Con la pioggia o con il sole, Como è una città ricca di fascino e di storia, tappa obbligata, o punto di partenza, di ogni viaggio o vacanza sul Lario, il lago cui il Manzoni attribuì il nome.
La città, a soli 50 km da Milano, è molto ben servita da treni (2 linee – FNM e FS – con 3 stazioni vicinissime al centro) e da autostrada, oppure via battello o aliscafo da Bellagio, Cernobbio e altri porti lacustri.
Parcheggiata la macchina in zona stadio, ci incuriosiscono subito gli idrovolanti in bella mostra sulla sponda del lago: sono dell’Aero Club Como, il più antico d’Italia, il cui hangar è talmente un’istituzione tra i lariani da esser divenuto un’ambita location di matrimoni!
A poche decine di metri, percorrendo una romantica passerella, raggiungiamo la splendida Villa Olmo, sede di grandi mostre ed eventi, il cui parco, aperto liberamente al pubblico, è ideale per rilassarsi e godere una splendida vista sul lago e sulla città.
Tornado indietro verso il centro storico, Como, città razionalista, ci accoglie con l’imponente Monumento ai Caduti, costruito da Terragni nel 1933, una torre alta 30 metri che racchiude all’interno un monolito in granito di 40 tonnellate con incisi i nomi dei 650 caduti comaschi nella Grande Guerra.
Accanto, una struttura molto familiare è nascosta da un’ordinata fila di alberi: sulle banconote da 10000 lire erano più piccoli, ma gli anni son passati anche per loro! E’ il Tempio Voltiano, costruito nel 1928 nel centenario della morte dell’inventore della pila (nonché scopritore dell’ “aria infiammabile di palude”, detta anche metano) Alessandro Volta, comasco doc.
Il centro storico di Como è invece tutto da scoprire, con i suoi acciottolati vicoli medievali e le antiche botteghe.
Il tour è da compiere liberamente, senza nessuna piantina in mano, senza limiti di tempo e soprattutto senza una meta precisa.
Partite da piazza Cavour, sul lungolago, l’antica darsena (che sovente il Lario cerca di riprendersi!) e puntate subito alla Cattedrale, riconoscibile dalla sua cupola verderame, col Broletto, l’antico palazzo comunale.
Scoprite il Teatro Sociale con la sua arena, sede di numerosi spettacoli sotto le stelle, ammirate dall’altro lato della strada la razionalista sede della guardia di Finanza (ex casa del fascio) che compare, insieme al palazzo dell’Eur a Roma, su tutti i libri di architettura, quindi percorrete via Vittorio Emanuele, la via dello shopping.
Da qui in poi, perdetevi girovagando nelle vie medievali con le loro botteghe storiche e negozi di sete (via Adamo del Pero, via Tatti, via Olginati e la più nota via Vitani) e fermatevi per un gelato (o un caffè caldo) nelle piccole piazze che improvvisamente si apriranno davanti a voi (piazza San Fedele – il cuore della città, piazza Volta – sede della movida notturna, piazza Mazzini)!
Sbirciate nei portoni dei palazzi e non esitate ad entrare, se sono aperti, nei bellissimi cortili fioriti per scattare una foto da cartolina – ad agosto molti sono aperti per la manifestazione Cortili in Festa.
Per gli amanti della cultura, da non perdere è il Museo Didattico della Seta, alle spalle del centro storico, che ripercorre tutta la storia di questo pregiato filato sin dal 1510, anno in cui i frati la importarono sul territorio sfruttando il clima e la grande quantità di gelsi (delle cui foglie si nutrono i bachi) già presenti sulle rive del lago.
Se nel medioevo Como si limitò a coltivare e produrre il materiale grezzo, è dal settecento che la città si trasformò in capitale della seta, con l’inizio della produzione industriale e dello sviluppo dell’intera filiera.
Oggi, purtroppo, i bachi non vengono più allevati sulle rive del lago ma sono importati, a basso costo, da Cina e Thailandia. Nonostante ciò, le sete di Como restano le più apprezzate a livello mondiale sia per la particolare lavorazione che il design Made in Italy.
Ogni volta che adocchierete una torre in mattoni o un’antica fabbrica sulle sponde del Lario, sappiate che molto probabilmente si tratterà di un antico setificio, una dismessa filanda o una ex tintoria.
La visita a Como nelle belle giornate (ahimè non è stato il nostro caso) non può che terminare con una corsa sulla funicolare per Brunate. Ricordo lo spettacolo del lago e delle ville liberty, a cui i binari passano accanto: valgono il prezzo del biglietto!
Dalla stazione superiore basta una breve passeggiata per giungere al Faro Voltiano, dalla cui piazzola sulla cima, dopo una vorticosa salita di 143 gradini, si gode di una vista e di un tramonto impagabile sul Lario e sulle Alpi, fino a scorgere il Monte Rosa nelle giornate più limpide.
Il nostro viaggio si conclude sotto un’incessante pioggia primaverile che ci impedisce la visita ai borghi sulla Via Regina. Ma torneremo e la prossima volta non ci dimenticheremo di mettere il sole in valigia!
[starbox id=Filippo]