Il castello Nemours di Frassinello Monferrato

Spesso, durante i nostri giri in Vespa per le colline, siamo passati da Frassinello Monferrato, ma mai abbiam fatto caso al suo splendido castello.
Arroccato in cima alla collina a dominare il paese, in estate è completamente nascosto dagli alti alberi e dall’antistante chiesa parrocchiale e, purtroppo, quasi mai aperto.

Le alpi viste dal paese

Approfittando dell’iniziativa Genius Loci, promossa dall’ecomuseo della pietra da cantoni e dal comune, son riuscito a trascinare Greta, complice la splendida e calda giornata invernale (e un po’ di astuzia), in questa visita guidata all’interno del maniero.

Data l’eccezionalità dell’evento, le persone erano davvero molte e la visita, ad un certo punto, è divenuta molto fai-da-te.

Si sale dalla piazza Regina Margherita lungo il bastione (costruito, espropriando dei tinai e scavando a mano la collina, nel 1700 per creare una piazza al centro del paese) e si costeggia il muro di cinta, per poi accedere al portone principale.

L’ingresso del castello

Il castello ha una storia millenaria. Gia nel 965 d.c. alcuni scritti parlano di una fortificazione nel paese di Frassinello che fu decisiva nel fermare le orde di saraceni discesi dalle montagne (e che pare si fossero insediati nelle grotte saracene di Ottiglio, il paese vicino).
Il castro e i territori del paese passarono poi al vescovo di Vercelli e, quindi al vescovo di Asti.

Finché  intorno alla fine del 1200 passò ai Nemours. Il capostipite (Barlofa), fu un personaggio molto controverso: lui si dichiarò un cavaliere discendente degli antichi duchi di Nemours, in realtà pare fosse un banchiere imparentato alla lontana con i conti di Namour, in Belgio.
Una leggenda racconta che Barlofa, in inverno, era solito scaldarsi i piedi mettendoli a bagno in un catino colmo del sangue dei suoi nemici.
Il nome poi nel corso dei secoli venne francesizzato in Nemours nel 1500.
Fatto sta che riuscì, finanziando gli Aleramo, ad entrare nelle loro grazie e a farsi concedere il feudo di Frassinello. Il castello rimase proprietà dei Nemours (poi divenuti Sacchi Nemours) fino al 1945.

Il castello rimase fino al 1700 una fortificazione: i Nemours abitavano in un palazzo a Casale Monferrato molto vicino al castello aleramico.
Dopodiché, dopo il declino del potere feudale, iniziarono le modifiche atte a renderlo la dimora signorile che è oggi.

Dell’antico forte, rimangono poche parti.

Entrati nel cortile, colpisce il secolare gelso bianco che abbraccia il pozzo.

Alcuni particolari, tra cui la scalinata d’ingresso e il gelso che abbraccia il pozzo

Dall’altro lato un giardino ottocentesco con palme, accoglie la terrazza con un vista magnifica sul paese e sulle colline circostanti.

Si entra (a turni per la grande affluenza) da una porta con scalinata su un fianco.

Sembra di tuffarsi in un palazzo settecentesco: volte affrescate, stucchi, finte porte e finestre dipinte sui muri, finti marmi disegnati la fan da padrone.

Passiamo negli appartamenti del Vescovo, separati rispetto ai locali dei padroni. La bellissima cappella, ora restaurata,  è stata trasformata nel 1950 nella sala “estrazioni” del medico condotto del paese!

Il salone degli specchi

Si passa nel salone “degli specchi”, con finestre che si aprono sulle montagne, nella sala del biliardo e si sale nella sala da pranzo.

Era il salone più utilizzato e più ricco: alle pareti dipinti rappresentanti luoghi ameni, sentiti solo raccontare.
Una particolarità: mentre nella maggioranza dei palazzi nobili, questi dipinti riproducevano luoghi esotici (non peraltro sono chiamati anche cineserie), qui la fan da padrona i mulini a vento, quasi a richiamare la discendenza belga della famiglia.
Nascosta dietro una porta del salone accanto al camino vi è murata un’antica cassaforte (pare del 1600).

Cappella vescovile, antica cassaforte e “cineserie”

Il resto del castello, in cui pare ci sia una vasca da bagno su cui campeggia una capra rampante, simbolo della famiglia Centurioni, con cui si imparentarono nell’800 i Sacchi Nemours, purtroppo è chiuso.

Il castello è oggi proprietà privata (proprietaria è un’architetta di Milano la cui madre era originaria del paese) e il custode non ha avuto ordine di mostrarci altre stanze…

Il tramonto corona la bella visita

Soddisfatti e infreddoliti (a gennaio nei castelli fa più freddo che fuori!), usciamo ad ammirare il tramonto sui tetti del paese.

Per visitare il castello basta andare a Frassinello per la festa del paese o in occasione di Riso e Rose (apertura solo del giardino), oppure farsi invitare ad un matrimonio: il castello Sacchi Nemours è diventato una location per ricevimenti molto gettonata!

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2 comments

Ilaria 03/02/2014 - 19:01

Bravi! Continuate a dare lustro alla nostra terra: a volte non serve andare troppo lontano per accorgersi di avere delle inestimabili ricchezze dietro l’angolo alla portata di tutti! Serve quindi qualcuno che ce le indichi ! Grazie a nome di una monferrina trapiantata altrove 😀

Greta 03/02/2014 - 19:22

Grazie Ila! Questo è un post di Filippo, è lui il grande amante della categoria. Anche se il Monferrato non smettiamo mai di ammirarlo e pubblicizzarlo.
Anzi, a breve sul blog e tutti i social arriva #PugliaVsPiemonte, un’amichevole sfida tra le due diversissime Regioni a colpi di “bellezze tipiche”, collaborando con la collega Manuela di Pensieri in Viaggio!

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