“Semel in anno licet insanire”
(“Una volta all’anno è lecito uscire da se stessi”)
Mi son sempre chiesto quando gli studi scientifici mi avrebbero finalmente permesso di usare questa locuzione latina! Se anni fa la sfruttai partecipando alla Battaglia delle Arance del Carnevale Storico di Ivrea, quest’anno, complice una giornata perfetta e il ritrovamento e la sistemazione del vecchio Piaggio Boxer2 del nonno di Greta, ho deciso di giocare la carta Monferraglia e partecipare alla mia prima SpringEdiscion 2014, probabilmente la più divertente, che si è tenuta a Casale Monferrato, città culla dell’evento.
Cos’è la Monferraglia?
Il nome deriva dai termini Monferrato e Ferraglia e la prima Ediscion fu organizzata per la prima volta 4 anni fa come “La carica dei cinquantini“.
In breve tempo, complice l’ottima capacità di promozione dell’evento su riviste di motociclismo da parte degli organizzatori, è divenuta un evento conosciuto in tutta Italia.
Se alla prima “Carica dei cinquantini” i pionieri erano meno di 70, alla seconda edizione i partecipanti erano già saliti a 700!
La 9° edizione (la mia prima Monferraglia), la Springediscion 2014, ha visto alla partenza ben 1750 motorini provenienti anche da Francia e Svizzera!
Il regolamento ufficiale del sito, definisce la Monferraglia una corsa goliardica non competitiva riservata a ciclomotori a pedali (MoPed) rigorosamente monomarcia.
Uniche vere regole: rispettare il tema della gara (questa edizione era “il colore rosso”) e indossare i baffi!
Ma in realtà Monferraglia è molto di più.
Monferraglia è l’occasione per tornare ad essere, almeno per un giorno, degli scalmanati ragazzini quattordicenni, per rivivere i ricordi in sella al vecchio Ciao (motivo allora di scherno da parte degli amici possessori di nuovo e fiammante scooter), per sacrificare la schiena e le mani (e poi le ginocchia e i polmoni) per far ripartire quel motorino polveroso ritrovato in garage, per improvvisarsi meccanici 2.0 magari seguendo i tutorial su Youtube (utilissimi!) per chi non ci capisce nulla di motori (leggi il sottoscritto) e poi finire immancabilmente a chieder consiglio al vicino di casa o agli amici più esperti!
E poi venne il giorno. Il giorno della Monferraglia.
Già dal pomeriggio del giorno prima, la città è letteralmente invasa da camper e furgoni stracarichi di vecchi cinquantini che, pochi istanti dopo, ronzano impertinenti per le piazze e le vie del centro.
I Tim (team) giunti da lontano sono di solito i meglio organizzati: installano mini officine a cielo aperto, maxi grigliate e improvvisano gare su circuito cittadino fino a notte fonda!
Non pensano a risparmiare energie per la corsa… stolti! 🙂
La SpringEdiscion 2014 si svolge su circuito misto di ben 60km su e giù per le colline del Monferrato.
L’obbiettivo della Monferraglia non è vincere, ma arrivare alla fine!
Il divertimento inizia già nel paddock, sin al mattino presto.
Girando tra la gente si scoprono i personaggi e le mise rosse più improponibili: da super eroi, a Babbi Natale, a Banda Bassotti (anche io ero uno di loro!) e chi più fantasia ne ha, più ne metta!
Poi ci sono i veri protagonisti: i cinquantini.
Da quello originale tenuto quasi fosse una reliquia (il mio), a quello tenuto insieme da pezzi di scotch, a quello super elaborato con doppia marmitta e/o doppio motore, a quello trasformato in moto da cross…
“Chi ha i mezzi performanti alla fine invidia chi ha i mezzi più sfigati” (Anonimo Monferraglio)
E poi… poi si parte!
Nei primi 500 metri ti accorgi che ci sono già più di 100 persone ferme con la moto in panne e, preso dallo scoramento e dalla voglia di tornartene a casa, pensi che, avendo messo a posto da solo il tuo mezzo e non capendoci nulla di motori, non ce la farai mai ad arrivare alla fine!
Poi affronti la prima salita, ancora su asfalto, e già sai che il tuo ferro arrancherà di brutto (complice anche il peso, che non è più quello di quando avevi 14 anni!), ma intanto non sei il solo a dover prima pedalare e poi scendere a spingere… anzi. Forse il vecchio Boxer2 tutto originale, e sprovvisto di quella grande invenzione da premio Nobel che è il variatore, non va poi così male…!
Dopo la salita si sa c’è sempre una discesa: preghi che i freni tengano perchè, d’altro canto, li hai sempre sistemati tu… e il tutorial su Youtube era per il Ciao e non per il Boxer2!
E non appena pensi di aver scampato il primo ostacolo, inizia lo sterrato e tu, che conosci i luoghi, speri di imboccare la strada più breve… invece no!
Si devia per quella più lunga e più impervia e mangi tanta di quella polvere che maledici il momento in cui, uscendo di casa, hai visto, ma non hai voluto prenderti dietro la bandana che tua moglie ti ha lasciato in bella vista nell’ingresso!
E poi ti chiedi: come cavolo è possibile che ci sia tutto quel fango che qui non piove da oltre 10 giorni!?
Al termine dell’impervia salita, che ti sei fatto per metà a piedi spingendo, la candela si sporca e il motorino si ingolfa e non vuole saperne di ripartire a meno di pedalare come un matto per 10 minuti… ma non sei l’unico e, tra un sorriso e un’imprecazione, tiri giù il cavalletto e insieme ad altri 100 sfigati come te, improvvisi una lezione di spinning, ma all’aperto e con un panorama mozzafiato!
Se hai un problema, qualcuno si ferma immediatamente ad aiutarti. Ed è questa la cosa più bella.
Che sia un compagno di squadra o uno sconosciuto che possiede nello zainetto la chiave giusta, in quel momento sarà l’unica persona che vorresti incontrare… e ringrazi il cielo di avertela mandata lì proprio in quell’istante!
Dopo 3 ore di saliscendi e tratti improponibili – ma molto emozionanti – persino in mezzo al bosco, arriva il momento del pranzo, quello che tutti aspettiamo!
E l’attesa dei compagni rimasti indietro: Ce la faranno? Avranno avuto problemi? Perchè non arrivano?
E intanto che li aspetti, scopri che le tue preoccupazioni svaniscono gradualmente dopo una, due, tre birre!
Preso dalla fatica e dai morsi della fame mangi quel vassoio della Pro Loco come se non ci fosse un domani e senza pensare che sei appena a metà del percorso.
Poi esce il terrorista di turno, avvisando che, lui lo sa, subito dopo pranzo ci sarà la salita più dura di tutto il Monferrato… e, spossato e satollo, inizi preoccupatissimo a studiare la cartina confrontando il tracciato con Google Earth.
E riparti, dopo aver smaltito l’alcool, con un doppio peso (pranzo e preoccupazione) e scopri che, per fortuna, la terribile salita fantozziana non c’è… ma un tuo compagno buca!
Ti metti a bussare alla prima casa che incontri, sperando che il bambino che gioca in cortile non scappi e vada chiedere a suo padre il compressore di cui hai bisogno! Smonti la ruota (e nel frattempo speri che qualcuno riprenda e pubblichi su Youtube il video per poter eventualmente rivedere come si fa!) e nel set preparato dal tuo idraulico ti manca giusto la chiave a cono del 17… no problem! Accanto a te si ferma un’altra squadra con il medesimo problema e ci si aiuta, e la chiave ce l’ha uno di loro.
Questo è lo spirito della Monferraglia.
Al rientro, spossato e sporchissimo, ringrazi il dio dei cinquantini per averti permesso di tornare a casa sano e salvo e ancora in sella al tuo mezzo e, nel salutare i compagni di sventura e nel darsi appuntamento alla prossima, ti scende una lacrima.
…E corri a casa e la prima cosa che fai è andare su internet a vedere quand’è la prossima edizione, perchè speri che sia quanto prima possibile!
[divider]10 consigli per sopravvivere alla Monferraglia
1. Controlla il mezzo con largo anticipo, per non rimanere a piedi nei primi 100 metri (fidati più di Youtube che dei consigli del tuo idraulico e di un geologo impegnato nella costruzione della TAV algerina… n.d.r.).
2. Munisciti di tanichetta per la benzina. Evita come la morte le bottiglie di plastica, che ti si apriranno immancabilmente per le scosse (esperienza personale)!
3. Se pensi di fare il figo con le gomme tassellate da motocross, sei sulla strada sbagliata. Son molto più performanti i copertoni originali lisci da strada!
4. Trucca il motorino quanto vuoi, tanto alla fine quelli che giungeranno al traguardo senza grossi problemi saranno solo quelli dotati di mezzi originali!
5. Se ti vesti di tutto punto con tuta, stivali, guanti e casco da motocross, allora non hai molto ben capito qual è lo spirito della Monferraglia.
6. Stesso discorso vale per per te che pensi di partecipare intrufolandoti (magari senza targhetta e senza aver pagato l’iscrizione) nella ressa con un motorino con le marce.
7. Risparmia le energie (soprattutto la sera precedente!): la prima salita, per quanto sia erta, non è che la prima di un’interminabile serie!
8. Indossa sempre il casco, unico vero obbligo (e motivo di multa salata e/o sequestro del mezzo)!
9. I RayBan Aviator fan molto figo e molto anni ’70 e sono l’ideale se all’arrivo vuoi ottenere l’effetto “overdose di marijuana” con gli occhi iniettati di sangue!
10. E se tua moglie ti tira fuori una bandana e la lascia in bella vista nell’ingresso, un motivo ci sarà: prendila e indossala, cretino!
[divider]Calendario Monferraglia 2020
10 Maggio – SPRING – Salsomaggiore Terme (PR)
14 Giugno – MONFERROSA – Cantù (CO)
11-12 Luglio – NAIT & DEI – Farini (PC)
20 Settembre – UAIN – Lurisia (CN)
25 Ottobre – UINTER – Oulx (TO)
Red Bull Epic Rise 2020– (da assegnare)
Altri consigli? Lasciateli nei commenti e i migliori verranno inseriti!
[divider]Ecco una gallery di foto tratte da Instagram con l’hashtag #Monferragliaspring2014, altre le potete trovare sulla pagina Facebook Quelli della Monferraglia.
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