprirla.
L’ambiente dell’Intercity notte è vecchio e un po’ sgarrupato ma pulito e senza cattivi odori. Il cuscino è avvolto nel nylon ed è presente un kit completo con tutto l’occorrente per la toelette. Asciugamano compreso. In cabina infatti sono disposizione un lavandino con acqua corrente, specchio e presa elettrica, un cestino per la spazzatura e una bottiglietta d’acqua di cortesia.
Il bagno è in comune per tutta la carrozza ma decisamente pulito e fornito del necessario.

Il corridoio con le cuccette

Lungo il corridoio non vola una mosca.
Resto con la porta aperta per far circolare un po’ d’aria per alcune ore senza temere alcun pericolo.
Le fermate di questo treno Intercity notte  sono molto poche e tutti sono interessati a non perdere tempo in chiacchiere e poter riposare il più possibile.

Panorama notturno

Per un po’ mi intrattengo guardando fuori dal finestrino le tenebre che mi scorrono davanti e le stazioni deserte in cui rallentiamo o ci fermiamo per raccogliere pochi passeggeri.

La mente mi torna a quel viaggio in notturna tra Guilin e Xi ‘An in Cina. Cabina doppia, con Filippo. Abbiamo cenato con panini di Mc Donald’s che ci siamo procurati scrupolosamente prima di salire sul treno e poi quasi 12 ore di rotaie a guardare fuori dal finestrino come una bambina di 5 anni al suo primo lungo viaggio in auto con i genitori.

La mia colazione, panoramica!

Mi addormento poi anche io, senza accorgermene, in questo nido un po’ ruspante ma che comunque mi dà quella sensazione di protezione e relax.
Lascio le tendine avvolte e alle prime luci del giorno mi sveglio ma mi alzo soltanto nel momento in cui sento bussare alla porta la mia colazione. Manca pochissimo alla mia fermata e con questa coccola si evita il panico di perdere la propria fermata e anche l’ansia da suono della sveglia.

Gusto brioche e succo guardando fuori dal finestrino le città che si svegliano, nella nebbia del nord Italia. Ormai sto arrivando a casa.
La fermata non viene annunciata ma siamo stranamente puntualissimi e quasi mi spiace un pochino lasciare la cabina. Si sa, ho questo malato istinto di affezionarmi subito a qualsiasi luogo mi offra riparo e sicurezza.

La mia prima esperienza su un Intercity notte è stato un bel viaggio. Tutto sommato veloce e ottimale visto il lungo tratto di strada. Unica pecca la rete telefonica assente che ti isola dal mondo. Non si può far altro che rilassarsi, in solitaria.

Il tragitto Foggia – Alessandria in cabina singola è costato 205 euro.

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