Petropolis: la città imperiale brasiliana

Ad un paio d’ore di viaggio in pullman da Rio, si raggiunge una cittadina linda e ordinata che gode di un clima privilegiato per buona parte dell’anno. Proprio per questo motivo, l’Imperatore Pedro II la scelse come residenza estiva e vi fece costruire un palazzo a sue proprie spese nel periodo 1845-1862.

Il complesso venne arricchito dai giardini a cura dell’architetto paesaggista Jean-Baptiste Binot seguendo i gusti del giovane imperatore. Pedro II trascorse lunghi periodi in questa residenza e ben presto tutta l’aristocrazia vi costruì palazzi dando così origine alla città imperiale, con la sua tipica atmosfera di luogo di vacanza.

Quando il nuovo “regime” esautorò l’imperatore, i presidenti e i politici della Repubblica continuarono questa usanza.

Palacio Rio Negro

Palacio de Cristal – foto di Rodrigo Soldon, Flickr

La cattedrale di Sao Pedro de Alcantara

Tutta la città è un unico museo e non basterebbe certo un solo giorno per visitarla tutta.
C’è la Cattedrale Sao Pedro de Alcantara in stile neogotico francese nella cui cappella riposano i resti di don Pedro II e dona Teresa.
La Chiesa Luterana, il più antico tempio religioso della città.
Il Palacio de Cristal, la cui struttura in ferro, fabbricato in Francia e poi assemblata in loco, ospitava esposizioni di fiori e prodotti agricoli, mentre ora è destinato ad eventi culturali.
Ma sono solo alcuni.

Carrozze in città

Un piacevolissimo break è stata la sosta ad un tavolino sotto gli alberi per gustare la mia prima “caipirinha” (alla buon’ora. ndr.).
Sarà per la mia disabitudine all’alcool, sarà per la generosa dose di cachaza, fatto sta che abbiamo deciso di prolungare il break godendoci una piacevolissima passeggiata su una carrozzella trainata dai cavalli.
Il vetturino si è prodigato in spiegazioni di sua iniziativa illustrandoci i vari siti che non avremmo avuto il tempo di visitare.

Il Museo Imperial di Petropolis – foto di I.Bra.M.

Abbiamo tenuto per ultimo il Museo Imperiale.
Attraversati gli splendidi giardini dove crescono piante native dai 5 continenti, tra cui rigogliose camelie, simbolo della lotta contro la schiavitù, si calzano enormi pantofole in panno sopra le proprie scarpe per proteggere i pavimenti del XIX secolo e si entra nel Palazzo.
Niente foto e niente borse: si deposita tutto all’ingresso.

Benchè la maggior parte degli arredi sia stata asportata e venduta prima della creazione del Museo Imperiale nel 1948 da parte del Presidente Vargas, resta ancora una significativa collezione di oggetti relativi al periodo imperiale brasiliano.
Negli ultimi 70 anni inoltre, grazie alla generosità di centinaia di donatori, il museo si è arricchito di circa 300.000 documenti, libri e oggetti.

Il palazzo è composto da 44 stanze situate su due ali, un edificio centrale e un piano superiore.
L’ala sinistra e il piano superiore ospitano gli appartamenti privati della famiglia imperiale, l’ala destra mostra alcuni aspetti culturali, politici ed economici del Brasile del XIX secolo.

I giardini del Museo Imperial

A questo punto siamo tutti piuttosto stanchi e decidiamo di attendere l’ora del ritorno godendoci la frescura dei giardini. Sono curatissimi e certi angoli sembrano autentiche serre fiorite. Uno spettacolo per gli occhi e per lo spirito.

Vi parlo di Brasile anche qui “Il Pelourinho di Salvador De Bahia“, un Paese che mi ha stregato. Così lontano ma non impossibile da raggiungere grazie anche ai comodi voli TAM.

[Alcune foto sono tratte da Google Images.]

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