La maggior parte degli spostamenti lungo il nostro viaggio on the road attraverso il Perù lo abbiamo affrontato in bus. Bus turistici, a lunga percorrenza, dove il tragitto più breve prevede almeno 3 ore. Prevedrebbe. Perchè pare che la puntualità sia un miraggio.
Mai ci è capitato di partire puntuali, tantomeno di arrivare a destinazione all’orario prestabilito.
Le stazioni, quasi tutte molto curate e pulite, somigliano a piccoli aeroporti con zona check-in, ritiro bagagli e una sala di attesa perchè bisogna presentarsi con largo anticipo rispetto all’ora di partenza prevista. Quando verrà aperto l’imbarco, si formerà una fila per il controllo documenti e un addetto aprirà ogni borsa e zaino per verificarne il contenuto. E’ possibile anche una leggera perquisizione personale.
La hostess attende ogni passeggero davanti alla porta di ingresso del bus per indicare ad ognuno il posto preassegnato sul biglietto.
Noi abbiamo scelto la compagnia Cruz del Sur, tra le più sicure e affidabili, che copre tutti i tragitti che ci interessano.
La prima esperienza è stata sulla tratta Lima-Paracas dove il grande ritardo a causa, pare, di un incidente che però non abbiamo visto, ci ha fatto giungere a destinazione nel primo pomeriggio, quando il mare si era ingrossato troppo per permetterci di raggiungere le Islas Ballestas.
Il bus per la tratta Paracas-Nazca invece ci ha caricati con 40 minuti di ritardo e ci ha portati a destinazione con circa 1:30 di ritardo. Non male! Per fortuna avevamo già l’hotel prenotato con un taxi ad aspettarci. Erano le 22:30.
I cama coche sono bus a lunga e lunghissima percorrenza che offrono all’ospite poltrone molto larghe, comode e imbottite, che si possono reclinare quasi fino a 180 gradi.
Nel tragitto notturno tra Nazca e Cusco le abbiamo testate per la prima volta. Ogni poltrona aveva anche il monitor personale e il wifi che però, causa tragitto impervio sulle Ande, non ha praticamente mai funzionato.
A bordo c’è un servizio di hostess molto gentili che forniscono bevande, cibo, cuscino e coperta.
Ci avevano consigliato di vestirci pesante ma la classica “cipolla” forse è l’ideale perchè il clima varia da bus a bus e da orario a orario. Di giorno spesso fa molto caldo, soprattutto se picchia il sole. La notte invece, i posti vicino ai finestrini possono diventare veramente gelidi. Addirittura, quando ci siamo trovati nei primi due posti davanti, la notte mi sono svegliata con i finestrini coperti di ghiaccio, all’interno!
Questa era la tratta più lunga del nostro viaggio: 14 ore. Ma l’ennesimo inconveniente l’ha trasformata nella “tratta infinita”. Dopo innumerevoli su e giù dalle Ande, su una strada desolata che costeggia un torrente, siamo stati fermati per dei lavori in corso. Sosta forzata per due ore sotto ad un sole cocente dove pochi coraggiosi sono rimasti sul pullman a sonnecchiare, altri sono scesi a rinfrescarsi i piedi nelle gelide acque del torrente e molti, sconsolati, si sono appollaiati su accuminate rocce a bordo strada acquistando frutta fresca dai previdenti ambulanti.
Siamo così arrivati a Cusco dopo 17 ore di viaggio. Comodo eh, il cama coche, ma è stata un’agonia!
Tenete anche presente il probabile malessere che patirete quando si raggiungeranno altitudini di 5000 mt. Nella notte mi sono svegliata per andare in bagno e d’un tratto mi sono sentita svenire. Pressione a terra, fastidiosa nausea. Tutti eravamo nelle stesse condizioni. Basta stare calmi e sopportare, arrivando a Cusco (3300 mt) ci siamo sentiti tutti meglio.
Qui Filippo vi dà alcune dritte, consigli, rimedi tradizionali e non per sconfiggere il mal di montagna.
Un altro inconveniente tutto personale è capitato proprio prendendo questo mezzo. La sera, stanchi, l’abbiamo atteso col solito ritardo. Il biglietto l’avevamo acquistato online da casa. Check-in fatto, valige depositate… Ora di salire si accorgono che la data della prenotazione era del giorno seguente. Panico! Super panico! Non potevamo permetterci di perdere quel bus, il giorno dopo avevamo prenotato da mesi l’affollato treno che conduce ad Aguas Calientes, per il Machu Picchu.
Eppure niente da fare, sul bus non c’erano posti, ci hanno tirato giù le valige.
Noi senza qualche inconveniente di questo tipo non siamo contenti; tipo quando abbiamo sbagliato aeroporto per il volo Bangkok-Phuket!
Ma ne siamo usciti bene anche questa volta. Due posti sono venuti fuori e ci siamo assicurati la nostra presenza sul viaggio in bus più lungo del mondo!