La diarrea del viaggiatore, folcloristicamente chiamata anche Maledizione di Montezuma, è uno dei disturbi più frequenti in viaggio. Che purtroppo che possono accadere di frequente.
Quali sono le cause della diarrea del viaggiatore?
La diarrea colpisce circa il 30-40% dei viaggiatori e spesso può rovinare le vostre vacanze limitando il raggio d’azione dei vostri spostamenti a non più di 100 metri da una toilette!
Le cause della diarrea del viaggiatore sono le più disparate, ma nella maggior parte dei casi non sono preoccupanti.
Statisticamente parlando, le cause principali possono essere attribuite a:
- Infezioni alimentari (batteri, virus, protozoi) – 50%
- Cambio di alimentazione ed abitudini alimentari – 30% dei casi
- Eccessivi sbalzi di temperatura (caldo/freddo) – 15%
- Ingestione di alimenti contaminati da sostanze tossiche – 5%
Generalmente è più frequente contrarre questa patologia nei Paesi tropicali, poco industrializzati, dove il caldo e l’umido, abbinato alle scarse norme igieniche di manipolazione degli alimenti, sono il terreno migliore per ottenere la combinazione perfetta di tutte le suddette cause.
Ma vediamo più nel dettaglio alcune di queste cause della diarrea.
1. Infezioni alimentari
Al primo posto della nostra disgustosa classifica delle cause di diarrea troviamo le cause infettive, di cui i maggiori responsabili sono i cosiddetti batteri opportunisti.
Il nostro intestino è fisiologicamente pieno di batteri buoni che, sminuzzando le sostanze nutritizie, favoriscono l’assorbimento di proteine e vitamine.
L’introduzione di alimenti contaminati da Escherichia coli produttori di enterotossina (il battere più frequentemente responsabile dei disturbi – 80% dei casi di diarrea del viaggiatore infettiva), Shigelle (s. dixenteriae), Salmonelle (s. tiphum), Staffilococco aureus, Campylobacter jejuni e anche Escherichia coli non enterotossici porta ad uno sconvolgimento della normale flora intestinale provocando il fastidioso disturbo.
A differenza degli altri batteri, l’E. Coli enterotossico produce una vera e propria tossina che agisce a livello intestinale irritando la mucosa e provocando diarrea secretiva o dissenteria (diarrea con muco), vomito, febbre e dolori.
Un ceppo, fortunatamente più raro, produce una tossina enteroemorragica che può portare a emorragie caratterizzate da diarrea con sangue rosso vivo (in questo caso è consigliabile fare diagnosi differenziale con l’ebola).
I sintomi hanno esordio improvviso e sono molto intensi con forti dolori addominali, numerose scariche con muco (e sangue), vomito. Se non trattata dura in media 3-5 giorni, dopodichè si risolve da sola.
Le shigelle sono responsabili di una dissenteria (shigellosi) anch’essa caratterizzata da febbre alta, vomito e dolori generalizzati alle ossa.
Le salmonelle invece possono essere responsabili del tifo addominale, un’estrema e grave complicanza dell’infezione gastroenterica che può portare, dopo settimane senza cure, alla perforazione dell’intestino con necessità di intervento chirurgico urgente.
Le salmonelle possono trovarsi in molti alimenti, anche se la causa più frequente di contagio è per via oro-fecale da esseri umani e/o animali tramite gli alimenti (carne cruda, uova, pollame, latte fresco, creme, succhi di frutta, maionese…).
Il campilobacter jejuni, così come i virus (5% dei casi infettivi: rotavirus, enterovirus e virus norwalk) e protozoi (<10% dei casi: Giardia lamblia, Entamoeba hystolitica Cryptosporidium) sono responsabili di enteriti in pazienti defedati.
Le infezioni virali hanno insorgenza brusca come quelle da E. Coli, ma durano non più di 2-3 giorni, mentre quelle da protozoi provocano dolori addominali meno intensi, raramente vomito, ma i sintomi e le scariche possono continuare anche per settimane o mesi dopo il rientro.
Rarissima, ma anche grave, è l’infezione alimentare da Staffilococco aureus che colpisce per lo più pazienti immunocompromessi: alcuni ceppi di questo battere producono una particolare tossina (tossina dello shock tossico) che, se assorbita a livello intestinale in elevata quantità, può portare ad uno shock generalizzato, fino al coma e alla morte.
2. Cambio di alimentazione
Una buona fetta delle responsabilità è, per fortuna, dovuta solamente al cambio di alimentazione o ai differenti ritmi e menu durante il viaggio.
Pasti veloci magari in piedi, ritmi sonno/veglia differenti e anche un maggior movimento durante il viaggio, si ripercuotono inevitabilmente anche sui movimenti dell’intestino determinando aumento della peristalsi e, nei soggetti predisposti, diarrea.
3. Sbalzi di temperatura
Anche chi viaggia in paesi industrializzati non è del tutto esente dal rischio: in questi casi la causa più frequente sono i condizionatori d’aria che, se come spesso accade vengono eccessivamente sfruttati, colpiscono la nostra pancia con un forte sbalzo termico, provocando diarrea solitamente acquosa (con scarso desiderio di bere).
Chi colpisce più frequentemente la diarrea del viaggiatore?
La diarrea del viaggiatore colpisce con maggior frequenza le donne rispetto agli uomini, mentre per le complicanze (colon irritabile, megacolon tossico, sindrome shock tossico) non vi è differenza di sesso.
A maggior rischio sono i soggetti giovani, gli immunosoppressi, le persone con preesistenti problemi intestinali (rettocolite ulcerosa, colon irritabile), i diabetici e le persone già in trattamento con gastroprotettori anti-H2 (omeprazolo, lansoprazolo).
Come si manifesta la diarrea del viaggiatore?
La malattia si manifesta con episodi di diarrea almeno tre volte al giorno con feci liquide, semi-formate o con presenza o meno di muco.
E’ molto importante monitorare la durata e l’eventuale insorgenza di nuovi sintomi, in primis la febbre e il vomito.
Il perdurare della febbre, insieme alla diarrea, indica spesso una causa infettiva ed in tal caso il trattamento deve prevedere l’uso di antibiotici ed evitare il più possibile gli antispastici.
La diagnosi certa (eziologica) è impossibile durante il viaggio: è necessaria un’accurata anamnesi e l’esecuzione di esami colturali e di laboratorio.
Quanto dura la diarrea e quando spariscono i sintomi?
Solitamente la diarrea del viaggiatore è una patologia acuta e dura non più di 2-3 giorni per poi risolversi da sé.
Se la diarrea è causata dal cambio di abitudini alimentari o dagli sbalzi di temperatura, il sintomo è limitato al tempo necessario affinché il nostro corpo si adegui al nuovo ambiente del viaggio (giorni, settimane?).
Se le cause sono infettive, i sintomi normalmente si risolvono spontaneamente nell’arco di 2-5 giorni, ma in alcuni casi perdurano anche per settimane o addirittura mesi dopo il rientro a casa.
In tal caso è necessario rivolgersi al proprio Medico per effettuare degli esami ed iniziare una terapia adeguata, evitando assolutamente la terapia antibiotica fai-da-te.
Come si previene la diarrea del viaggiatore?
Prevenire la diarrea del viaggiatore è molto semplice, ma sappiate che a volte, sebbene applichiate alla lettera tutte le raccomandazioni, può colpirvi inevitabilmente.
Il primo e grande suggerimento è il socratico “conosci te stesso“.
Soprattutto dal punto di vista alimentare, le intolleranze non rimangono a casa ma vengono in vacanza con voi!
Fare attenzione a ciò che si mangia è il leitmotiv della prevenzione.
Di seguito le linee guida dettate dall’OMS sulla prevenzione delle malattie trasmesse da alimenti:
- scegliere i prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità (ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature);
- cuocere bene i cibi in modo che tutte le parti, anche le più interne, raggiungano una temperatura di almeno 70°C, in particolar modo carni e pesce;
- consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura;
- gli alimenti cotti, se non vengono consumati subito, vanno immediatamente conservati in frigorifero; la permanenza nel frigorifero deve essere limitata: se il cibo deve essere conservato per lungo tempo é preferibile surgelarlo;
- i cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura prima del consumo;
- evitare ogni contatto fra cibi crudi e cotti;
- curare particolarmente l’igiene delle mani per la manipolazione degli alimenti (frizionare le mani con gel alcolici o, se visibilmente sporche, lavarle con acqua e sapone prima di toccare i cibi – ndr);
- fare in modo che tutte le superfici della cucina, gli utensili ed i contenitori siano accuratamente puliti;
- proteggere gli alimenti dagli insetti, dai roditori e dagli altri animali;
- utilizzare solo acqua potabile.
Esiste un vaccino per la diarrea del viaggiatore?
No.
O meglio non ancora. Da anni si sta studiando un vaccino contro i ceppi enterotossigeni di E.coli, i più pericolosi dal punto di vista delle complicanze (sindrome del colon irritabile), ma al momento non è ancora in commercio.
Quali farmaci sono utili per curare la diarrea del viaggiatore?
I farmaci di prima linea in caso di diarrea acuta sono i sintomatici.
La loperamide (Loperamide generico, Imodium®, Dissenten®, Lopemid®), in compresse molli o orosolubile, va assunta subito dopo la prima scarica (2 compresse da 2mg), poi una compressa ad ogni scarica successiva, fino ad un massimo di 8 compresse al giorno (16mg) per un limite di 2 giorni di trattamento – tale dosaggio è dimezzato nei bambini.
La loperamide può dare cefalea, dolori addominali alti e portare a stipsi se assunta in dosi eccessive.
La loperamide NON va usata se alla diarrea è associata febbre elevata o vi è presenza di sangue nelle feci, pena l’insorgenza di gravissime complicanze anche mortali!
In tal caso rivolgetevi subito ad un Medico per iniziare immediatamente una terapia antibiotica specifica!
Altri farmaci utilizzabili in caso di intolleranza o allergia alla loperamide (il farmaco è un derivato della morfina: chi è allergico ad oppiacei sarà probabilmente allergico anche alla loperamide e viceversa!) sono gli antispastici (Buscopan®- Spasmex®…) che possono aiutare a ridurre i dolori addominali, ma hanno minor efficacia della loperamide nel fermare le scariche (si rimanda alle monografie indicate nei foglietti illustrativi per i dosaggi).
Importantissima è la reidratazione dopo ogni scarica diarroica, con acqua e/o integratori salini o zuccheri, soprattutto in Paesi caldi.
Quando e quali antibiotici utilizzare?
Possono prevenire la diarrea del viaggiatore?
La rifaximina (Normix®), un antibiotico che agisce a livello intestinale (non viene assorbito), è stata studiata nella prevenzione della diarrea da E. Coli enterotossigeno con ottimi risultati, ma le analisi statistiche non hanno confermato la sua comprovata efficacia (dosi di 1 cpr al giorno) nella prevenzione della diarrea.
L’utilizzo di questo antibiotico (molto importante da mettere in valigia qualora partiste per un lungo viaggio in zone tropicali a rischio ove sarà difficile ottenere un pronto soccorso medico!) va limitato a casi di diarrea acuta-cronica con o senza febbre, che perdura cioè più di 3-4 giorni. 1 compressa 2 volte al giorno, fino a finir la scatola (10 cpr-5 giorni).
In caso di terapia antibiotica è sempre bene assumere fermenti lattici (probiotici) per ripristinare la flora batterica intestinale “buona”, anch’essa decimata al termine della terapia.
In caso di persistenza dei sintomi nonostante un ciclo di terapia completo con rifaximina, è necessario rivolgersi ad un Medico per escludere altre cause (soprattutto protozoi: giardiasi, entamebiasi…), effettuare gli esami necessari ed iniziare una terapia antibiotica ad ampio spettro (con ciprofloxacina o fluorochinoloni).
Il limone è efficace?
I rimedi fai-da-te per curare la diarrea del viaggiatore
I rimedi della nonna son sempre utilizzati in emergenza: dal succo di limone strizzato sulla lingua all’acqua-limome e salvia, dal riso in bianco alla banana… ognuno di noi possiede una personale ricetta anti-diarrea di comprovata efficacia!
Gli alimenti acidi rallentano la peristalsi intestinale, è vero, ma da soli non bastano a placar del tutto le scariche, anzi possono peggiorare in alcuni casi gli spasmi addominali alti.
Gli alimenti asciutti (riso in bianco, banana) facilitano il pronto assorbimento di sostanze nutritizie, soprattutto zuccheri, di cui il nostro organismo ha immediato bisogno.
Il rimedio fai-da-te più efficace in questo caso è senza dubbio l’acqua (potabile, ovviamente), magari addizionata con integratori salini (Polase®) e zuccheri (con particolare attenzione in soggetti diabetici).
Ad ogni scarica il nostro organismo perde dai 300 ai 1000 ml di acqua che andranno poi reintrodotti gradualmente quando i sintomi si placheranno, per non indurre nuove scariche o limitare l’assorbimento degli antidiarroici o antibiotici.
Ancor più urgente è la reidratazione in caso di vomito associato alla diarrea.
In tal caso, se gli antiemetici assunti per bocca (o ancor meglio se lasciati sciogliere sotto la lingua) non riescono ad agire, è bene rivolgersi ad un Medico per un’iniezione intramuscolare o una flebo reidratante endovena.
I fermenti lattici servono a prevenire la diarrea del viaggiatore?
Sì, ma solo in parte.
I fermenti lattici (o probiotici) aiutano a rafforzare numericamente la flora di batteri buoni, lasciando meno spazio ai batteri opportunisti (E. Coli enterotossigeno), responsabili della diarrea del viaggiatore.
Da soli, senza l’applicazione delle basilari norme igieniche alimentari o in caso di intolleranze alimentari, però non bastano a tenervi lontano dal bagno.
I fermenti lattici sono molto utili in caso di terapia antibiotica (ancor più al termine del ciclo di terapia) per ripristinare la fisiologica flora batterica intestinale.
Redazione a cura del
Dott. Poncina Filippo
Specialista in Anestesia e Rianimazione
Ospedale di Casale Monferrato
15 comments
Buongiorno, scusatemi se ne approfitto del medico per un semplice consiglio :). Normix e Imodium sono due farmaci alternativi o conviene portarli entrambi in un viaggio in Perù? So che hanno funzioni diverse, ma il medico dei viaggi della ASL mi ha prescritto solo il Normix. Grazie.
Ciao Alessandro, il dottor Poncina non ha possibilità di rispondere in questo periodo ma per esperienza posso darti un consiglio anche io. Porterei entrambi. L’Imodium per calmare una situazione acuta ma sporadica, il Normix è un antibiotico e come tale va preso per un determinato periodo per curare una situazione più “grave”. Buon viaggio.
Salve,
Senza fare pubblicita’ a nessuno, tra i fermenti lattici (in capsule) sul mercato, lei cosa userebbe?
Io stavo valutando Lactoflorene Plus, Enterolactis Plus e Solgar Acidophilus…
Grazie
Buongiorno Daniele, la composizione dei fermenti lattici disponibili in farmacia è sovrapponibile in quanto ad efficacia (ma non a prezzo, si sa!) tra le varie composizioni. Sono probiotici, cioè aiutano la flora intestinale presente (che si assume essere “sana e buona”) e aiutano a prevenire la diarrea del viaggiatore.
Discorso a parte per l’Enterogermina che è in forma liquida in flaconcini (un po’ più scomoda da portare in viaggio) che è lievemente superiore in quanto a efficacia in quanto contiene bacilli “buoni” antibioticoresistenti: questo farmaco va riservato per i casi di diarrea del viaggiatore più grave (persistente per più di 4 giorni o con febbre e vomito) oppure se si inizia terapia antibiotica (con Normix o Penicilline) e cura la disbiosi (cioè l’alterazione della flora batterica intestinale buona).
Se è per prevenire la DDV (viaggio in Paese a rischio moderato) porterei dietro dei fermenti lattici (van bene tutti quelli che ha elencato), in caso di viaggio in Paesi a rischio elevato porterei solo Enterogermina perché i fermenti da soli non avrebbero efficacia.
Filippo
salve
siamo tornati dal marocco da tre giorni col mal di pancia
Sono andato in bagno un paio di volte in piu del normale , diarrea poca.
Ma il mal di pancia c e ancora ( non è forte ma persistente )
è utile prendere i fermenti lattici adesso o passa da solo ?
Saluti
Sì, i fermenti lattici in questo caso possono essere utili in quanto la flora batterica può essersi alterata con una dieta differente.
L’antibiotico (Normix) invece va riservato ai casi di persistenza dei sintomi per oltre una settimana.
Sono andata a australi per 3 mesi ho prezzo del acqua contaminata de un fiume .ho la de area de octobre,il mio medico mi a fatto il e amen d le fece normale è venuto negativo,ho prezzo 3 antibiotico diverso niente,sono impertensa e ipotiroidismo e sento che il organismo no va benne ,che e amen più profondo Debo fare,sono disepersta,Debo andare a pronto soccorso ? Grazie.nives
Le consiglio di rivolgersi ad un centro di malattie infettive e tropicali (il pronto soccorso nel suo caso non serve): i comuni esami del sangue e delle feci a volte non riescono a scoprire tutte le cause infettive di diarrea, specialmente se si tratta di batteri, virus o parassiti rari e non presenti in Italia.
Saranno gli specialisti ad integrare gli approfondimenti diagnostici eventualmente con ecografia addominale e/o TC.
Salve….. io mi porto sempre dietro il normix. Grazie al cielo non ne ho mai avuto bisogno.
Ma va bene per me che sono allergica alla penicillina?
Sì. Il Normix appartiene ad una classe di antibiotici differente. Non ci sono interazioni allergiche con la penicillina.
…ottimi consigli…
Ciao Casalesi giramondo! Vista la mia nuova avventura professionale ed alla luce della vostra dettagliata cartina delle zone a rischio direi che…. SONO PRONTO A CA….. ADD…. per i prossimi 2 anni!! Scherzi a parte, non essendoci mai visti nel Monferrato, vi aspettiamo a Sungai Petani a braccia aperte!! Nuccio e Manu JUST MARRIED!!
Hey Nuccio, finalmente ti fai vivo! Ho intravisto una vostra foto vestiti da grande giorno su Facebook: tantissime congratulazioni! E complimenti anche per il nuovo lavoro. Coraggiosi! In bocca al lupo e chissà che non veniamo a trovarvi davvero!
grande Fil! post super completo, hai affrontato questo diffuso problema marrone sotto tutti i punti di vista! Ora c’ho paura delle Sighelle… ma vivono anche qui da noi?
Shigelle über alles, direi!
Anche in Italia esistono gli E.coli enterotossigeni da qualche parte, ma in numero inferiore e meno “cattivi” rispetto ad altri Paesi