Sono passati già molti giorni dal nostro tour nel Salar boliviano. Una delle emozioni e soddisfazioni più grandi dei miei viaggi fatti fino ad oggi. Forse proprio per questo non sapevo come raccontarlo, da dove iniziare, come trovare il modo di descrivere una simile avventura.
Già, un’avventura che è iniziata ancor prima di partire!
Per risparmiare sul costo del tour abbiamo scelto di non prenotarlo nè da La Paz nè tantomeno da casa. Le proposte più convenienti (a partire da 700 bob), infatti, le si trova direttamente a Uyuni in una delle numerose agenzie che trattano esclusivamente tour nel Salar.
La linea aerea Amaszonas ci ha avvisato via e-mail della partenza ritardata del nostro volo La Paz – Uyuni. Non più alle 18:40, saremmo partiti alle 21:30 e un po’ per passare il tempo, un po’ per curiosità, siamo entrati in una agenzia di Sagarnaga per qualche info.
La ragazza, con un sorriso e tutta la calma del mondo ci risponde subito che è impossibile raggiungere Uyuni: “ahi esta el bloqueo”!
Praticamente uno sciopero dei taxisti e di ogni altro mezzo, fatto con estrema minuzia, impediva di raggiungere la città dall’aeroporto.
Niente da fare, telefonate su telefonate, consigli, alternative… Io ero letteralmente fuori di testa con le lacrime agli occhi. Filippo preoccupatissimo, non solo di saltare la nostra ambitissima tappa, ma anche di essere costretti a modificare tutto l’itinerario del tour in Bolivia!
L’agente di viaggio del nostro hotel ci dà una mano. Spostiamo il volo per Uyuni al giorno seguente: le è stata promessa una jeep che, in un modo o nell’altro, sarebbe partita per il tour!
Siamo anche costretti a modificare un altro volo perchè il tempo non è più sufficiente per la visita alle miniere di Potosì, uff!
La tranquillità è comunque un miraggio. Dobbiamo anche pagare anticipatamente e quasi il doppio della cifra che avevamo messo in conto in condizioni normali.
Ceniamo a La Paz con un po’ di magone nel cuore e il giorno dopo approfittiamo di questo giorno in più per visitare le rovine dell’antica città inca di Tiwanaku.
Alle 18:40 ci imbarchiamo per Uyuni da un gate che è tutto un programma. Si aprono le porte, si prosegue a piedi sulla pista seguendo dei cartelli come ad un rave party fino a raggiungere il proprio velivolo.
Nel nostro caso un datato bimotore ad elica con una ventina di posti a sedere.
Nessun assistente di volo, nessuna raccomandazione di allacciare le cinture, nessuna maschera ad ossigeno pronta a salvarci la vita, probabilmente.
La cabina di pilotaggio, senza alcuna porta, è ben visibile da tutti e musica classica a tutto volume invade la carlinga per tutto il viaggio, coprendo il forte rumore dei motori.
Per fortuna a me ste cose divertono da matti!
Atterriamo senza problemi e in un attimo si percepisce già chiaramente il cambio di temperatura: si gela!
Sempre a piedi raggiungiamo l’aeroporto e attendiamo i bagagli in una minuscola stanza d’attesa che fatica a riscaldarsi con un fungo a gas.
Siamo i più fortunati: siamo gli unici con un mezzo ad attenderli per condurli in hotel. Tutti gli altri passeggeri non so che soluzione troveranno. L’unica alternativa sarà quella di raggiungere Uyuni a piedi, ovvero circa 3 chilometri di strada dissestata e completamente al buio, con bagagli al seguito a -4 gradi.
Si aggiunge la difficoltà di trovare un alloggio per la notte. A causa dello sciopero la gran parte dei turisti non raggiunge la città da giorni e gli hotel restano chiusi.
La nostra jeep ci porta direttamente all’hotel Tambo Aymara, prenotato da La Paz, e diamo uno strappo anche ad una coppia (lui calabrese e lei australiana) conosciuta in volo che poi sarà nostra compagna di avventure lungo il tour nel Salar.
Ceniamo in una pizzeria poco distante. Una pizza speciale: alla quinoa, il cereale che, insieme alla patata, costituisce il principale frutto della terra boliviana.
Fuori l’atmosfera è fin spaventosa. Nessuna auto, nessun turista, nessun rumore. In lontananza di vedono i fuochi accesi dai taxisti che protestano, pare, per un’imminente nuova stazione dei bus che porterà loro via buona parte del lavoro coi turisti.
Le proteste boliviane sono molto frequenti, ci diranno poi, e portate avanti con accesa determinazione. Le jeep che azzardavano l’ingresso al Salar venivano bloccate e subivano il taglio degli pneumatici! Ad altre auto di cittadini che stavano portando i figli a scuola hanno sgonfiato le gomme e l’ultimo giorno di blocco abbiamo saputo di strade divelte da ruspe per impedire il passaggio.
E proprio a causa della gravità di questi scioperi, proprio in questi giorni (29/7/2014) la Farnesina, sul sito Viaggiare Sicuri, ha diramato l’ennesima allerta per gli scioperi in Bolivia che, a quanto pare, stanno assumendo connotati violenti.
Comunicato del Ministero degli Esteri
A causa del rischio di manifestazioni politiche, con possibili improvvisi scioperi, blocchi stradali, ferroviari ed aeroportuali, si raccomanda cautela negli spostamenti. Si consiglia una preventiva verifica delle condizioni di accessibilità e di sicurezza anche attraverso gli organi di informazione locali ed internazionali, oltre che con il proprio albergatore. Si rammenta, inoltre, che in Bolivia, tale tipo di manifestazioni non sono eventi a termine ed hanno una durata che varia in funzione dello stabilimento di una trattativa con il Governo centrale.
In ogni caso, si consiglia di evitare viaggi individuali, se non ben organizzati con compagnie turistiche di provata affidabilità e di dotarsi di una assicurazione che preveda anche l’eventuale rimpatrio aereo o il trasferimento del malato in altro Paese. Si consiglia, infine, di consultare la voce “Sicurezza” della Scheda , ove sono anche indicate le zone a rischio e di cautela, nonché di registrare i dati relativi al viaggio sul sito DoveSiamoNelMondo. Si raccomanda altresì – una volta in loco – di recare con sé copia dei propri documenti e titoli di viaggio, conservando gli originali in luoghi custoditi (albergo etc.).
Incredibile! Certo, non sono le poteste su Facebook alle quali siamo abituati qui in Italia!
Ci imbatteremo in un blocco del traffico anche a Sucre ma per fortuna il tragitto aeroporto – centro città non ci ha dato problemi.
A Santa Cruz, invece, si svolgeva il G77 proprio durante il nostro passaggio e ogni tentativo di sciopero è stato prontamente sventato. Di contro, mezza città chiusa al traffico per motivi di sicurezza, quasi tutti i negozi ed i ristoranti con le serrande abbassate e un elicottero che sorvolava la zona interessata tutto il giorno.
Manifestazioni e chiusura del traffico anche nella zona alta di La Paz per poco non ci facevano perdere il suddetto volo per Uyuni.
Morale della favola: quando organizzate un tour in Bolivia, mettete pure in conto mille imprevisti. Potrebbe essere necessario un capovolgimento totale del programma… come è stato per noi il tour nel Salar che vi racconterò a breve!
5 comments
Ciao Greta, visto tutti questi scioperi voi avevate stipulato qualche assicurazione per i biglietti aerei di ritorno?
Settimana scorsa ho acquistato in internet i biglietti aerei, ma non ho aggiunta alcuna assicurazioni annullamento… Rientrerò in Italia con un volo che partirà da Santa Cruz per poi far uno scalo a San Paolo e uno a Madrid. Dici che potrebbe essere che a causa di un ritardo di partenza rischio di perdere la coincidenza??? come ci si comporta in questi casi??
Grazie
ps: già che ci sono, se non è pubblicità, posso chiederti con che compagnia avete stipulato un’assicurazione viaggio?
Ciao Erica! Non abbiamo fatto assicurazioni specifiche per l’eventuale annullamento o perdita di un volo. Tu hai uno scalo in più rispetto al nostro programma quindi hai ancora più rischio. Ti posso soltanto consigliare di restare sempre molto bene informata durante il viaggio. Nulla di più, purtroppo. Non calcolare di arrivare a Santa Cruz all’ultimo momento ma almeno un giorno prima (nonostante non sia una città particolarmente interessante).
Noi da due anni stipuliamo una polizza viaggi annuale, onnicomprensiva. Ora siamo assicurati con AXA che ha una bellissima copertura. Mi spiace non saperti aiutare di più. Buon viaggio.
Risposta super veloce…. 🙂
Grazie!! speriamo sia un periodo “Poco scioperoso ;)”
che casino! però alla fine ce l’avete fatta, dai! E ne è valsa la pena 🙂
Abbiamo lottato con le unghie e coi denti per quel tour e ne è valsa la pena eccome! Però ti giuro che il panico è stato alle stelle!