Ti svegli che sei a casa, ti affacci al balcone, saluti i vicini, bevi il caffè, mangi del mango e delle fette di baguette con il chocopain, magari accompagnato da una piccola peste.
È ora: il carrapide sta per arrivare e si avvicina il debutto in veste di insegnanti ai corsi estivi della scuola Fabrizio et Cyril di Bène Baraque.
I bambini che ti accolgono, ti avvolgono, ti cercano e si fanno strapazzare; i loro sorrisi pieni, grandi fino agli occhi e contagiosi. I loro nomi scritti alla lavagna o su una targhetta da tenere al collo, così come i nostri che, a volte… diventano loro!
Quanta immediatezza nello scambio di affetto e nell’instaurazione dei primi legami che nascono da ammirazioni reciproche, sorte senza un perchè. Sono questi i ricordi immediati da primo giorno di scuola.
Ovviamente ce ne sono altri che non vorrei far passare in secondo piano ma, seppur con la loro importanza, rimangono complementari ai primi.
Facciamo conoscenza di alcuni comportamenti che iniziano a dipingere un quadro culturale che si comporrà giorno dopo giorno.
I ragazzi più grandi arrivano in classe almeno un’ora più tardi dell’inizio delle lezioni perchè prima devono sbrigare le faccende domestiche o alcuni lavoretti a vantaggio della famiglia.
I più fortunati si portano la colazione da casa: una baguette farcita con cipolle in salsa agrodolce
Le ragazzine vedono la fotografia come supporto al ricordo: sentimentali loro.
I giovani pensano possa diventare il loro lavoro e possa essere testimonianza di progetti che si sviluppano nel loro villaggio. Sorprendenti sono state le foto fatte da un gruppo di loro al progetto pilota di Vivre avec l’eau; i più piccoli non hanno ancora capito che i pastelli sono un bene di tutti che deve rimanere a scuola, non sottratto.
Il profumo di fritto che si sparge nell’aria intorno alle 11 è solo una delle fasi della preparazione del pranzo tradizionale, spesso yassa poulet o yassa poisson, con una variante occidentale alla cottura al tegame delle patate; e così via.
E poi i souris… i topi.
Ebbene sì, loro, quei piccoli infimi esserini che si infilano ovunque, che sanno nascondersi alla grande e sorprenderti quando meno te l’aspetti. A loro, che sarebbero poi diventati i compagni di avventura di molti di noi, che avrebbero destato in noi sospetti continui, che avrebbero stimolato sentimenti contrastanti e luuuunghe chiacchierate di gruppo. A loro, che erano capitanati da lei… M.me Cherie Sourie, come l’avrebbe elegantemente ribattezzata Giampi, dedichiamo un pezzo del nostro campo 2014.