L’Hotell Viru è un palazzone di 23 piani, ufficialmente 22 fino a qualche anno fa, che sta a Tallinn come un un elefante in un negozio di cristalli.
Proprio a poche decine di metri da Viru, la porta sud d’accesso alla città vecchia diventata patrimonio UNESCO nel 1997, questo edificio conserva un importante e sostanzioso pezzo della storia estone.
Progettato e voluto fortemente dai Sovietici come simbolo della loro presenza (e dominazione) alla fine degli anni 60 in piena guerra fredda, fu costruito in meno di 3 anni. Si dice ironicamente sia costituito di “microcemento sovietico”: 50% cemento armato, 50% microspie!
Il Viru Hotell, infatti, era la centrale operativa del KGB in Estonia.
Si racocnta che prima di essere ufficialmente aperto, nonostante i lavori fossero terminati da mesi, agenti esperti del KGB installarono microspie e telecamere dappertutto: nei corridoi, nei saloni e persino in ogni camera!
Tutti i turisti stranieri in viaggio in Estonia, ai tempi dell’URSS, non potevano alloggiare da nessuna altra parte se non al Viru: ognuno poteva essere agli occhi dei russi una potenziale spia o un sabotatore e andava tenuto sotto controllo dal momento dell’arrivo, durante gli spostamenti (rigorosamente accompagnati da un tassista agente KGB), ad ogni contatto con la popolazione locale fino all’imbarco sul volo di rientro.
Se qualcuno osava chiedere cosa ci fosse al 23º piano, la risposta ufficiale che tutto il personale doveva dare era: “Nulla! Solo locali tecnici chiusi alla clientela, troppo pericolosi perchè sprovvisti di balaustre”.
Per scoprire il misterioso 23º piano è oggi possibile prender parte ad uno degli interessanti tour organizzati dall’Hotel: sono diversi e ogni giorno due di essi sono in inglese (controllate sul sito dell’hotel gli orari), la prenotazione è obbligatoria (per email o di persona alla reception).
La guida, figlia di un dipendente dell’hotel dei tempi dell’occupazione sovietica, racconta curiosi aneddoti mentre traduce le improbabili scritte sulla porta d’accesso alle camere di controllo. Al 22º piano, allora un ristorante, una porta di ferro con scritto “Qui non c’è nulla” dà accesso alla scala che porta al piano segreto.
La prima stanza, col telefono rosso senza tasti collegato diretto col Cremlino, era del comandante.
Tutti sapevano degli uffici del KGB al secondo piano, adibiti al controllo dei dipendenti, della stampa e delle comunicazioni verso l’esterno; nessuno (o pochi) di quelli segreti del 23º.
Il comandante sapeva mimetizzarsi perfettamente con i clienti del Viru, e nessuno, nemmeno gli agenti stessi sapevano quale fosse la sua identità.
La stanza è stata lasciata così com’era quel giorno del 1992, quando gli ultimi agenti del KGB abbandonarono l’hotel. Telefoni, la macchina da scrivere, diplomi prestampati per i dipendenti modello (i più attivi nel collaborare con gli agenti) sono lì in bella mostra per noi.
Nella stanza adiacente, invece, vi era il centro di controllo vero e proprio con i monitor, i registratori e le planimetrie dell’hotel con gli archivi degli spostamenti degli ospiti.
Prima di fuggire, gli agenti tentarono di distruggere o rendere inutilizzabili più macchinari possibile, ma ancora molto è rimasto e i cavi che fuoriescono dal muro danno una buona idea di quanto e come tutto nell’hotel fosse tenuto sotto controllo.
Qui si decideva tutto: dalla sistemazione degli ospiti nelle camere, al posizionamento di ulteriori microtelecamere, fino ai microfoni nascosti ai tavoli del ristorante (nei piatti o nelle saliere). Lavoravano tre persone ogni turno anche se il lavoro “sporco” era affidato ai Custodi di ogni piano.
Spesso erano anziani insospettabili, accomodanti coi clienti e perennemente col sorriso sulle labbra. Erano loro quelli tenuti a raccogliere la maggior parte delle informazioni per il KGB. Dovevano annotare su un registro rosso tutto ciò che accadeva nel piano: ogni spostamento del cliente, ora di entrata e uscita dalla camera, eventuali accompagnatori, fino a segnalare tenore e contenuti dei discorsi.
A fronte della misera paga, il custode in realtà era un lavoro pericoloso ma di prestigio: era facile arrotondare lo stipendio fisso in cambio del silenzio o di qualche regalo occidentale…
Gli aneddoti del Viru Hotell sono innumerevoli ed alcuni curiosi ed esilaranti.
I sospetti dei clienti abituali(come le guide dei gruppi turistici), complici anche i metodi poco “segreti”, negli anni aumentavano. Stessi clienti nelle stesse medesime camere a distanza di mesi o anni, rumori sospetti, strane interferenze radio…
Molti stranieri intuivano o sapevano benissimo di esser spiati, al punto che molti, al primo ingresso nella camera, si lanciavano in improbabili prove microfono ad alta voce “1,2,3 Prova microfono per gli amici de KGB” oppure accendevano la radio a tutto volume per disturbare le registrazioni. Coraggiosi: il visto per rientrare in URSS, dopo questi affronti, diveniva difficile da ottenere!
Si racconta che un turista norvegese un giorno andò in bagno e, solo dopo, si accorse di non avere carta igienica. “Ah questi Sovietici… Voglion far grande la Russia e non hanno nemmeno la carta igienica in bagno!”, esclamò presumendo di esser spiato… Dopo 2 minuti bussò alla porta il custode con la carta igienica!
Terminata la visita al piccolo museo, c’è tempo qualche istante per ammirare il più bel panorama di Tallinn affacciati alle (sicure) balaustre del 23º piano.
E’ buio e la città sotto Natale è un tripudio di luci. Il vento freddo di dicembre è sferzante ma non il gelo bensì la guida è stata ad allontanarci da questo spettacolo.
Volete saperne di più su Tallinn?
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6 comments
Bello, situato in una posizione strategica per visitare la città,non lontano dal porto Le camere sono pulite ,la colazione a buffet è buona.la visita al museo del kgb merita . 100€ a notte per una quadrupla,più che fattibile.posso dire di essere stata soddisfatta
Ottimo, sono molto contenta vi siate trovati bene! 🙂
Credo di essere l’unico turista ad aver soggiornato (non una ma due notti) al ventunesimo piano del Viru senza essere andato a visitare il museo del KGB, pur sapendo perfettamente della sua esistenza.
Ancora oggi non so bene perché.
Il Viru ha tra l’altro un problema riconosciuto da molti che confermo anch’io: le stanze hanno un forte odore di stantio per via della scarsa aerazione.
Non è il posto giusto dove soggiornare a Tallinn, tuttavia chi ci va con una qualche frequenza almeno una notte dovrebbe passarcela. Stranamente non ricordo nulla della colazione.
Complimenti per il post (fatto davvero bene) e per le numerose foto!
Grazie 🙂 A giorni pubblicherò un post dedicato all’estensione del Viru, il Solo Sokos Estoria. Questa sezione dell’hotel è modernissima ed è stata aperta ad aprile 2014. Noi abbiamo soggiornato lì e me ne sono innamorata. Tanto da scriverci un post dedicato, e bada: senza sponsorizzazione! 😉
Ottimo: non ho ancora scelto dove pernottare a Maggio e il Solo Sokos (che già gestisce il Viru) potrebbe essere una buona idea. Sono finlandesi, quindi una garanzia. Domanda: quanto vi è costata la doppia?
Eravamo ospiti dell’Ente del Turismo Estone e non saprei dirti. Non è economicissimo però, controllando su Booking…