La settimana di blog tour #PiaveLive per me ha inizio con uno squisito pranzo a base di pesce. Siamo affacciati sulla foce del fiume Piave e gustare cozze e gamberi ammirando il mare mi rende felice e entusiasta.
Dopo pranzo ecco che ci attende il primo giro in barca. Una piccola barchetta da pescatori dove riusciamo a salire in 6 o poco più.
Ci sediamo, un po’ instabili, sui bordi dell’imbarcazione e ci dirigiamo subito verso il mare.
Il chiassoso motore non disturba affatto gli stormi di gabbiani e maestosi aironi che, tranquilli, se ne stanno con i piedi a bagno, lungo le sponde del fiume.
Siamo lontani dall’ora del tramonto eppure il sole si sta specchiando sull’acqua formando rilessi incantevoli, multicolore.
Appena raggiunto il mare, ci viene indicata la curiosa spiaggia della Laguna dei Morti. E’ una spiaggia di naturisti, molto appartata ma comunque a pochi passi dall’affollata (non in questa stagione) spiaggia di Jesolo. Anche via mare siamo stati abbastanza distanti da assicurare la loro privacy, hi hi!
Facciamo dietro front e risaliamo invece per un breve tratto la Piave.
(Apro una parentesi: in questo viaggio sono rimasta confusissima sul nome maschile o femminile di questo fiume. Mi pare di aver capito che con La Piave si intendesse lil vecchio tratto del fiume ma quale poi materialmente esso sia… hemm…)
Incontriamo sul nostro percorso numerose bilance che subito mi riportano alla mente i trabocchi abruzzesi che ho conosciuto per la prima volta a #ScoprendoChieti.
Le bilance sono delle grosse reti da pesca di forma quadrata e fissate ai quattro angoli su alti pali. Vengono calate in acqua e tirate su anche da una singola persona grazie ad un utile sistema di carrucole. Sono utilizzate di rado ultimamente, anche a causa delle numerose secche formatesi lungo la foce, ma la piccola casetta adiacente ogni bilancia è quasi sempre perfetta. Ben curata, ridipinta di fresco, con fiori e attrezzata per barbecue con amici.
La Piave ci ospita sulle sua acque anche lungo un tratto interno, nella provincia di Treviso.
Questa volta a condurci lungo il fiume sarà l’abilità dei remieri di Meolo.
Ci lascia di stucco la velocità che il piccolo sandolo (imbarcazione simile ad una canoa ma con una piccola zona di fondo piatto dove possiamo sederci con tranquillità) riesce a raggiungere grazie alle vigorose remate.
Ci vuole sicuramente un rigoroso allenamento e una grande passione per questo sport che ti immerge nella natura come pochi altri. Natura ma anche tradizione. Tutte le età sono rappresentate nella squadra dei remieri e quando la forza fisica viene meno, c’è l’esperienza che ti rende più veloce!
Bene: io non ho nè forza fisica nè esperienza, ma ovviamente non ho potuto esimermi dal prendere in mano un remo!
Gli altri ospiti dell’imbarcazione dondolante hanno perso il sorriso in un attimo, in favore di un ghigno preoccupato. Mi dirigo a prua e sotto i rigorosi consigli di chi ne sa più di me, riesco a fare avanzare il sandolo di qualche metro.
Accaldata e soddisfatta, torno a sedermi a fianco della stoica Noemi che ringrazio per la fiducia!
Risaliamo in barca una terza volta lungo #PiaveLive. Siamo alla laguna di Lio Maggiore di Jesolo dove la storica topetta ristrutturata e con tettoia ci porta a spasso tra le barene. Si sta avvicinando il tramonto e un sole giallo paglia si riflette sulle acque basse ed immobili della laguna. Ci aggiriamo tra gli isolotti ricolmi di vegetazione verde e fiorita. Sono piante speciali, si alimentano di acqua salata!
Il gentile proprietario dell’agriturismo La Barena ci spiega che molti clienti scelgono di raggiungere la Laguna Veneziana in completa autonomia. E’ infatti molto semplice guidare queste piccole barche in legno ed è impossibile perdersi seguendo diligentemente il percorso indicato da paline e briccole (gruppi di tre paline legati tra loro). Su ogni briccola è affisso un piccolo cartello e il natante deve stare attendo a rimanere sempre dal lato del cartello. Dall’altra parte troverebbe la secca.
Avanziamo per un bel tratto, a velocità molto ridotta per permetterci di chiacchierare e ammirare il sole, ora rosso fuoco, che sta per tuffarsi in acqua. Ogni tanto una palina è occupata da un gabbiano, che se ne sta sereno accovacciato sulla sommità, quasi a mettersi in posa per le foto più romantiche di tutto il nostro viaggio lungo il fiume Piave.
2 comments
Interessante l’esperienza di navigazione lungo il Piave
Sì, mi sono divertita molto. Non sono grande amante dell’acqua ma stranamente quando si parla di barche mi si illuminano gli occhi! 🙂