Le eccellenze artigianali del Birrificio Balabiòtt di Domodossola

Ci si può improvvisare mastri birrai e creare birre artigianali di altissima qualità?

Se metti insieme un erborista e un termotecnico esperto di caldaie, diciamo che parti già col piede giusto!
Michele e Matteo hanno iniziato questa avventura solo da pochi mesi, sebbene abbiano già alle spalle una gavetta di 3 anni di produzione in proprio (in un sottotetto, ci confidano), e stan facendo le cose in grande e per bene.

Il Balashop è un accogliente punto vendita nel centro di Domodossola, la loro città, che vende al dettaglio anche prodotti tipici a km 0 e nel retro tini, pompe, fusti di fermentazione e tutto l’occorrente per l’homebrewing (la birrificazione fai-da-te).

Dopo aver degustato una Fiòla, una bella “ragazza” bionda, Michele ci accompagna nel retro: il cuore del Birrificio Balabiòtt dove avviene la produzione.

 

Si parte dai malti selezionati che, sminuzzati, vengono infusi a diverse temperature controllate e poi filtrati. La fermentazione dura almeno una settimana e solo dopo l’aggiunta di luppolo e zuccheri si procede all’imbottigliamento.
L’ingrediente “segreto”, che tanto segreto non è e rende queste birre uniche, è la segale della Val d’Ossola: una cultura autoctona andata perduta e riscoperta solo negli ultimi anni.

 

Matteo e Michele sono molto legati al territorio e alle loro valli: dal nome che han dato al birrificio, Balabiòtt è il nome della comunità anarchica/utopista insediatasi all’inizio del 900 sul vicino Monte Verità, a quelli delle birre, tutti in dialetto Ossolano.

Una delle loro birre “speciali” ce la portiamo a casa in mega formato da 75 cl.
E’ la 40 dì, prodotta in occasione del 70° anniversario della Repubblica dell’Ossola, disponibile solitamente a settembre e ottobre, che deve il suo nome proprio alla durata della stessa. L’alta presenza di segale tra i malti conferisce il particolare sapore acidognolo, simile a quello caratteristico delle weiss.

Prima di congedarsi, però, c’è ancora tempo per gustare altre due birre “classiche” del Balabiòtt.

La Rabelòtt (“confusione”), un’ambrata ad alta fermentazione ispirata alle India Pale Ale (IPA), fatta con tre diversi luppoli: squisita! Un sapore simile alla Martin’s IPA, già vincitrice di diversi concorsi internazionali e testata (per voi!) al Delaney’s di Bruges, cui non ha nulla da invidiare!

La Sciùra, la “Signora” birra scura da 7,1 gradi, invece è la più gustosa e particolare. E’ il miele, della Val d’Ossola ovviamente, a darle quel tocco unico!

Mentre noi coccoliamo il palato, Matteo è molto indaffarato nella sperimentazione di una nuova birra: siamo prossimi a degustare anche noi la prima stout del Balabiòtt?
Serviranno altre 8 settimane prima che l’esperimento si possa dir concluso, nella speranza che la nostra visita abbia portato fortuna e il mosto si trasformi in un’ottima birra, perché non provare intanto a trovarle il nome?
Scùri? Neiar? O forse Cloe, come la nostra amata micia nera?

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2 comments

goodnightandtravelwell 19/12/2014 - 10:54

Ma i nomi di queste birre sono splendidi! 🙂 Già solo per quello sarebbero da provare tutte 😛

Greta 19/12/2014 - 11:02

🙂 Geniali vero? E pure buone!

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