“Remember Fort Alamo!”
Questo era il grido di battaglia dei texani nella decisiva battaglia di San Jacinto del 1836 che sancì la resa delle truppe messicane del generale Santa Anna e l’indipendenza del Texas.
Ma cosa successe in questa strategica e (quasi) inespugnabile missione di San Antonio de Bexar?
Un passo indietro: “cosa sono le missioni spagnole?”, vi chiederete.
Il Camino Real (Old San Antonio road) è una antica via di comunicazione aperta a fine XVII secolo dall’esploratore spagnolo Alonso de Léon che dal Messico, seguendo antiche rotte indiane, arriva fino alla Louisiana.
Lungo questa strada (che in realtà ha molte diramazioni e percorsi alternativi), ogni circa 5 km vennero costruite le missioni, vere e proprie enclavi cristiane in territori indiani.
L’obiettivo (dichiarato) era l’evangelizzazione degli indiani d’America, tuttavia queste cittadelle fortificate, inizialmente insediatesi con scopo pacifico, acquisirono negli anni sempre maggior potere strategico e divennero bersaglio delle scorribande delle tribù indiane che vedevano di cattivo occhio la conversione di alcuni dei propri membri.
Le missioni nei dintorni di San Antonio sono 5, da nord a sud, Fort Alamo, Mission Concepcion, Mission San José, Mission San Juan e Mission Espada e sono tutte patrimonio UNESCO: per raggiungerle si può arrivare in auto oppure percorrere il river walk in mezzo alla natura a piedi o più rapidamente con una bicicletta a noleggio. Il percorso è attrezzato e nei prossimi anni l’obiettivo è di renderlo ancora più vivo con punti di ristoro e aree picnic, ora solo più prossime al tratto nel centro città.
L’Alamo Trolley Tour hop-on hop-off è un mezzo comodo, abbastanza conveniente (26$) e divertente per visitare le missioni San José e Concepcion (per San Juan e Espada bisogna ricorrere a mezzi autonomi). Circa ogni 20 minuti (gli orari sono indicativi), un bus vintage rosso vi scorrazza non solo tra le missioni ma anche nei luoghi più interessanti di San Antonio.
Durante il viaggio, l’autista vi intrattiene con racconti sulla città e la sua storia, facendo volare il tempo a bordo (il giro completo impiega un’ora).
Mission San José è una delle prime tappe salienti ed è la più bella e meglio conservata. Le mura di cinta, con gli alloggi dei contadini indiani, sono intatte, così come la chiesa ancora oggi consacrata e super richiesta come location di matrimoni.
Le foto parlano da sole in fondo!
Mission Concepcion è la più raccolta: non rimane che la chiesa e un’ala del convento, ma è famosa in tutto il Texas per un affresco molto curioso: un dio coi baffi. Cercatelo bene quando sarete lì!
Il tour si conclude a Fort Alamo, il vero pezzo forte, sempre pieno di visitatori.
All’interno del complesso non si parla di evangelizzazione e vita contadina, ma di battaglie epiche e della battaglia per l’indipendenza.
Nell’antica chiesa un’interessante esposizione di cimeli di guerra che ripercorrono le due terribili battaglie per la conquista di questo avamposto strategico sul San Antonio River, porta d’accesso alla fertile foce del Mississippi.
La missione San Antonio de Valero fondata nel XVII sec, fu secolarizzata e cadde in abbandono, finché un battaglione spagnolo non vi si insediò e cambiò il nome in Alamo.
Durante la rivoluzione texana, nel dicembre 1835 un gruppo di ribelli guidati da George Collinsworth e Benjamin Milam prese d’assedio la missione e costrinse le truppe messicane del generale Cos alla resa.
I texani non persero tempo e fortificarono le mura, piazzando 18 cannoni a difesa del forte conquistato.
E infatti la reazione di Santa Anna non si fece attendere e fu pesante: venendo a sapere che Alamo era sguarnita (non vi erano che meno di 200 soldati), a fine febbraio mosse con 1800 (secondo i texani 6000) uomini verso San Antonio.
“Il nemico mi ha chiesto di arrendermi, ho risposto loro con un colpo di cannone, non mi arrenderò mai.” Col. Travis
In prossimità della missione, le truppe messicane issarono bandiera rossa: non si fanno prigionieri.
“Il colonnello Travis estrasse la spada e, con la punta, tracciò una linea nel terreno, che si estendeva da destra a sinistra. Poi tornò al centro e disse. . . Voglio che ogni uomo determinato a rimanere qui e a morire con me attraversi la linea. Chi sarà il primo? March!” raccontò a William P. Zuber Louis Moses Roses, l’unico soldato sopravvissuto di Fort Alamo che non varcò quella linea e si diede alla fuga.
La linea è ancora oggi impressa sul sagrato della chiesa.
Delle gesta eroiche dei 189 soldati rivoluzionari, massacrati in meno di 2 ore dopo 10 giorni di assedio e brevi schermaglie, si sono scritti centinaia di libri e decine di film western (il più famoso “La battaglia di Alamo” di e con John Wayne del 1960).
Oggi la bandiera texana e messicana sventolano vicine accanto al monumento ai caduti: in fondo l’influenza messicana è parte integrante della storia e cultura del Texas e qui a San Antonio si sente molto forte.
Un ringraziamento speciale a Visit San Antonio che ci ha munito di City Passport: ideale per visitare le principali attrazioni della città.
[starbox id=Filippo]