Quando l’ho vista mi sono spaventato.
Greta subito a chiederne un’altra, magari più piccola: “Sì, ma non è una Harley!” ci risponde il commesso di EagleRider.
Faccio un giro intorno all’isolato per prendere confidenza prima di caricare una terrorizzata passeggera, ne faccio un secondo e poi un terzo: la moto pesa 5, forse 6 volte la nostra Vespa 150, ma è davvero facile da guidare.
Oddio, per chi ha almeno un minimo di esperienza e la patente A.
Le pratiche sono rapide: la prenotazione è stata fatta online con pagamento anticipato (e meno male perché tempo 15 minuti ne abbiamo visti rimbalzare almeno 2 che non avevano prenotato), una carta di credito strisciata come cauzione, qualche extra in più del momento (casco integrale a 10$ e il pedaggio del Golden Gate – 7,25$ – da pagare in anticipo), la verifica della patente e della moto e si parte: destinazione Pacific Coast Highway 1, a nord.
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La giornata è splendida: cielo terso e 22° C – un’eccezione a giugno a San Francisco – la nostra 103 scalpita, ma prima, su consiglio di EagleRider, perché non farsi una sfilata dall’Embarcadero al Pier 39?
Affrontiamo subito il traffico del sabato mattina di San Francisco: nulla di che, ma un gruppo di ciclisti coloratissimi accorsi per la parata contro l’AIDS, fa sempre tremare i polsi, soprattutto perché non sanno che per me è la prima volta in sella ad un bestione del genere!
Gli occhi sono tutti per noi – complice anche il bel rumore del motore e degli scarichi – fino al Pier 39, poi svoltiamo verso la 101: è ora di imboccare il Golden Gate.
Non so descrivere l’emozione: il ponte più famoso del mondo è ora sotto le nostre due ruote! L’aria è frizzante e appena superato il ponte rosso, svoltiamo al View Point dove parcheggiamo insieme ad un folto gruppo di Harleysti (come noi)!
Il nostro abbigliamento tecnico ci fa sentire un po’ a disagio: un pratico giubbotto antivento non è come averne uno in pelle ricamato con lo stemma del proprio chapter…
Ma nessuno sembra farci caso: qualche parola, una foto di rito insieme e si riparte verso Muir Beach, prima tappa della Hwy 1 North.
Il vento è fresco, ma il sole, le curve e la moto ci scaldano per bene prima di rinfrescarci i piedi nella gelida acqua del pacifico – dovevamo capirlo visto che nessuno faceva il bagno nonostante la bella giornata!
Risaliamo in sella per raggiungere Point Reyes Station, ultimo paese prima dell’omonimo parco naturale.
La strada è bella e spettacolare: si passa da curve su faraglioni a picco sul mare, a una tranquilla laguna fino ad un profumatissimo e fresco bosco di eucalipti.
La velocità non è importante, si va piano (anche se non ho resistito alla tentazione di aprire il gas su qualche rettilineo) e si fa attenzione: la moto non è mia ed in più ho fame.
La sosta a Point Reyes Station è stata più lunga e rilassante del previsto: il pranzo alla Cafè Station la ciliegina sulla torta di una giornata splendida.
Appesantiti, se così si può dire, da un Po’Boy e un Deep Fried Pastrami puntiamo al faro di Point Reyes.
La Point Reyes National Seashore con la sua lunghissima spiaggia bianca è il panorama perfetto per far da sfondo alla nostra (per un giorno) scintillante Harley Davidson. Le deviazioni sono un piacere e non ci accorgiamo quanto il tempo passa veloce.
Arriviamo al faro e trovare parcheggio per noi motociclisti è molto semplice, proprio di fronte all’imbocco del sentiero: risparmiamo le energie di una lunga passeggiata (l’ultimo posto auto libero era a più di 500 metri), che spendiamo prontamente per scendere e risalire i 330 gradini obbligatori per raggiungere la casa del guardiano.
La vista dal promontorio è mozzafiato, ma non scorgiamo nessuna balena (le barche piene di whale-watchers che ronzano in circolo sotto di noi forse son state più fortunate?), solo qualche sula impertinente che sfida il forte vento.
Purtroppo è ora di tornare: alle 17 il sole è ancora alto ma il vento abbassa la temperatura (e non abbiamo i giubbotti in pelle).
Avevam promesso la riconsegna in giornata, ma così non è stato: la strada per il ritorno è lunga (bella) e molto trafficata per i tanti 49ers di rientro dalla giornata al mare, ma non è stato un problema per EagleRider la riconsegna il mattino seguente.
Un ultimo passaggio sul Golden Gate prima di parcheggiare la moto per la notte al sicuro nel garage dell’hotel.
Cosa resta impresso di questa giornata? I paesaggi, la strada, i saluti degli altri motociclisti e gli sguardi invidiosi della gente abbagliata dalle cromature e dal fascino dell’Harley… oltre ad un fastidioso mal di schiena, dovuto alla paura e tensione delle prime 2 ore di guida!
Il mio fisico, decisamente, non “può accompagnare solo”!
Un ringraziamento speciale a EagleRider , la più grande compagnia di noleggio moto turistiche e Harley Davidson, che ci ha omaggiati di questa indimenticabile esperienza e alla gentilezza e disponibilità di EagleRider Italia.