… da Kanchanaburi.
6*giorno: Ayutthaya.
Appena arrivati al nostro hotel (scelto durante il percorso, senza aver prenotato), l’anziana padrona ci fornisce subito la sua moto e sfruttiamo il bel tempo.
2 km dopo esser saliti in sella e buchiamo. Gomma a terra. Cerchiamo un gommista (??) spingendo la moto a bordo strada, per fortuna lo troviamo subito ed è di una gentilezza disarmante.
In pochi minuti cambia la camera d’aria con una spesa di soli 3€!
Ma l’esperienza è doppia perchè io, sudata e accaldata, vengo fatta sedere davanti ad un ventilatore e la reazione è istantanea. Il gommista mi fa entrare in casa sua, nel suo bagno, dove non esistono lavandini, carta igienica nè soprattutto sciacquone! Ok fazzoletti, ok secchio con un mestolo. Ce l’ho fatta.
Soddisfatti di esser sopravvissuti, visitiamo le rovine di Wat Chaiwatthanaram, coi classici Chedi, strutture in mattoni a forma di cono rovesciato.
Questo bellissimo sito è stato scelto come traguardo della semifinale della nota trasmissione televisiva Pechino express edizione 2013.
Ad Ayutthaya sono presenti moltissimi siti con quello stile, tutti piuttosto erosi e abbattuti dagli anni.
Simile è Wat Maha That, immerso in un parco pubblico, con la particolarità di una testa del Buddha completamente avvolta dalle radici esterne di un grande albero.
Gli ingressi costano poche decine di baht.
Gratuito invece, e molto più recente, lo sleeping Buddha di Wat Lokayasutharam, vestito con enormi pepli color oro.
Sfuggiamo per un pelo all’ennesimo acquazzone riparandoci in hotel.
Il Baan Lotus è un piccolo complesso di due edifici a tre piani in legno scuro, immerso in un grande giardino con una bellissima zona relax, sempre in legno, palafittata su uno stagno ricolmo di ninfee fucsia.
Le anziane proprietarie, due sorelle, parlano un chiaro e lento inglese e sono molto gentili.
Negli anni passati vi era ubicata una scuola e anche l’interno della camera, spaziosa, resta essenziale e rigoroso.
Noleggiano direttamente scooter e biciclette e forniscono una connessione wifi gratuita molto forte, che copre anche la zona camere.
La sera viene chiuso il cancello in legno, sulla strada, e i clienti vengono forniti di chiave per rientrare quando si desidera, lasciando rigorosamente le scarpe fuori dalla hall, al piano terra, come é usanza in tutte le case thailandesi.
Muniti di ombrello (fornito dalla guesthouse), andiamo a cena girato l’angolo, allo Street lamp, un localino colmo di occidentali dove il cibo è ottimo, la musica dal vivo è simpatica e il biliardo intrattiene fino all’ora di andare a letto.
Finalmente un gusto occidentale col sandwich al tonno, ma anche i noodles sono buoni, e il manzo in agrodolce. (10€ per 4 portate e due birre grandi).
7*giorno: Ayutthaya-Bangkok-Phuket.
Nonostante gli ospiti decisamente chiassosi, lasciamo l’hotel alle 10 abbondanti, causa perenne pioggia.
Un po’ di fatica per trovare una stazione di servizio per fare benzina. Ripieghiamo su un baracchino giallo stile biglietteria automatica dell’anteguerra, mimetico, al di là del marciapiede.
Se non ce lo avesse indicato una passante molto gentilmente, mai avremmo individuato quel “benzinaio” molto più simile ad un distributore di bevande calde.
Fermiamo la moto ad un molo sommerso di piante acquatiche, un po’ dubbiosi, ma poi ci raggiunge una anziana signora che, gridando, richiama un barcaiolo.
Con soli 5baht ci porta al di là del fiume Chao Phraya.
Visitiamo Wat Phanan Choeng, con il suo enorme Buddha di 19 mt durante una curiosa cerimonia, assistiamo al rito del monaco che lega i braccialetti di filo rosso al polso dei 4 membri di una famiglia del luogo e cogliamo l’occasione per battere sul gong per buon auspicio.
Ripresa la moto, arriviamo al Wat Phra Si Sanphet con i suoi famosi tre Chedi meglio conservati che somigliano ad enormi campane.
A pochi metri, un tempio moderno, il Whan Phra Mongkhon Bophit, con una grande statua di Buddha dorata, e un mercato di particolarità alimentari che noi siamo sempre pronti a testare. Il dubbio è sempre: sarà dolce o salato? Sicuramente, piccante!
Ad ogni ora circa c’è un minivan per Bangkok.
Meglio arrivare qualche minuto prima perchè quando è pieno, parte.
Costa 60baht a testa e ci impiega 1 ora e mezza ad arrivare a Victory Monument, fermata del bts, traffico permettendo.
Recuperiamo le valigie lasciate al Siam Swana Hotel e ci dirigiamo all’aeroporto.
Nuova avventura: arrivati di fronte ai tabelloni delle partenze… abbiamo sbagliato aeroporto! Panico! A me vien da piangere, Filippo va nel pallone.
Nessuna alternativa, con un taxi si sfida il traffico e si corre dall’altra parte della città.
L‘amuleto del Buddha, che mio marito tiene in tasca dal secondo giorno, forse ha contribuito, ma ce l’abbiamo fatta.
Con 500baht di taxi, raggiungiamo in tempo il secondo aeroporto di Bangkok, Don Mueang, e riusciamo anche a cenare con un Mc Samurai (Ronald Mc Donald, all’ingresso, saluta e ringrazia a mani giunte con un piccolo inchino del capo).
Un’ora e mezza dopo, col volo in orario, atterriamo a Phuket e i prezzi son già più alti: 20baht per mezzo litro di acqua contro i 10bath del nord.
Anche i taxi non sono molto a buon prezzo. Cifra fissa, non si tratta, portano in città per 650baht.
Il resto della vacanza sarà più dispendioso…
Il Chinotel per la notte va benissimo. Palazzo decoroso, bella stanza moderna anche se molto piccola. Wifi gratuito e veloce. Colazione compresa.
Il quartiere ci pare un po’ angusto ma sarà da vedere di giorno.
In ogni caso è solo una tappa, domani ci si continua a spostare.
E il viaggio prosegue: Phuket.
Qualche dubbio sulla moto?
Eccovi in soccorso Filippo con Noleggiare una moto in Thailandia: le 10 cose da sapere.
2 comments
Mi piace, questa zona della Thailandia non l’ho fatta e mi hai invogliato a vederla!
Brava Greta
E’ bellissima Mica! A parte che tutta la Thailandia mi è piaciuta un sacco…