Istruzioni e consigli su come si guida una houseboat

Da poco avevamo scoperto l’esistenza di barche da fiume che si possono guidare senza bisogno della patente nautica. I percorsi proposti erano uno più interessante dell’altro: la laguna veneta, la verdissima Irlanda, la misteriosa Scozia… ma io mi sono immediatamente fatta coinvolgere dall’Olanda dei tulipani in fiore e dei mulini a vento.

Un po’ ingenuamente ho pensato che fosse semplicissimo guidare queste barche sui canali. Ma la non obbligatorietà della patente non significa che siano in grado proprio tutti tutti.

Ormeggiati ad Alphen aan den Rijn

Io e Filippo eravamo novellini una settimana fa, quando, da soli, ci siamo trovati a domare la Clipper, un gioiello di 11 metri di lunghezza, 3,9 di larghezza e, da non sottovalutare, 2,95 di altezza.

Partiamo subito con un piccolo ponte mobile, per uscire dal lago di Vinkeveen dove ha sede Le Boat, la più grande agenzia di noleggio europea di barche da fiume. Ci avvisano che per pochi cm dovremmo passarci senza farlo aprire. Quel “dovremmo”ci fa subito capire che sarà tutto nelle nostre mani durante questo viaggio!

Intuito e buona volontà sono fondamentali. Se poi avete modo di fare pratica affiancati per alcuni giorni da chi è più esperto, meglio ancora!

La chiusa di Vinkeveen, la prima!

Passiamo indenni al ponte e troviamo subito la prima chiusa, molto piccola.
Nelle chiuse ci sarà sempre un guardiano, a volte riservato, nel suo sgabiottino, a volte cordiale e ben disponibile a darvi una mano con le cime.
È necessario fissare prua e poppa al molo con le cime ma senza legarle. Si mette in folle il motore e in due si tengono appena in tiro le cime permettendo alla barca di salire o scendere di livello a seconda della chiusa.

Quando il livello corretto è raggiunto, il guardiano apre le porte della chiusa, si sganciano le cime e si può ripartire. Non è particolarmente complesso. Il moto ondoso nella chiusa è nullo e la barca sta diligentemente al suo posto.

Noi ne abbiamo affrontate 9, di cui una talmente grande che a farci compagnia c’era una chiatta di almeno 40 metri!

 

Il mio primo passaggio sotto un ponte mobile!

Paradossalmente, quei graziosi e bucolici ponticelli, sia mobili che non, sono molto più infami di una chiusa! E ne abbiamo incontrati tanti. Ma proprio tanti! Ben 87! Che di primo acchito non vedi l’ora di fotografare e filmare, poi realizzi che sono un grandissimo intoppo sotto ogni punto di vista.

Due microscopici ponticelli da incubo a Utrecht

Subito all’inizio del viaggio troviamo una serie di antichi ponti in mattoni che attraversano tutto il centro di Utrecht. Alcuni brevi, altri così profondi da somigliare a tunnel, addirittura a gomito. Non è stato difficile attraversarli, è stato un incubo!
Il pittoresco panorama non abbiamo potuto ammirarlo nemmeno con la coda dell’occhio quindi vi sconsiglio vivamente di prendere quella via a meno che non scegliate una barca molto più piccola.
Il cuore di Utrecht lo si raggiunge anche comodamente passando da sud e il gioco vale la candela.

Ponte a Maarssen

I ponti mobili sono i più curiosi. Ogni volta si va a scoprire un modo diverso di aprirli.
Spesso sono automatizzati con telecamere che avvisano del nostro arrivo. Ci si posiziona nel migliore dei modi, cercando di stare il più fermi possibile e si attende che il semaforo da rosso diventi rosso+verde. La classica campanella segnala la chiusura delle sbarre per pedoni, auto ma soprattutto biciclette e dopo un attimo il ponte comincia a sollevarsi. O a ruotare su se stesso.

Il primo ponte di Oudewater

Attenzione: se trovate il semaforo con due luci rosse significa che il ponte è chiuso.
Quindi o avete preso un canale non percorribile in quel periodo o siete capitati nell’orario di chiusura del ponte (19:00/9:00).

I ponti sono chiusi in altre occasioni: durante le pause dei controllori. Fate i vostri calcoli sul percorso perchè dalle 12 alle 14 circa li troverete in pausa pranzo e in altri casi, come il ponte che permette l’accesso da una sponda all’altra del lago di Vinkeveen, ci sarà anche la “pausa caffè” dalle 16:30 alle 17:30!

L’odioso bottoncino dei ponti, in basso a sinistra!

Seconda attenzione: non tutti i ponti mobili hanno un guardiano pronto ad attendervi. Molti hanno un bottone di avviso, molto piccolo, circa 4cm, che si trova su un palo in acqua a pochi metri dal ponte. Arrivarci con l’aiuto del mezzo marinaio spesso è una bella impresa!

Se non c’è il bottone ma il semaforo verde non arriva, potrebbe esserci indicato da qualche parte un numero di telefono da chiamare: sta a voi trovarlo. E poi attendere pazientemente che arrivi qualcuno magari dal ponte successivo o direttamente da casa sua!

Ormeggiati come si può in attesa del guardiano del ponte

A Ijsselstein abbiamo addirittura dovuto attraccare alla benemeglio contro un fosso, lanciare giù una bici con la quale andare a cercare il guardiano che si era posizionato ad un altro ponte più avanti.

Cose da pazzi insomma. Che se non le sai, in quel momento, in quella situazione, ti mandano davvero in paranoia!

Un piccolissimo ponte mobile in legno, nel nulla!

Superato il problema “apertura” e “imbocco” del ponte, ci si può godere la loro estrema originalità. Rossi, blu, verdi, che si alzano a levatoio o che con un sistema di 4 carrucole sollevano l’intero tratto di strada. O ancora quelli che ruotano su loro stessi rimanendo sullo stesso piano. Immensi e pesantissimi oppure talmente fatiscenti da alzarsi con le mani di una anziana signora su una manovella di legno.

Seguendo il nostro itinerario di una settimana nei territori di Utrecht e Amsterdam incontrerete ben 87 ponti, di cui 40 mobili, ma molti, molti meno attracchi purtroppo.

Esclusi quelli di emergenza dove non è possibile fermarsi nè tantomeno scendere a terra, dovrete allungare l’occhio e trovare i rari cartelli 3x24uur (3 giorni di 24ore).
Non fatevi false illusioni. Non troverete mai le torrette con la corrente 220 per ricaricare il vostro pc o tablet (tenetene conto, avrete solo la 12 volt per cellulari e fotocamera) e nemmeno i bocchettoni per fare rifornimento d’acqua (se necessario calcolate di farla quando vi rifornite eventualmente di carburante o in una marina).

Ormeggiati a Gouda

Vi va di lusso se trovate una banchina dalla quale poter scendere a terra con le bici. Altrimenti: sotto con l’ingegno!

A Utrecht l’ormeggio più completo. Bel luogo, bella banchina grande e corrente 220. Si paga però 12 euro a notte e ve li verranno a reclamare bussando alla barca alle 8 del mattino! La comodità si paga in tutti i sensi!

Un ultimo consiglio. Tenete la mappa dei canali di Le Boat come se fosse oro. E studiatela bene ogni sera per fare un programma di navigazione che non vi riservi brutte sorprese. Occhio a orari e dimensioni dei ponti! E buon viaggio, marinai!

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14 comments

Dri 05/08/2016 - 15:11

Ciao greta, visto che fra qualche settimana dovremo affrontare la sfida dell’Olanda in houseboat, non è che ti andrebbe di darci qualche info più precise sull’itinerario che avete fatto voi? Secondo te è possibile recuperare in anticipo la mappa leboat?
Grazie 🙂

Greta 05/08/2016 - 16:31

Buongiorno Dri,
non avevo ancor pubblicato l’itinerario in houseboat completo, ma era in programma nelle prossime settimane.
Visto la tua partenza imminente l’ho messo online così com’è (un po’ a bozza e senza immagini) così puoi consultarlo ed eventualmente scaricartelo.
Il post verrà rimosso per essere completato nei prossimi giorni, fai in fretta! 🙂

https://www.thegretaescape.com/blog/itinerario-7-giorni-in-houseboat-in-olanda/

zizizi 12/08/2015 - 07:05

Ciao. Anche noi noleggeremo da LeBoat una houseboat (Magnifique) a Vinkeveen, la prossima settimana (siamo due famiglie, ciascuna con due ragazzi, 8 persone in tutto) Abbiamo già fatto l’esperienza della crociera in houseboat sul Canal du Midi, qualche anno fa, ma ti confesso che l’Olanda mi preoccupa un po’. Potresti darmi dettagli sul giro completo che avete fatto? Vi siete fermati ad Amsterdam e dove avete attraccato? Noi vorremmo passare almeno una notte a Sixhaven, il porticciolo dietro la stazione centrale.
Grazie per le info che vorrai inviarmi.

Filippo 12/08/2015 - 11:14

Amsterdam in houseboat l’abbiamo saltata per mancanza di tempo e perchè comunque bisogna mettere in conto che gli attracchi sono pochi, scomodi al centro, affollatissimi in alta stagione e per di più a pagamento.
Abbiam preferito un giro tra le campagne molto più rilassante e spettacolare toccando Utrecht, Oudewater, Gouda, Alphen aan den Rijn, Uithoorn e Oudekerk aan de Amstel per poi far rientro a Vinkeveen.
E’ il giro “classico” da fare in una settimana e scoprire la “vera” Olanda, abbastanza semplice se evitate la sfilata nell’Oudegracht il canale nel centro di Utrecht (a meno che non siate esperti marinai)!
Se avete la possibilità consiglio il noleggio delle biciclette: gli attracchi per il pernottamento sono spesso lontani dal centro (e a volte anche dalla riva).

zizizi 12/08/2015 - 16:11

Infatti le abbiamo noleggiate, anche se 8 bici in barca occuperanno un bel po’ di spazio. Se fosse troppo difficile arrivare a Sixhaven, per visitare Amsterdam attraccheremo a Weesp e da lì ci sposteremo in treno/bici.
Grazie per le info.
A presto.

Greta 13/08/2015 - 12:59

Buon viaggio! E’ una esperienza indimenticabile!

beppe 03/08/2015 - 14:52

ciao! che giro avete fatto? noi salperemo il 15 agosto per fare il giro Utrecht, oudewater, gouda, Leiden, Amsterdam.
consigli particolari? dove avete ormeggiato a Utrecht?
grazie!!

Filippo 03/08/2015 - 16:40

Ciao Beppe! Dipende da che barca hai (larghezza). Se riesci a partire presto (entro le 17:30 da Vinkeveen) e la barca è meno di 2,95m di larghezza è bello infilare il controcanale che scorre lungo il fiume: lì è pieno di ormeggi ed è molto carino (dicono).
Anche se Le Boat suggerisce di passare la prima notte in porto (io lo sconsiglio perché si perde molto tempo e la mattina prima delle 9 le chiuse non aprono), il primo attracco, dopo la chiusa del lago, è a 30 minuti, poco prima dell’ingresso nel fiume (in mezzo alla campagna, non c’è NIENTE!), altrimenti il successivo è già in Maarssen (tempo di navigazione un’ora – a massima potenza!) dopo i primi 3 ponti mobili che però chiudono anch’essi alle 19…
Dovete valutare voi, certo che l’attracco a Maarssen è molto suggestivo!
Il secondo giorno, dopo aver perso 7 vite sotto gli innumerevoli e stretti ponti di Utrecht (4,20m), causa esperienza zero in barca e natante largo 3,95m, abbiamo superato l’Oudegracht e attraccato nell’unico Spoor 3×24 in città dotato di corrente 220V.
E’ ben segnato sulla mappa, si trova in un’insenatura del canale a fondo cieco e a due passi dal centro.
Se, come me, non ti senti molto capitano e devi condurre una barca di larghezza prossima ai 4 metri, il mio consiglio è di lasciar perdere la “sfilata” nel centro (attireresti solo scherno dei passanti grattando e picchiando contro ogni ponte, come abbiam fatto noi!) e di fare il giro largo navigando un po’ di più lungo il fiume e raggiungendo il centro passando da sud. Anche se sembra più lunga, ci metti metà del tempo. Tuttavia ciò comporta che la prima notte la debba comunque passare in porto o nel primo attracco dopo Vinkeveen poco prima del fiume.
In entrambi i casi, parti con la cambusa fornita di qualcosa con cui cenare e far colazione perché fino ad Utrecht non troverai niente, solo un piccolo negozio di snack e bibite (caro) nel porto di Vinkeveen!

Elisa 18/05/2015 - 15:22

Deve essere una cosa fighissima però!!! anche se mi sono persa al fissare le cime nella zona delle chiuse :/

Greta 18/05/2015 - 18:34

Ah ah ah no no! Alle chiuse le cime non sono da fissare! Ah ah ah!!! Sì Elisa, è stato emozionante, (preoccupante), e ci ha unito tantissimo!!!

goodnightandtravelwell 13/05/2015 - 00:17

Mi convinco sempre di più che è una cosa meravigliosa da fare. Devo solo trovare chi guida ora 😀 😀 😀

Filippo 14/05/2015 - 15:21

Beh, la puoi guidare anche tu senza patente!
Corso di 10 minuti su come accenderla e attraccare e poi via all’avventura!
Un’esperienza indimenticabile, comprese le prime difficili ore di navigazione quando sei ancora “acerbo” in quanto a ponti mobili, ponti fissi e chiuse! 🙂

Monica I Viaggi di Monique 12/05/2015 - 17:00

Ecco l’inghippo del viaggio, in ponti 😉 Io ho già le mie difficoltà al volante e nei parcheggi in retro (li evito come la peste), la soluzione? Un ottimo compagno di viaggio alla guida per sentirmi decisamente più tranquilla ed evitare di rimanere incastrata sotto un ponte. Grazie per i preziosi consigli!! Monica

Greta 12/05/2015 - 18:05

Ah ah ah Monica così ti togli ogni problema, anzi, ci guadagni anche! Evviva l’ottimo compagno di viaggio!! Che io ho trovato in Filippo!!

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