Aggiornato al 01/03/2015
[box type=”success”]Leggi qui i comunicati ufficiali (jpg – 1Mb):Comunicato del Ministero della Salute
Consigli per il viaggiatore in partenza
Consigli per il viaggiatore in arrivo
[/box]L’epidemia 2014 di Ebola nell’Africa Occidentale, a nove mesi dal suo esordio, è la più grande mai registrata e, purtroppo, tende ad aumentare di giorno in giorno (si stima arriverà a colpire oltre 30000 persone nei prossimi 6 mesi e, per i più catastrofici addirittura 100000 nei prossimi 12), nonostante gli sforzi epici ed i pochi mezzi dei sanitari e degli esperti inviati dall’OMS.
A oggi 01/03/2015 i numeri sono importanti: 23729 casi riportati con 9604 morti pari al 40,5% di mortalità.
Rispetto alle epidemie passate i casi dell’epidemia 2014-2015 sono quasi 10 volte la somma di tutte le precedenti epidemie (dal 1976 al 2012), ma la mortalità si è più che dimezzata (dal 90% del 1976 al 40,5% di oggi), grazie alla diagnosi precoce e alla precocità, al miglior livello delle cure e ad una mutazione genomica del virus che lo ha reso meno letale.
Non esiste ancora un vaccino sicuro per l’ebola (anche se l’OMS ha finalmente dato in data 3/10 il via libera alla sperimentazione su volontari sani in USA) e le scorte di ZMApp, il siero miracoloso che ha salvato la vita ad alcuni volontari occidentali, sono andate presto esaurite – ci vogliono mesi per sintetizzarne di nuovo (gli anticorpi sono estratti dal sangue di topi vaccinati con virus ebola inattivato, con buona pace degli animalisti).
Se non sapete cos’è il virus ebola, ne parlo in questo articolo.
Come si combatte l’ebola? E come è possibile fermare l’epidemia?
La risposta è tanto semplice quanto sconcertante: facendo informazione corretta.
1. Il virus si trasmette solo e soltanto tramite il contatto con un malato di ebola.
Il virus si trasmette venendo a contatto direttamente con i fluidi corporei di una persona affetta da malattia da virus ebola (sangue, urine, saliva, feci, vomito…) anche tramite la cute integra.
Non si trasmette per via aerea (cioè passando vicino o stando nella stessa stanza con un malato, a patto che non si tocchi senza guanti, mascherina e tuta integrale usa e getta), né il virus sopravvive a lungo fuori dall’organismo (non più di 2-3 minuti!). Le teorie dei giornalisti di possibili minacce terroristiche con virus ebola hanno poco fondamento: anche una bomba “sporca” non sarebbe in grado di diffondere il virus.
Tuttavia, è possibile anche il contagio per via alimentare da animali infetti (topi, toporagni e soprattutto i pipistrelli della frutta), piatti “tipici” di queste zone poverissime dell’Africa subsahariana.
E’ raro, ma possibile, il contagio anche attraverso la frutta mangiata da questi animali (ma l’assunzione deve avvenire a non più di 1 minuto dal precedente pasto dell’animale).
Applicare gli stessi accorgimenti basilari (e un po’ di buon senso) per prevenire la diarrea del viaggiatore, vi terrà al sicuro da questa via di contagio.
2. Il lavaggio delle mani è la miglior arma di difesa per prevenire l’ebola e altre malattie.
Lavarsi le mani con acqua e sapone se visibilmente sporche o frizionarle con gel alcolico è una norma igienica basilare che però spesso dimentichiamo di fare.
A casa come in viaggio, ogni qualvolta dobbiate mangiare o portare le mani alla bocca (magari anche solo per mangiarsi le unghie se siete nervosi!), lavate sempre le mani!
3. Il virus ebola non è contagioso in fase di incubazione.
Il periodo di incubazione può variare da 2 a 21 giorni (mediana 8 giorni) secondo i dati dell’OMS e, durante questo periodo il virus rimane all’interno del paziente portatore sano senza passare nella saliva, feci o urine.
Dopo 21 giorni da un sospetto contatto col virus, se non si sono sviluppati i sintomi, non vi è alcuna infezione da virus ebola.
Il contagio può avvenire solo e soltanto se decideste di andare a toccare i fluidi corporei (feci, urine, sangue, vomito), per di più senza precauzioni, di un paziente infetto (cosa assai improbabile vogliate fare in vacanza…!).
4. La diagnosi precoce e/o l’autodiagnosi è fondamentale per salvare la vita e limitare il diffondere dell’epidemia.
Febbre, mal di gola, mal di testa, diarrea, nausea, vomito, vertigini, affaticamento, debolezza muscolare sono sintomi comuni a molte malattie, tra cui la malaria (statisticamente molto più probabile soprattutto se non è stata fatta adeguata profilassi in zone endemiche).
La comparsa di sintomi emorragici durante o appena dopo il rientro da un viaggio in Africa Occidentale nelle zone colpite dall’epidemia (Sierra Leone, Liberia, Guinea Nigeria o Senegal) quali:
- sangue rosso vivo nelle feci,
- feci scure e maleodoranti (melèna),
- urine rosse,
- vomito con sangue rosso vivo,
- petecchie (emorragie cutanee),
- emorragie congiuntivali,
- emorragie dal naso,
- tosse con espettorato rosso vivo (emoftoe)
devono far porre SEMPRE il sospetto di Ebola.
In tal caso se voi, o chiunque altra persona incontraste, aveste questi sintomi, rivolgetevi immediatamente ad un medico!
Non perdete tempo, non aspettate (o cercate) di rientrare in Italia per farvi curare, non nascondete questi segni alle persone con voi in viaggio!
L’inizio immediato delle cure è l’unica chance che avrete per sopravvivere e per non contagiare i vostri cari!
5. La chiusura delle frontiere e degli aeroporti non è una misura efficace a limitare l’epidemia.
L’installazione di body scanner per la misurazione della temperatura negli aeroporti e la chiusura delle frontiere terrestri e aeree sono, secondo l’OMS, misure inefficaci e troppo costose per combattere l’epidemia.
Nonostante ciò, l’Inghilterra pare abbia deciso di disattendere queste istruzioni istituendo controlli sanitari obbligatori negli aeroporti per tutti i passeggeri provenienti dall’Africa Occidentale.
Anche secondo le linee guida dell’OMS, il lavaggio delle mani e l’informazione sanitaria alla popolazione sono gli unici ed indispensabili metodi per fermare l’ebola.
6. E’ sicuro viaggiare nei paesi colpiti dall’epidemia?
La Farnesina sconsiglia di recarsi nelle zone colpite dall’ebola non solo per una questione strettamente sanitaria, ma anche e soprattutto di sicurezza personale e di ordine pubblico.
Nel mese di agosto è stato assalito un convoglio di personale ed aiuti sanitari perché scambiati dalla popolazione locale per “infestatori bianchi”, le vittime furono 4.
In questo post parlo in dettaglio delle zone sicure e di quelle a rischio in Africa.
7. E’ sicuro viaggiare in Africa?
In linea di massima sì.
Fatta eccezione delle provincie dei 3 Stati in cui sono stati segnalati casi di ebola (vedi mappa): Liberia, Sierra Leone e Guinea (mete poco turistiche, diciamolo) sono i paesi maggiormente colpiti e dove sono concentrati tutti gli sforzi internazionali per fermare l’epidemia e per la provincia “Equatore” – Djera in Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) dove è di oggi la notizia di un nuovo focolaio ebola.
Casi isolati sono stati segnalati nel mese scorso in paesi limitrofi Nigeria e Senegal, ma il 17 ottobre scorso, l’OMS ha dichiarato il cessato allarme ebola per questi due Paesi.
Ma mentre la situazione odierna è in miglioramento in Guinea e Liberia, con una netta riduzione dei nuovi casi, purtroppo in Sierra Leone sentiremo parlare ancora di ebola per molti mesi. Qui l’epidemia sembra esser difficile da arrestare, con decine di nuovi casi ogni giorno.
Alcuni casi di ebola sono stati confermati in Mali (8/6): si tratta di immigrati provenienti dalla Guinea “sfuggiti” ai controlli sanitari.
I recenti casi in Spagna (2/1), Inghilterra (1/0) e negli Stati Uniti (4/1) hanno invece seminato terrore nell’opinione pubblica e isteria collettiva nell’occidente (vedasi il caso della donna allontanata dalla metro a Roma o la bambina allontanata dall’asilo perché proveniente dall’Uganda, stato peraltro non colpito dall’epidemia).
Un caso più che prevedibile se solo il paziente si fosse informato e non avesse disatteso TUTTE (ma proprio tutte!) le raccomandazioni dell’OMS, comprese quelle in volo (assistenza privata e senza alcuna protezione a una donna malata senza ricorrere a medici, camuffamento dei sintomi, falsa testimonianza all’atto di comporre il questionario sanitario al rientro in USA, omissione di informare familiari e sanitari dei sintomi e del fatto di esser venuto a contatto col virus…)!
Nessun caso ebola è stato segnalato in Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Tanzania (Zanzibar), Uganda, Kenya, Madagascar, Sud Africa, Namibia, Mozambico, Malawi e Zambia, stati in cui si applicano i protocolli di prevenzione internazionali dell’OMS, nè più nè meno che in Italia.
Prima di partire per la tua prossima vacanza, leggi qui il mio articolo sulle zone sicure e quelle a rischio in Africa.
I “take home message” dell’OMS:
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Vi è rimasto qualche dubbio o pensate di dover approfondire qualche aspetto?
La sezione del blog In Viaggio Col Medico è dedicata proprio alle domande fatte da voi viaggiatori.
Vi risponderà il Dott. Poncina Filippo.
Redazione a cura del Dott. Poncina Filippo
Specialista in Anestesia e Rianimazione
Ospedale Casale Monferrato (AL)
su fonte OMS Ebola Global Alert and Response
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2 comments
Articolo interessante. A tal proposito noi, come farmacia, abbiamo realizzato un video sul corretto modo di lavare le mani secondo le linee guida dell’OMS.
Filippo
23/10/2014 - 17:51
Ben fatto! Diffonderò certamente il video!