Il villaggio degli artisti di Bussana Vecchia

Stavamo insieme da poco e durante il nostro breve soggiorno a Sanremo, dove la sua famiglia ha un alloggio da generazioni, Filippo vuole fare qualcosa di speciale. E ci riesce, mi porta a Bussana Vecchia.

Questo piccolo borgo in provincia di Imperia ha una curiosa storia alle sue spalle.
Un violento terremoto nel febbraio del 1887 distrusse quasi completamente il paese che allora si chiamava semplicemente Bussana e costrinse gli abitanti ad evacquare le case e a trasferirsi più a valle ricostruendo la città nuova, “Bussana Nuova”.

Gran parte degli abitanti avrebbe preferito restare nel borgo originario, mettendolo in sicurezza e ampliandolo con edifici più nuovi, ma il vivo ricordo del catastrofico terremoto che uccise numerosi fedeli che in quel momento si trovavano nella chiesa durante il crollo, convinse tutti a lasciare definitivamente il paese.

Le rovine furono abbandonate per molti anni quando, a metà del 1900, artisti e stranieri rimasero affascinati dalle potenzialità del luogo ritenendolo ottima fonte di ispirazione.

L’artista di Torino Mario Giani (in arte Clizia) provò per primo a formare una colonia di artisti nel borgo ma non vi riuscì.
Tutt’altra sorte per il tentativo di Vanni Giuffrè, pittore siciliano, che venendo ad abitare nel villaggio riuscì in breve tempo a riunire amici da varie parti del Mondo e a fondare addirittura una Costituzione regolarmente depositata.

I ruderi non appartenevano più a nessuno e così chiunque volesse stabilirsi nel villaggio non doveva fare altro che scegliere una casa diroccata e risistemarla utilizzando esclusivamente i materiali presenti sul posto.
Soltanto gli artisti – riconosciuti o meno – potevano usufruire di quel luogo e chi decideva di andarsene poteva pretendere dal nuovo acquirente le sole spese di ristrutturazione affrontate.
Nessuna casa poteva restare abbandonata per più di tre anni. Quando così accadeva, l’edifico tornava di proprietà della comunità, pronto ad esser assegnato a nuovi artisti.

Non soddisfatti di queste regole che poco tutelavano i proprietari, si decise di creare dei luoghi comuni da mantenere al meglio, tutti insieme. A breve però gli abitanti finirono per dividersi in due gruppi con opinioni differenti, ogni gruppo con la propria galleria d’arte e nel ’68 nacque il primo atelier individuale.

L’idilliaca vita in questo villaggio d’arte iniziò a venir meno coi contrasti tra residenti fissi e stagionali. Le esigenze  diverse erano evidenti, a partire dall’acqua potabile e dalla corrente elettrica. Inoltre subentrarono gli originari proprietari che da Bussana Nuova ora rivendicavano il loro diritto sui ruderi.

Negli anni ’70 prima vi fu l’allacciamento all’acquedotto comunale e poi l’elettricità fu portata in tutto il paese. I residenti fissi erano ormai un centinaio e puntavano al turismo di massa, in ampio sviluppo in quegli anni, per sostenere le spese necessarie a vivere “di solo villaggio”.
Ben presto la vera arte fu messa da parte in favore di artigianato dozzinale di più facile presa sul pubblico comune.

Oggi possiamo vedere il coesistere di queste due realtà: arte e artigianato, nelle numerose botteghe che si nascondo tra le viuzze ciottolate del borgo.
Un borgo che mantiene i connotati di un tempo grazie alle attentissime ristrutturazioni. Che infonde calore e vita attraverso le tendine di pizzo colorato che ondeggiano al di fuori delle piccole finestre ancora abitate.

I gatti si godono l’ombra appollaiati sui muretti in pietra, certi che nessuna auto passerà mai a disturbarli.
Grandi piante di edera e bouganville si intrecciano tra quelle rovine che non sono mai state rimesse a nuovo.

Spunta d’un tratto una bicicletta e ci si chiede chi e come sia riuscito a farla arrivare fin lassù!
E poi spunta anche un quadro, particolare, astratto, colorato, appeso sotto ad un arco che collega due gruppi di edifici.
A fianco, sempre appesi al muro, ci sono anche un tavolo e due sedie (?) mentre poco più in là un dehor interamente ricoperto di mosaico di vetro cattura tutta la nostra attenzione.

Qui non si può fare un passo senza restare sorpresi di qualcosa. Arte o natura che sia. Ma è già semplicemente il grazioso borgo a rendere la visita così interessante con l’atmosfera calda e accogliente di chi ci vive o preferisce recarsi esclusivamente nella sua personale bottega per vendere curiosi oggetti fatti a mano.
Le gallerie d’arte si intervallano a piccoli laboratori più alla mano, come quello della gentile ragazza che dipinge i sassi trasformandoli in perfetti e tenerissimi animaletti.

Ci torniamo la sera, per scoprire che effetto fa aggirarsi negli stretti vicoli illuminati soltanto da sporadiche candele alle finestre. Stando molto attenti a dove poggiare i piedi e a non scivolare sui ciottoli resi viscidi dall’umidità.
Saliamo fino sulla cima del bricco e raggiungiamo la chiesa di Sant’Egidio, ancora chiusa, ancora pericolante. Il campanile è miracolosamente scampato al sisma ed è diventato così il simbolo del paese.

Il cielo sereno illumina a malapena il tragitto fatto principalmente di ombre quando d’un tratto, da una piccola porta, sento chiamare “Greta… Greta vieni qui!”. Inutile dirvi quanti anni di vita ho perso in quell’attimo di terrore. E poi vedo spuntare a pochi passi da me una bimba bionda, col vestito a fiorellini e la nonna che la rincorre. Non siamo in un tetro film dell’orrore ma in un graziosissimo borgo italiano dove il tempo pare essersi fermato.

 

Uzupis, a Vilnius, è un altro curiosissimo villaggio degli artisti, con una Costituzione propria, affissa al muro della graziosa piazza.
Se invece vuoi continuare ad esplorare la Liguria: ” Borghi del ponente ligure tra tradizioni e leggende”.

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2 comments

Elisa 25/06/2015 - 15:00

Ciao Greta! Mi piace molto il tuo sito, abbiamo fatto molti viaggi in comune e stavo traendo spunto per un viaggio in Bolivia anche se devo dire la verità…la tua esperienza mi ha abbastanza preoccupato!!! 😉
Una sola cosa: Bussana è una frazione di Sanremo (mia città= in provincia di Imperia, non di Savona!
Buona giornata
Elisa

Greta 25/06/2015 - 19:41

Che svista Elisa, ti ringrazio molto per la correzione! 🙂 Cosa ti preoccupa della Bolivia? Gli scioperi? Io ci tornerei al volo, è uno dei viaggi che mi ha segnata di più, e in positivo! Se posso aiutarti a dipanare questi dubbi, chiedi quel che vuoi! 🙂

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