Santa Clara, la città di Che Guevara

Se le indicazioni stradali a Cuba sono rare e confuse, raggiungere Santa Clara, la città del Che, è semplice: tutte le strade sembrano portare alla città simbolo della Revoluciòn Cubana.

Murales del Che

Il Mausoleo di Che Guevara

Ti accorgi di essere sulla strada giusta quando i cartelloni propagandistici si infittiscono e ritraggono sempre più sovente la famosa effige di Ernesto Guevara, quella immortalata da Korda, con i suoi motti e le parole dette di lui da Fidel.

Quasi senza volerlo, provenendo da L’Avana, incontri subito il suo Mausoleo, messo lì come a dire: “prima di entrare in città fermati a ringraziarlo e a portargli omaggio per ciò che ha fatto per noi”.

Monumento a la Toma del Tren Blindado

Monumento a la Toma del Tren Blindado

Monumento a la Toma del Tren Blindado

Dal lato opposto del centro invece, giungendo dai cayos e da Remedios, l’anima del Che rivive nel Monumento a la Toma del Tren Blindado. Questo museo (di per sè gratuito, ma la guardia non esiterà a chiedervi 1CUC per la “pulizia dei giardini”) sorge nel luogo esatto in cui si svolse l’assalto al treno blindato, episodio decisivo della Battaglia di Santa Clara, il 30 dicembre 1958.

Sapendo della presenza dei ribelli nelle campagne limitrofe, Batista inviò un treno blindato carico di uomini e armi d’assalto. Il treno avrebbe dovuto percorrere un tratto collinare per accerchiare la città, ma l’azione eroica del “Plotone Suicida” guidato da El Vaquerito, costrinse il convoglio ad una deviazione verso Santa Clara.

Monumento con incisa la storia del treno

Che Guevara con un manipolo di soli 18 uomini sequestrò i mezzi agricoli dell’università di agraria (una delle ruspe è esposta nel monumento) e divelse i binari. Il treno deragliò e la maggior parte dei soldati (408 a bordo) immediatamente si arrese o passò dalla parte dei castristi.

I pochi lealisti rimasti decisero di combattere e si rifugiarono all’interno dei vagoni. Guevara allora diede l’ordine di gettare delle Molotov dentro il mezzo attraverso i finestrini in modo tale che il treno diventasse “un vero forno per i soldati”: tale tattica si dimostrò vincente e lo scontro terminò in meno di due ore.

La battaglia proseguì ancora per le vie di Santa Clara fino al 1 gennaio 1959, per lo più con qualche scaramuccia, ma la resa dei governativi e la vittoria della rivoluzione, dopo l’assalto del treno, era ormai cosa fatta.
Sui vagoni blindati – alcuni di essi sono aperti (lun-sab 9-17) e trasformati in un museo con qualche fucile, alcune uniformi e molte fotografie- sono ben visibili i fori delle pallottole e la vernice sollevata dal calore delle bombe incendiarie.

In Parque Vidal

Nel centro, invece, l’eroica città si trasforma.
Parque Vidal, la splendida piazza coloniale e cuore pulsante della città, è un vero gioiello rovinato solamente da un palazzone americano di un improponibile color verde acqua, sede di un cine-teatro, che poco ha a che spartire con i vicini palazzi settecenteschi.

Carretto per bambini, trainato da capre

La piazza di sabato sera si anima. Nelle vie laterali, in occasione della Fiera, musei, negozi e gallerie sono aperti fino a tardi. Intorno al chiosco centrale, orde di famiglie, di giovani e non, passeggiano in circolo fermandosi a salutare amici, a bere insieme un po’ di rhum (portato da casa) o ad ascoltare musica.

Chi è più fortunato riesce ad accaparrarsi un posto a sedere su una panchina e osservare il tutto, così da gustarsi tranquillamente un hielado o una pina colada in vendita nei baracchini intorno alla piazza.

Pina colada cubana!

Per le vie di sera: tra baracchini e musei

Sono le 9, e dai locali della piazza e delle vie limitrofe si alza la canzone (che è quasi l’inno di Santa Clara) “Hasta siempre comandante Che Guevara” seguita da più allegre musiche caraibiche interrotte, ogni tanto, dalla voce del presentatore di un banco di beneficenza (“5 pesos al biglietto, primo premio una cassa di cerveza!”).

Ecco, proprio questo particolare è stato la ciliegina sulla torta della serata! Ci ha riportato indietro nel tempo, a quando eravamo bambini, alle (per noi) grandissime emozioni che solo la festa del paese sapeva suscitare!

Bancarelle in piazza per la Feira do Libro

Per di più, abbiamo avuto la fortuna di soggiornare a Santa Clara durante la Feira do Libro, un evento molto sentito dai cubani.
Bandiere, striscioni, cartelloni ed uno (sgangherato e pluri-rattoppato) scivolo gonfiabile stracarico di bambini, rendevano l’atmosfera ancora più allegra e festosa.

Parque Vidal

La domenica mattina Parque Vidal cambia volto: i baracchini lasciano spazio alle numerosissime bancarelle piene di libri nuovi e usati.
Mi faccio tirar la gola e, anche se il mio spagnolo non è così fluente, non posso esimermi da comprare una copia del “Diario del Che en Bolivia”, nella sua primissima edizione del Instituto del Libro del 1968!

La Cattedrale di Santa Clara de Asìs

Appena fuori dal Parque a 200 metri, vale la pena una visita alla Cattedrale di Santa Clara de Asìs.

Vagabondiamo ancora per le vie del centro, senza una meta precisa e ci imbattiamo nella via pedonale dello shopping.

Torniamo alla macchina, è l’ultimo giorno del nostro viaggio e dobbiamo tornare a L’Avana per prendere l’aereo. Ci aspetta un lungo e tedioso viaggio in autopista di 3 ore.

Murales propagandistici

Passiamo davanti ai murales satirici e propagandistici, per lo più anti-USA: l’anima ribelle di Santa Clara sembra essere ancora viva.
Stavolta il nemico non è più in patria ma è un nemico comune: è la povertà portata dal Bloqueo (l’embargo economico-commerciale) imposto dagli Stati Uniti nel 1962 a seguito del fallito assalto della Baia dei Porci.
Povertà che finora ha mantenuto una forte identità e senso di apparteneza nei cubani, ma a che prezzo?
La risposta, unanime, sembra essere sempre la stessa: “Aqui no se rinde nadie!”

 

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4 comments

Giovy 27/04/2014 - 08:40

Santa Clara per me è davvero pazzesca. Non c’è stato viaggio a Cuba che non sia passata di lì.

Greta 28/04/2014 - 17:55

Non so quanto il clima di festa e il brio che abbiamo sentito fossero ampliati dall’entusiasmo per la fiera del libro, ma è piaciuta molto anche a noi!

Marika 26/04/2014 - 18:44

Quello che mi ha impressionato di Santa Clara è stato proprio il tragitto per arrivarci. Tutti quei cartelloni sembrano quasi voler fare un lavaggio del cervello 😀

Greta 28/04/2014 - 17:57

E’ vero Marika. Ha fatto la stessa impressione anche a me.

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