E’ d’estate che la Provenza risveglia il suo appeal e attrae i turisti tra i campi di lavanda in fiore. E’ d’estate, infatti, che le sue morbide colline vengono invase dal profumo e dagli infiniti toni di viola dei suoi cespugli in fiore. Ma è tutto l’anno che la Provenza offre un paesaggio unico: un canyon solcato dal fiume Verdon. Qui il trekking diventa estremo.
Per un viaggio avventuroso e controcorrente, lontano dalle orde di visitatori che attraversano la regione francese della lavanda, andate in Provenza per camminare nel canyon più spettacolare d’Europa. Ovviamente io l’ho fatto e ora vi racconto perchè ci tornerei di nuovo.
La base a Castellane è stata propedeutica per il riscaldamento delle gambe: da qui partono semplici sentieri. E’ un paesino grazioso e funzionale anche come punto di partenza per trekking, rafting, uscite in kayak o mountain bike. Da Aprile a fine estate, un servizio navetta collega Castellane con il punto di partenza del lungo e adrenalinico Sentiero Blanc Martel.
Si tratta di un sentiero mitico, perchè si sviluppa in un vero e proprio canyon profondo oltre 700 metri! Le sue gole sono ispide e rocciose, il Verdon le solca erodendole da millenni e gli appassionati di trekking sono solo piccoli punti in mezzo alla maestosità della natura. In Europa difficile trovare esperienze simili per adrenalina e difficoltà.
Si comincia l’avventura presso il rifugio La Maline e per 16 km di continui dislivelli si sta con il fiato sospeso. Da 903 m al fiume laggiù in fondo la si fa in picchiata e tutta d’un fiato tra gradoni, salti, sentieri nel bosco. E poi di nuovo su, affrontando salite e tratti ripidi nei quali le gambe non allenate si intimoriscono parecchio, si arriva di nuovo sul tetto del canyon.
E’ sorprendente, mai banale, vario, stimolante, molto sfidante e capace di grandi ricompense a livello visivo, emotivo, naturalistico.
Un passaggio indimenticabile su tutti? La scala di 240 gradini che dall’alto di un picco roccioso consente di scendere nuovamente al fiume Verdon attraverso una gola a tratti tanto stretta da dover fare attenzione con lo zaino.
Lo scenario nel suo complesso è meglio del più realista dei dipinti: sa lasciare più volte a bocca aperta. Che sia per le viste dall’alto, che io amo sempre infinitamente, oppure per gli affacci a sorpresa a strapiombo sul vuoto, o ancora per le terrazze raggiungibili solo in arrampicata, o per i colori verde-turchese delle acque e grigio-rosse delle rocce stratificate… è un tripudio di bellezza, entusiasmo e vita da pinkpacker!
Il sentiero termina al Point Sublime, un affaccio protetto sul grande canyon. E’ raggiungibile anche in auto, per chi non si sentisse di fare il trekking, ma dopo 16 km assume le sembianze del meritato premio finale.
Consigli utili per visitare le Gole del Verdon
- è fondamentale portarsi scorte d’acqua perchè lungo tutto il sentiero Blanc Martel non vi sono fonti;
- la crema solare è irrinunciabile: il riverbero del sole sulle rocce bianche ustiona parecchio;
- fate colazione abbondante a Castellane o comunque recuperate del cibo, perchè al rifugio i prezzi sono alti e l’offerta scarsa;
- non avventuratevi con scarpe da ginnastica e poca preparazione fisica: è un lungo sentiero, a tratti scivoloso e senza vie d’uscita quindi va percorso fino alla fine senza alternative;
- portate le torce: sono molto utili per il passaggio nell’ultima galleria con uscita a sorpresa;
- si attraversa il Parco Naturale delle Gole del Verdon, abbiatene rispetto;
- godetevelo tutto di pancia!
A questo punto, se avete ancora forza, gambe e testa, potete andare un’oretta per campi di lavanda!