10 imperdibili passi per vivere il Giappone

Il grande torii del santuario shintoista di Miyajima (© Silvio Palma)

Rispetto. Credo sia questa, a distanza di quattro anni dal nostro viaggio a Oriente, la prima parola che mi torna in mente a proposito del Giappone.
Un rispetto che spesso si declina in eccellente ospitalità.
Ma non un’ospitalità ‘patinata’, ostentata e magari anche un po’ paracula; un’ospitalità disinteressata e talmente pura, da lasciare basiti.

Miyajima

palla di sakè

Mi prendo la libertà di scombinare il format classico dei racconti di viaggio, liquidando in fretta il tragitto (noi abbiamo viaggiato con Quality Group, a cui darei un 7-, e sul sito ci sono gli itinerari aggiornati. Ma anche Kuoni propone viaggi organizzati e ci sono anche compagnie che aiutano a disegnare tour individuali prenotando dall’Italia tutti i mezzi e le visite) e concentrandomi su alcuni aspetti imperdibili.

Ale&Ele novelli sposi al Tempio

Per una serie di motivazioni – quella principale: era una luna di miele e non volevamo sbatterci – abbiamo optato per un viaggio organizzato, accettandone i limiti e i difetti.
Nella versione ‘compressa’ in otto giorni, il tour classico prevede alcune tappe concentrate fra Tokyo e Kyoto, l’attuale e l’antica capitale.
La tecnologia e la tradizione, il sacro e il profano, il grattacielo e il tempio: eppure non si ha mai la sensazione di ‘contraddizione’. Al contrario, di armonia, di rispetto reciproco fra il nuovo e il vecchio.

torre di Kyoto

Da Tokyo a Kyoto, loro sì imperdibili, abbiamo toccato città minori (‘minori’ rispetto ai due poli che fanno da calamita: non voglio sminuirle a tutti i costi, ma per me Shizuoka, Kanazawa, Takayama, Shirakawa sono state tappe intermedie quasi superflue).

Poi, prima di volare in Thailandia per qualche giorno di mare, ci siamo staccati dal gruppo visitando in solitaria Hiroshima e l’isolotto di Miyajima.

Preferisco perciò consegnare all’archivio di questo blog una mini to-do-list: le dieci cose imperdibili da fare in Giappone, sulla base della nostra piccola ma indimenticabile esperienza.

scolaresche in gita al tempio scintoista

– PURIFICARSI A UN TEMPIO.
Ce ne sono di tutti i tipi, perché il famoso ‘rispetto’ permette ai giapponesi di far convivere senza problemi diverse religioni.
I templi scintoisti e buddisti di Tokyo e Kyoto sono monumentali. Impossibile fare preferenze.
Un must: fare la coda per purificarsi insieme alle scolaresche di bimbi delle elementari, tutti vestiti uguali, in silenzio e in fila indiana.

il famigerato bento

– MANGIARE UN BENTO SUL TRENO PROIETTILE.
Altro che Italo o Frecciarossa. Prendete uno Shinkansen (il noto ‘treno proiettile’) e ne riparliamo.
Costi proibitivi, ma tempi di spostamento dimezzati: le sue tratte squarciano le distanze fra le metropoli del Paese.
Sui treni, sembra di stare in un museo.
A bordo tutti mangiano voraci dal bento, il classico cestino che contiene un pasto completo, perché in Giappone si ottimizzano i tempi, per tutto (tranne che per stare in famiglia, un aspetto sociale che meriterebbe un approfondimento)

– PERDERE GLI OCCHIALI.
Dopo quattro giorni di viaggio mi sono accorto di aver smarrito un paio di costosi occhiali da sole senza riuscire a ricostruire dove e quando li avessi persi.
Passano dieci minuti dalla segnalazione e la mia tour leader mi avvisa che il primo albergo dove avevamo alloggiato li aveva trovati e messi al sicuro.
La sera successiva, li ritrovo alla reception dell’albergo della città successiva, 1000 km dopo. La tour leader si è quasi vergognata a dirmi che per il disturbo bisognava pagare sette euro.

matrimonio a Miyajima

– ASSISTERE A UN MATRIMONIO A MYAJIMA.
Gli scenografici ‘Tori’ (porte del tempio) rossi di Myajima affascinano anche le famiglie più facoltose del Giappone, che su quest’incantevole isola si recano per far sposare i propri rampolli.
Due occidentali con l’Invicta e le New Balance che passeggiano fra invitati leggermente irrigiditi dal protocollo, facendo lo slalom fra i daini (sì, perché sull’isola girano decine di daini!): impagabile.

ghetto all’aperto per fumatori

– CERCARE UN CESTINO DELLA SPAZZATURA.
Dal 1995, quando un attentato nella metropolitana provocò 6 morti e migliaia di intossicazioni da gas nervino, a Tokyo sono spariti i cestini sui marciapiedi, per evitare emulazioni.
Ebbene, vi sfido a trovare una cartaccia per terra. E le cicche di sigaretta? Prrrrr (rumore di pernacchia).
A Tokyo, ALL’APERTO, si può fumare solo intorno ad appositi contenitori.
Ma non vedrete più di dieci poliziotti in uniforme durante tutta la vostra permanenza…

– PIANGERE AL MUSEO DI HIROSHIMA.
La dignità fatta città. Hiroshima si è rialzata dopo la bomba atomica, costruendo un complesso museale a dir poco emozionante. Struggente e didattico come poche cose al mondo. Non c’è altro da aggiungere, se non il vivo consiglio a visitarlo.

– SCOMPORRE L’OKONOMIYAKI.
Va bene il sushi, va bene il sashimi, va bene il sakè. Ma in Giappone dovete provare l’okonomiyaki, un bizzarro calderone di riso, pizza, pancake, frittata e cose sconosciute che abbiamo imparato dal cartone Kiss Me Licia.
E’ impossibile capire di cosa si tratta anche dopo averlo mangiato, anche perché ogni regione lo cucina in modo diverso.

Kyoto gang in gita scolastica

– FARSI AIUTARE DA UN GIAPPONESE.
E’ sicuramente da villani approfittarsene, ma bisogna provare a chiedere la strada a un giapponese solo per il gusto di vedere fin dove è disposto ad accompagnarti.
La cosa più normale è chiedere quale treno di metropolitana bisogna prendere per andare in tal posto, ed essere scortati fino sulla banchina.

Ginza, centro pulsante di Tokyo

– ATTRAVERSARE LA STRADA A SHIBUYA.
Per sentirsi piccoli piccoli, uscite baldanzosi dalla stazione di Shibuya, quartiere di Tokyo dove è quasi impossibile trovare una persona sopra i quarant’anni; attraversate la strada all’incrocio più bizzarro del mondo, e fatevi stordire dalle luci e dai rumori.
Fatevi trasportare ed evitate di fermarvi in mezzo all’incrocio a fare le foto (anche se è impossibile resistere all’idea…)

– GUARDARE LOST IN TRANSLATION.
Una cosa da fare prima della partenza, o dopo il rientro.
Il film di Sofia Coppola è un perfetto affresco di cosa significhi per un occidentale una permanenza in Giappone. Gli sguardi, i silenzi, le cose bizzarre, quel senso di diversità che ti fa spalancare gli occhi e poi sorridere.

i contrasti di Tokyo

consolle dei wc giapponese

coltivazioni di the

Il Giappone non è la solita meta orientale da cartolina: non andateci solo per l’idea dei templi, della fioritura dei ciliegi e del sushi ‘all you can eat’.
Andate in Giappone con l’idea di conoscere un altro mondo, ma soprattutto un altro modo: di abitare le città, di rispettare il prossimo e l’ambiente, di pregare, di lavorare.

a scuola di carta

Riassumendo: un altro modo di vivere. Né più giusto e gratificante, né più sbagliato o anacronistico.
Se sarete disposti ad accettare questo pacchetto completo, tornerete sicuramente più ricchi e potrete davvero dire di esser stati dall’altra parte del mondo.

[starbox id=spino]

Related posts

Curiosità del viaggio sul treno proiettile in Giappone

I migliori luoghi da visitare a settembre

Vietnam e Cambogia: viaggi attraverso i patrimoni mondiali

2 comments

Patrick 23/12/2014 - 15:24

Splendido post, non banale, che mi era sfuggito, condivido tutto!!

Greta 23/12/2014 - 17:46

I tuoi complimenti sono sempre un onore! Sul Giappone, poi… 😉 Noi stiamo lavorando eh!

Add Comment