Che ne dite di un’esperienza gastronomia medievale nel borgo più alto della Puglia?
Ci troviamo ad Orsara, un grazioso paesino sui monti Dauni dove il medioevo lo si può scoprire anche a tavola, al ristorante dello chef Peppe Zullo.
Che poi Peppe è un gran personaggio, oltre ad essere un ottimo cuoco, e lo dimostra il suo motto “Simple food for intelligent people” (Cibo semplice per gente intelligente).
Chi è Peppe Zullo?
Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini definisce Peppe un “cuoco-contadino che ha saputo restituire alla sua terra l’orgoglio che merita”. Peppe infatti negli anni ’70 si trasferisce negli USA per cercare fortuna con la sua cucina povera ma saporita e genuina, appresa dalla madre. Apre il suo ristorante nel ’76: difficile lo scontro con il cibo da fast food americano e Peppe negli anni ’80 decide di rientrare in Italia e di riproporre una cucina genuina e dai sapori di casa.
Tutto comincia dalla sua azienda agricola dove Peppe segue personalmente la produzione delle materie prime a Km 0 da utilizzare per i suoi piatti tradizionali.
E dall’azienda agricola… si continua con il suo ristorante, le sale ricevimenti, la cantina e la scuola di cucina.
La cena medievale di Peppe Zullo
Indossare abiti di epoca medievale e avere l’immensa fortuna di poter cenare nella rinomata cantina del ristorante Peppe Zullo, adiacente gli ambienti del Nuova Sala Paradiso, mentre fuori nevica.
Beh, anche se non avete la stessa fortuna potete gustare la cucina tradizionale dello chef che prende le basi dall’epoca medievale per rivederla con uno stile personale e innovativo.
Un susseguirsi di saporiti antipasti verranno serviti su taglieri e vassoi in legno. Spiccano sicuramente i finger food a base di lampascioni caramellati (tipici cipollotti selvatici pugliesi molto amari) e “ostriche di terra” (verdura a foglia fritta che somiglia ai fiori di zucca). La presentazione è invitante e il sapore non lascia certo delusi.
Ottime le focacce con cipolle e gli affettati locali ma poi arrivano i primi con la zuppa di pane a far da padrona.
E il tris di spezzatino di maiale servito dai tre ragazzi stranieri che stanno studiando alla scuola di cucina di Peppe.
Si termina con un dolce ideale per la fredda nottata nevosa: una torta a base di ricotta.
Tutto squisito ma la grane differenza la fa lui, senza dubbio. Uno chef dall’indiscutibile esperienza, un uomo dall’inesauribile cordialità.
La scuola internazionale di cucina di Peppe Zullo
La scuola di Peppe Zullo è ospitata a Villa Jamele, struttura alberghiera perfettamente integrata nella natura circostante, insieme a Piano Paradiso (dove ho alloggiato).
La villa è immersa in vigne, orti, giardini dove vengono coltivati molti dei prodotti utilizzati in cucina, a km 0.
La scuola è fornita di una cucina professionale completamente dedicata ai workshop e il progetto propone esperienze di alto livello sia per cuochi amatoriali che per esperti del settore che vogliono incrementare la loro conoscenza dei prodotti e delle pietanze tradizionali pugliesi.
Come raggiungere Orsara e Peppe Zullo
Come si può leggere sul suo sito: “Auto, bus, trattore o bicicletta, raggiungeteci come più vi piace.”
Orsara è a poco più 35 minuti di auto da Foggia. Dall’autostrada A16, provenendo dalla Campania, è possibile uscire a Candela mentre dalla A14 i caselli di Foggia e Foggia Zona Industriale, più a sud, sono quelli più prossimi ad Orsara.
Il paese è collegato alla città attraverso i pullman delle Ferrovie del Gargano che potranno lasciarvi dinanzi a entrambe le nostre strutture. Gli autobus possono essere presi nel piazzale della stazione ferroviaria del capoluogo, importate snodo ferroviario nazionale.
Cosa vedere ad Orsara
Il piccolo borgo “di montagna” è il centro abitato più alto di tutta la Puglia. Situato sui monti Dauni, conta poco più di 2000 abitanti ma la sua fervida iniziativa turistica lo rende un ottimo punto di partenza per visitare la zona ancora sconosciuta al turismo di massa.
Da non perdere una visita alla famosa Grotta di San Michele Arcangelo, risalente al 1100 e ricavata da un anfratto naturale.
Si tratta di una replica della Grotta di Monte Sant’Angelo e la si può raggiungere per mezzo di una scalinata sacra che parte dall’interno dell’abbazia.
La grotta ha un’unica navata e una volta a botte, in roccia naturale. Sulle pareti si possono vedere distintamente iscrizioni e graffiti lasciati dai numerosi pellegrini diretti al Santuario di San Michele.
2 comments
Bravo Peppe!
Grazie per il commento 🙂