Durante il nostro soggiorno di tre giorni a Praga, nonostante i consigli e le informazioni prese prima della partenza, ci siamo trovati a mangiare nei posti più disparati e, diciamolo, dove ci capitava.
Ci veniva fame, ci guardavamo in giro e il primo locale che ci ispirava, era quello giusto!
Ed effettivamente non abbiamo sbagliato un colpo.
Fortuna? Un po’ sì ma sicuramente abbiamo constatato che la cucina boema prevede diversi piatti tipici decisamente apprezzabili.
Che siate in un ristorante, in un pub o in una osteria, il menù di norma non prevede la quantità di portate a cui siamo abituati in Italia e tutto sommato le proposte sono quasi sempre le stesse. Però sono piatti che a parer mio piacciono praticamente a tutti.
Scegliete locali poco turistici e rimarrete soddisfatti il doppio. Anche se dovrete quasi sempre superare l’ostacolo della lingua.
Molti menù sono scritti in ceco e quelli che prevedono l’inglese utilizzano comunque termini poco riconoscibili se non si ha dimestichezza con quel particolare tipo di cucina.
Per il pranzo del primo giorno ci siamo fermati in una birreria vicino al nostro hotel.
Il 3+3+3 ha tavoli e sedie in legno rustico, senza tovaglia nè tovagliette americane.
Era la prima volta che ci trovavamo davanti una lista e siamo andati un po’ alla c(i)eca.
Io ho scelto spalla di maiale con dumplings e crauti (vepro knedlo zelo) mentre Filippo una specie di arrosto con salsa cremosa (svickova na smetane, houskovy knedlik).
E poi la prima ottima scoperta, una birra scura, la Velkopopovicky.
Affatto somigliante alla Guinness che si beve solitamente qui in Italia e che a me non piace molto. Servita ghiacciata, corposa ma non densa e con retrogusto morbido. Ci mancherà molto.
D’obbligo concludere con uno strudel caldo, col gelato (jablecny zavin). Lo adoro! Con quel profumino di cannella…
Per cena ci siamo fatti consigliare dall’hotel, il Waldstein.
U Tri Houslicek è un piccolissimo ristorante da una decina di tavoli in Nerudova, l’elegante e ripida via che conduce al castello. Anche il locale è abbastanza raffinato ma nulla di eccessivo.
Filippo ha preso un gulasch con patate al forno (opekane brambory). Ottimo, tenerissimo, con una pucetta squisita.
Io invece ho optato per un menù del giorno che prevede tre portate in piccole porzioni: una zuppa di cipolle gustosissima, un assaggio di gulasch e un dolce della casa (nello specifico un pancake con marmellata e panna montata).
Abbiamo bevuto sempre birra, anche se propongono soltanto una normale bionda.
Il prezzo è tutto sommato molto buono anche se non paragonabile alla cifra quasi ridicola del pub del pranzo.
Il secondo giorno, per pranzo, siamo tornati in Nerudova ma entrati nel locale affianco, U Certa, e abbiamo scelto, oltre all’apprezzata zuppa, un sostanzioso piatto di anatra arrosto e crauti (pecena kachna). Abbiamo mangiato anche la pelle, dorata e croccante, un delitto scartarla!
Quasi tutti i piatti, purtroppo per me, erano accompagnati da 3/4 gnocchi tipici che traducono con dumplings ma che non somigliano affatto ai ravioli cinesi (knedlik) e che proprio non ho apprezzato.
Per cena ha scelto Filippo, essendo il giorno del suo 33* compleanno.
Si è fatto tirare la gola dal Lokal Inn, un pub molto rustico che aveva però la coda all’ingresso.
Eravamo stanchi e ci è pesato un po’ aspettare in piedi che si liberasse un tavolo. Ma ne è valsa la pena.
Formaggio fritto con salsa tartar casereccia (mai mangiato una tartar così buona), filetto con schiacciata di patate e cipolla, schnitzel con patate al forno. Tutto buono, tenero e gustosissimo. Un cannolo con panna al liquore per dolce.
Ma anche qui veniamo conquistati dalla birra. Non è la stessa del giorno precedente, ma sempre scura e sempre dissetante.
La particolarità è il biglietto per l’ordine della birra. Una sfilza infinita di boccali disegnati che la cameriera barrava ad ogni birra consegnata al tavolo. Noi ne abbiamo barrate mestamente 3, eravamo le pecore nere del locale…
Per l’ultimo pranzo, il terzo giorno, eravamo nel quartiere ebraico e siamo entrati al U Golema.
L’interno era un’accozzaglia di arredamento e oggetti fuori luogo ma accogliente e simpatico. Tende da sole all’interno, lampioni, un grande golem che troneggiava contro la parete, alcuni tavoli agghindati a festa e altri da birreria.
Il menù è stato lo stesso per entrambi: zuppa di crauti (zelnacka), maiale affumicato (uzene) e gnocchetti di mirtilli (boruvkove knedliky).
In sintesi: sicuramente a Pragaavrete qualche problema con la lettura del menù ma mangerete cibo gustoso. Se non sarete troppo pretenziosi e apprezzerete l’accoglienza rustica, spenderete sempre poco.
Se volete spendere ancora meno e non avete necessità di stare seduti, le alternative che propongono i mercatini (sotto Natale) sono ottime.
E non perdetevi assolutamente un bicchiere di Medovina calda – liquore al miele a bassa gradazione alcolica – o un cicchetto di Becherovka – alle erbe, 38* – perfetta per digerire le sostanziose pietanze.
Simona, una cara amica, ha vissuto 4 anni a Praga e ci regala un itinerario nei dettagli per visitare la città di Praga in modo speciale, autentico, ristoranti compresi!