Siamo arrivati a Pechino, da Shanghai, intorno alle ore 21 del 12 settembre 2012, e siamo rimasti immediatamente colpiti da squadre di operai che nonostante l’ora tarda e la scarsissima illuminazione non lasciavano fermi lavori stradali o edilizi, con conseguenti rumori molto poco accomodanti.
E alla faccia della sicurezza: coppie di operai con martelli pneumatici dentro a buchi di 1mt x 1mt illuminati da una torcia… Ma i ritmi in questo paese sono così diversi dai nostri…!
Dove dormire a Pechino in centro città
Sicuramente un hotel in centro città è la scelta migliore se si vuole visitare Pechino a piedi ed utilizzando i mezzi pubblici.
Con un taxi (23yuan+2 la notte) abbiamo raggiunto l’hotel Days Inn Forbidden City ormai a sera inoltrata e, causa disguido, ci viene offerta una suite, con salotto, disimpegno, camera da letto e due bagno di cui uno con enorme vasca da bagno fornita di tv lcd.
Testiamo anche i famosi wc elettronici, con pannello di controllo a muro per temperatura dell’asse, funzione massaggio, tipo di getto da bidet, temperatura dell’acqua… quanto ridere!
Fortunatamente il giorno seguente ci siamo trasferiti in una camera standard, perchè la suite affacciava proprio su uno dei numerosi cantieri che non si fermano mai, nemmeno in piena notte.
La nuova stanza è comoda e pulita. Wi-fi gratuito solo nella hall. Ma soprattutto, l’hotel è davvero in pieno centro, a pochi passi da Wangfujing, la via principale di negozi e ristoranti e, attraversando un grazioso giardino fiorito, si raggiunge in un attimo anche la fermata di metro di Tian’anmen Est.
Dove mangiare l’anatra laccata a Pechino
Abbiamo scelto il ristorante più famoso di Pechino per mangiare la famosa anatra laccata, piatto tradizionale cinese da non perdere. Siamo stati al ristorante Da Dong, prenotando il giorno prima.
Suggerito dalla Lonely Planet, non è stato affatto semplice da raggiungere. Chiedendo indicazioni, chi ti sa rispondere riduce i tragitti a pochi passi, tu ti metti in moto, e dopo due ore ti accorgi di essere a malapena a metà strada.
Le distanze sono immense, qualsiasi sia la tua meta.
Anche con fermate della metro posizionate ad hoc, si devono considerare i 400/500 mt solo per uscire dai sotterranei, più il classico chilometro per raggiungere l’obbiettivo.
Considerate anche che nemmeno i poliziotti conoscono i nomi delle vie che stanno pattugliando, che la gran parte dei cinesi non parla inglese e molti i tassisti non sanno nemmeno leggere la loro lingua. Diventa tutto abbastanza complesso e faticoso.
Parlando del Da Dong, non è affatto il locale carino a buon prezzo recensito dalla nota guida. È un ristorante di lusso, all’ultimo piano di un elegantissimo centro commerciale con firme italiane. Si prenota come minimo il giorno prima e siamo stati accolti con spiedini di cipolle caramellate e vino rosè. Il menù era un libro 60x30cm con 50 pagine. Tante foto ma incomprensibile la sostanza.
Abbiam ordinato d’obbligo il famoso piatto forte. Nell’attesa, al tavolo ci arrivano numerosi piatti, piattini, tazzine, bacchette. Sono le salse, gli intingoli, le tortillas di riso ed i vari ripieni per condire l’anatra, che arriva poco dopo, intera, con cuoco al seguito e tavolino privato dove il pennuto verrà tagliato e servitoci ancora caldo.
Ma come si mangia l’anatra laccata in Cina?
La cameriera ci fa una veloce dimostrazione di come approcciare le varie parti della pietanza, ci ha visto decisamente smarriti.
Io iniziavo a temere seriamente per il conto. Senza chiederci nulla, ripulito il tavolo, ci portano un bel vassoio di uva blu, tonda, poggiata su ghiaccio tritato. La cifra finale non ci ha imposto un mutuo (500yuan), anzi, è stata una bellissima esperienza!
Shopping agli Hutong, i mercati storici di Pechino
Il terzo giorno l’abbiamo dedicato allo shopping, per somma felicità di Filippo, tra i vicoletti degli Hutong. Negozi e botteghe dove l’unico freno era dato dall’esiguo spazio in valigia.
Ho lasciato il cuore tra gli innumerevoli, variopinti servizi da the, le tazze col filtro in ceramica, cestoni infiniti di sciarpine e foulard, ventagli in seta e bambù dipinti a mano, bamboline in legno… I prezzi non sono altissimi ma si vede che la zona è abituata a trattare con molti turisti.
Con calma abbiamo fatto due passi tra le vecchie case e attorno all’incantevole laghetto dove si potevano noleggiare i pedalò. Non fatevi sfuggire uno zucchero filato formato gigante, proprio tra i bar affacciati sul lago.
Per il pranzo invece abbiamo testato il Mr Lee, catena-fotocopia del noto KFC americano. Birra ghiacciata e ottimi noodles saltati con sugo che pareva un buon ragù. Prezzi da fast food.
Volete saperne di più su una visita agli Hutong di Pechino?
Wangfujing, il viale dello shopping a Pechino
Per concludere Beijing, non posso trascurare le serate a Wangfujing, il viale principale, illuminato da grandi insegne, costeggiato da costosi negozi di note griffe e animato da una folla di turisti e non.
Qui si può scegliere di cenare in un fast food, di gironzolare curiosi in un refrigeratissimo mall, o di addentrarsi nelle strade laterali, piccoline e buie, a caccia di souvenir o estrosità alimentari.
Ci vengono infatti proposti spiedini con stelle marine, cavallucci e piccoli scorpioni, infilzati ancora da vivi. L’odore è orrendo e non lo dimenticherò mai. Mettevo la mano davanti al naso per superare in fretta quei banchetti e raggiungere quelli da me amati, tra cui le fantastiche castagne arrosto, enormi e semplicissime da pelare. Una leccornia ritrovata poi a Yangshuo.
I venditori sono molto insistenti, una signora sessantenne mi ha anche amorevolmente dato uno schiaffetto mentre contrattavamo per una tipica maschera di legno. Le calamite sono molto deludenti, mentre i beans per braccialetti e le penne in fimo spopolano. I prezzi sono molto bassi.
Se gli spiedini non soddisfano neanche voi, cercate, nelle vie adiacenti, un ristorante di vostro gradimento ma che abbia un menù completato da fotografie del piatto. Difficile scegliere nella loro lingua.
Ad esempio Yibaidu Gangshi Hot Pot offre pietanze saporite da gustare in un cortiletto all’aperto con vista sui grattacieli circostanti. Oppure la locanda esattamente di fronte all’ingresso dell’hotel: rustica e a conduzione famigliare, i padroni che cenano affianco a te, con ottimi noodles e porzioni infinite di dumplings (ravioli al vapore).
La stazione centrale di Pechino
Nel tardo pomeriggio del terzo giorno, con un taxi, ci siamo avventuranti nel raggiungere la stazione Beijing west, ovviamente immensa e stracolma di gente tanto che non si stava nè seduti nè in piedi. Nessuno straniero. Tutti con bagagli voluminosi e di dubbio gusto come secchi di pittura, scatoloni arrotolati nel nastro adesivo, modellini di palazzi (?), sacchi neri dell’immondizia…
Ho osato assaggiare i tanto diffusi wurstel confezionati uno ad uno che si mangiano crudi come snack. Buono ma, digerito due giorni dopo.
Pur di sederci abbiamo pagato 7 yuan per accedere alla saletta (salone) vip che era in ogni caso ridotta male e popolata di viaggiatori di ogni ceto sociale sempre accompagnati da bagagli discutibili (anche un lavandino sottobraccio…).
Ci attendeva la notte in treno, nella cuccetta deluxe doppia, esperienza straordinariamente eccitante! Direzione: Xi’An, il paese dell’esercito di Terracotta!
6 comments
molto interessanti esperienze che in parte ha vissuto nel 2012. Pechino, e la west station l’ho invece trovata particolarmente pulita e ordinata, (forse perchè vivendo a Milano….). Mi manca la Grande Muraglia che è..in calendario. Aimè il tempo è come sempre, tiranno !
Pulita e ordinata? Davvero? Vuoi che forse dipenda un pochino da orari di punta… mah.
La Grande Muraglia ha un impatto molto speciale. Anche lì, purtroppo, la mole di gente danneggia un pochino l’atmosfera. Ma te la consiglio vivamente, certo!
Tempo e denaro sono i grandi tiranni! Ma con l’esperienza stiamo riuscendo a comporre i nostri viaggi con cifre accettabili e a svilupparli in tempi adeguati alle comuni ferie.
Grazie del commento Loris.
Già….ora xò convinco Stefano a mettere qualche foto di qualche nostra vacan
za..
Io sto ancora aspettando un vostro tour in moto da pubblicare qui eh…
Lo so che un giorno riuscirò anck’io a vedere queste meraviglie! Devo solo nascondere la moto a Stefano per qualche settimana!!
Ma nooo, perchè? Neanche ti immagini quanti scooter girino in Cina… devi solo fargli abbassare un pochino la cilindrata! Ah ah ah!