Mare, sole e aragosta a La Boca, Cuba

La Boca pare sia una delle spiagge più belle di Cuba, di sabbia bianca, sulla costa nord orientale dell’isola.
La si raggiunge percorrendo circa 8 km di sterrato dalla nota meta internazionale Playa Santa Lucia, dove si concentrano un buon numero di hotel e resort.
Noi arriviamo da Las Tunas e dopo aver affrontato un lungo tratto di strada davvero impraticabile fino a Manatì, quello sterrato ci pare una pista di formula 1!

fenicotteri rosa a Playa Santa Lucia

Dove l’acqua è più bassa e ferma scorgiamo anche una coppia di fenicotteri rosa. Adoro questi uccelli che paiono finti, come due paperelle di gomma sui trampoli. Sembra incredibile trovarseli davanti, in libertà.
Durante la nostra tappa a Cayo Coco ne vedremo uno stormo intero, tantissimi, a terra a formare quasi come una linea di confine, tutta rosa, verso l’orizzonte.

il villaggio dei pescatori

A Santa Lucia, come al solito, le indicazioni non sono molto chiare e diamo un passaggio a Fernando che, a piedi (!!!), si stava dirigendo proprio a quella spiaggia per vendere i suoi cd ai turisti.
Fernando parla un po’ di italiano e ci consiglia di pranzare a casa di sua sorella, nel piccolo villaggio di pescatori attiguo alla spiaggia.
Poi dice che nell’auto manca qualcosa… e ci regala un suo cd di salsa e reggaeton. Da lì in poi sarà la colonna sonora del nostro viaggio!

la spiaggia di La Boca

La spiaggia è abbastanza piccola ed è contenuta tra basse scogliere rocciose che rendono l’acqua ancora più azzurra e limpida.
La zona turistica è pulita e tranquilla. Ci sono pochi turisti, quasi esclusivamente italiani e canadesi, che si fermano un paio d’ore e se ne vanno, tutti col proprio mezzo.

il bar-ristorante sulla spiaggia

Un bar-ristorante rende più piacevole la permanenza con un menù di pesce, bevande a prezzi onesti e un bel patio in legno per tirare un po’ il fiato dal cocente sole caraibico
In realtà troviamo un clima splendido. Una manciata di nuvolette e una arietta piacevole che ci permette di resistere sotto il sole e portar via quel bianco pallido con cui siamo arrivati dall’Italia.
La tipica musica latina, ad un volume non fastidioso, ci tiene compagnia mentre finalmente ci godiamo un po’ di relax in questo viaggio, coricati tranquilli sui lettini che ci ha fornito il bagnino al prezzo di 1 cuc.

La Boca

il colore dell’acqua lascia senza fiato

Una cerveza ghiacciata sul bagnasciuga, un bagno nell’acqua tiepida e poi l’unica nota dolente della giornata: un folto gruppetto di italiani che parlano orgogliosi a voce alta delle loro performance sessuali con ragazze del posto.
Eh sì, io ingenuamente credevo, speravo, che il turismo sessuale a Cuba fosse “passato un po’ di moda” e invece lungo tutto il nostro viaggio abbiamo avuto a che fare troppo spesso con tristi episodi di questo genere, soprattutto nelle zone di mare e a Camaguey.

aragosta e contorni

È proprio il momento giusto per recarci dalla sorella di Fernando per il pranzo che abbiamo scelto appena arrivati.
Ci accoglie come se ci conoscesse da sempre. Come se andassimo a pranzo da lei tutte le domeniche.
La tavola è in legno scuro, preparata solo per noi due, con una tovaglia a uncinetto bianca.
Il profumo ci inebria all’istante: io adoro l’aragosta!
Ce ne sono due, belle grosse, sulla griglia e la cuoca le sta irrorando con una corposa salsina all’aglio.
Ci vengono servite direttamente a tavola, con riso bianco e insalata. Le birre invece abbiamo dovuto acquistarle al bar della spiaggia.

l’esterno delle case dei pescatori

Mangiamo in casa, al fresco, perchè il patio rivolto verso il mare ha grandissime potenzialità ma come d’abitudine non viene curato nè tenuto in ordine. Pare più un ripostiglio, con immondizia varia gettata sugli scogli, purtroppo.
Ci vorrebbe così poco per migliorare la situazione, mi pare strano che questi pescatori non vedano bene il paradiso in cui hanno il piacere di vivere e non lo preservino.

Vicino al nostro tavolo invece c’è una moto parcheggiata. E un cagnolone, educato e tranquillo.

i mezzi di locomozione: calessi

Gli abitanti della casetta rosa su due piani stanno chiacchierando sul patio di ingresso, su sedie a dondolo, tra bidoni arrugginiti, mattoni e altro. Usciamo con loro e capiamo poco di spagnolo stretto ma apprezziamo l’atmosfera di estrema tranquillità.
Il silenzio rotto solo dal nitrito del cavallo che sosta libero vicino a noi, le paffute lucertole che ci passano proprio sui piedi. Siamo sazi, sonnecchiosi, sotto una piacevole ombra ma abbagliati dal caldo riverbero del sole su quella terra chiara e mal battuta.
A fatica ci muoviamo di lì. Paghiamo l’intero pasto 20 cuc totali e torniamo a prendere ancora un’oretta di sole.

colori abbaglianti di una bellissima giornata

Valutiamo molto bene la possibilità di usufruire delle due casas particulares nel piccolo villaggio, anche se una è semi diroccata e l’altra è un ostello a camerata che non risponde molto al nostro stile. E il viaggio è ancora lungo. Le tappe tante.
Acquisto un paio di braccialetti che proprio non mi piacciono ma non posso più sfuggire alla venditrice ambulante, educata ma tenace.

Si riparte, arrossati e soddisfatti. Direzione Camaguey per un po’ di arte e storia.

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