Bali: Munduk, cultura e trekking tra le cascate

L’entroterra balinese è la grande ricchezza di Bali, ciò che la rende diversa e unica rispetto alle isole che la circondano sta qui, nella natura selvaggia. Se una volta era Ubud, villaggio reso famoso dal film hollywoodiano Mangia Prega Ama, il centro culturale e spirituale di Bali, oggi è Munduk a offrire la calma e la natura incontaminata nonchè rapporti umani autentici.

Munduk e la vallata delle risaie, della foresta, dei vulcani dopo la pioggia

Munduk è abbastanza difficile da raggiungere, ma è da qui che partono magnifici trekking tra i palmeti, la foresta pluviale e le cascate. E’ sempre qui che si possono fare corsi di yoga in totale anonimato, staccando realmente dalla vita di tutti i giorni. Si è abbastanza disconnessi con i mezzi pubblici e per distanza e per offerta di trasporti, si è calati in una realtà di campagna in cui la gente è profondamente vera e gli stranieri qui presenti non sono ancora identificabili come turisti. Si ha l’opportunità di fare corsi di cucina nelle homestay tradizionali e di entrare ancor più in contatto con la cultura locale che si rispecchia nella ricchezza di gusto dei piatti più diffusi quali il Nasi Goreng e il Mie Goreng.

I ricchi giardini balinesi integrano le piante tropicali a statue e viottoli, a fontane e altari sacri

A Munduk, io e Simona, ci siamo arrivate con un passaggio in scooter sotto la pioggia battente, con il mio autista che, incurante dell’acqua che ormai ci aveva inzuppato, si è fermato a mostrarci una vista a picco sulle risaie a terrazza. Gentile e orgoglioso della sua terra.

All’homestay Guru Ratna, dove abbiamo soggiornato per tre notti con colazione compresa a 17 euro la doppia, ci hanno saputo consigliare sui punti di partenza dei trekking verso le risaie a terrazza ed anche verso le meravigliose cascate.
Consiglio a chiunque di affidarsi alla gente del posto ed evitare guide locali che, in questo caso, sarebbero superflue tanto sono facili i percorsi a piedi.

Camminando su e giù per sentieri e scalinate nella foresta pluviale

Il tramonto sulle risaie è stato il primo spettacolo che ci ha offerto Munduk, il sole di novembre è sceso abbastanza rapido sotto l’orizzonte ma, fortunatamente, non tanto da non poterlo catturare. Il saliscendi che porta alle risaie taglia fiato e gambe, ma le soste ad ammirare il paesaggio sono frequenti e la fatica si supera agilmente.

Tramonto tra i campi, il mio primo tramonto a Munduk, Bali

Il trekking alle cascate è decisamente più semplice per dislivelli, ma è leggermente più difficoltoso individuare i percorsi tracciati. In ogni caso, a perdersi ci si guadagna sempre: io ho conosciuto una bambina dagli occhi grandissimi e una famiglia che vendeva spezie lungo il sentiero.

Prima conquista, prima tappa, prima cascata!

La prima cascata non è troppo isolata. A una trentina di minuti dalla strada principale asfaltata, si trova un vero e proprio orrido nella foresta nel quale ammirare le pareti ricoperte da rigogliosa vegetazione, il cielo blu che fa da tetto e la cascata che si fa strada con forza. Il luogo è di un’indescrivibile bellezza e lancia la sfida ai fotografi più bravi: qui il gioco di luci mette in difficoltà chiunque.

La Melanting Waterfall a prima vista

Da qui alla Melanting Waterfall, la seconda cascata, si tratta di un’oretta di cammino o poco più. Si attraversa un saliscendi di lussureggianti palmeti e prati abbelliti dalle piante più colorate che io abbia mai visto. L’ingresso è a pagamento, così come per la prima cascata, e la cifra è irrisoria. I ragazzi al desk sono disponibili a farvi entrare nell’area della reception per ammirare la vallata sottostante. Lo spettacolo merita una sosta dunque non abbiate timore e chiedete loro di accedere al retro!

Cascata di Melanting, peccato non possiate sentire il rumore del grande salto dell’acqua

Al termine di una lunga scalinata in discesa, sulla sinistra, il frastuono dato dall’altissimo salto dell’acqua calamita l’attenzione. E’ stupore e meraviglia. I miei occhi a volerne sapere di più hanno fatto scattare le gambe verso la piana sottostante, lì mi sono sciolta in pensieri infiniti e abbandonata al relax totale sotto gli schizzi della cascata e i cicalìo continuo.
Che il verde favorisca il relax è provato, che tanta natura selvaggia mi dia la possibilità di fondermi totalmente con essa anche.

Una situazione più immersiva di così, per scrivere, dovevo ancora trovarla!

Ma ciò che ho provato in quei momenti sarà il tema di un altro post!

Giallo e verde sono energia, perseveranza, forza, allegria, speranza e solidità.

Come raggiungere Munduk

Vi consiglio di prendere un taxi per comodità, sarà un po’ più caro della norma balinese poichè il villaggio è totalmente fuori rotta, però evita perdite di tempo.
Io, invece, ho triangolato dal porto di Gilimanuk a Banjar in bus per poi prendere un passaggio in motorino e ho raggiunto l’obiettivo di mantenere il viaggio low cost.

Una statua del giardino balinese del Guru Ratna Homestay

Dove soggiornare a Munduk

Ho soggiornato al Guru Ratna Homestay e lo consiglio a tutti per la pulizia, la disponibilità dello staff, l’ampiezza delle camere, il curatissimo giardino balinese esterno, la terrazza volta al tramonto, il prezzo contenuto, la bontà dei piatti cucinati al ristorante, la colazione ricca e ben presentata e l’immenso cuore balinese di ognuno dei ragazzi della reception.

Il frutto della pianta del pane di cui la foresta è stra ricca

 

E sempre grazie a Simona per le foto!

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