Senegal, giorno 10: ritorno agli affetti

E’ il lunedì dopo la tre giorni di viaggio alla scoperta del Senegal, lungo la Petite Côte, e ciascuno di noi desidera fortemente tornare a scuola.

Iniziamo a pretendere con fermezza che il carrapide a noi riservato sia il più puntuale possibile nel portarci a Bene Baraque la mattina, non che non ci si sappia adattare ai tempi senegalesi: quelli vanno bene il pomeriggio, ma la mattina non vogliamo perdere un minuto in più e passare più tempo con i bambini!

Ci sono mancati parecchio durante il weekend, abbiamo visto il loro mondo e anche molto di più, probabilmente: ci siamo spinti a sud lungo la costa, in luoghi che i ragazzini non hanno mai visto, ma certamente conoscono tramite racconti trasmessi oralmente.

Questa giornata a scuola è caratterizzata dallo scatto di mille foto con loro: i protagonisti del campo di volontariato 2014; i gioielli della società nei quali riporre fiducia per il futuro dei piccoli centri, in una nazione con prospettive di crescita reali; i padroni di quei sorrisi che ci sciolgono i cuori e ci invitano automaticamente a sorridere a nostra volta, a stringere mani, a partecipare ai canti e ai balli nelle aule al primo piano dell’edificio scolastico.

Abbiamo tutta l’intenzione di tenerli con noi, per questo scattiamo foto! In francese di chiama nostalgie e quei sentimentali dei senegalesi la nominano spesso.

Questo stesso giorno i ragazzi più grandi, ritirati in una delle aule, mettono la musica a palla dopo le lezioni e iniziano a rappare, a muoversi sciolti come solo gli africani e a coinvolgerci in salti afro e danze più da discoteca che da Africa occidentale. Un’ora passa senza accorgersi e veniamo richiamati per il pranzo.
Tristi di dover interrompere rimandiamo il momento di qualche canzone e poi ci aspetta il pranzo condiviso al piano di sotto.

Momenti magici, i nostri occhi sono luminosi come non mai, gioia piena anche in quelli dei ragazzi senegalesi. Siamo davvero un bel gruppo!


La seconda parte del titolo, in origine, si parlava da sè di quanto l’Africa, e in generale le nazioni con scarsa igiene e mancanza di acqua potabile, sia compromettente per l’equilibrio intestinale. Rifletto solo su quanto questo argomento diventi così normale da parlarne liberamente con tutti a certe latitudini della terra.

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