Un piccolo pezzo di Spagna nel cuore dello stato del Messico: questa è Tlaxcala, il luogo dove tutto ebbe inizio.
Una sorta di Paziente Zero: proprio da questa piccola cittadina, 600 anni fa iniziarono le conquiste di Cortez e l’opera di evangelizzazione francescana del nuovo continente.
La storia di Tlaxcala e della nuova Spagna è raccontata negli splendidi murales del Palacio del Gobierno, tappa fondamentale per capire perché, soltanto qui, si incontrano ragazze con luminosi occhi verdi e con tratti marcatamente occidentali.
Siamo nel 1521, Cortez appena sbarcato nelle coste dello Stato di Veracruz vuole muovere guerra agli Aztechi. Viene però saggiamente consigliato dai suoi generali a cercare prima un’alleanza con i Tlaxcaltechi, i nemici storici di Moctezuma (per questo motivo, guai a chiamarli traditori!), che occupano per di più un territorio tatticamente importantissimo al centro delle rotte commerciali del continente.
Tlaxcala fu la prima colonia spagnola mista (a differenza di Puebla, città fondata e destinata soltanto ai coloni), in cui i Conquistadores, all’apparenza entrati in punta di piedi, hanno saputo in pochi anni cambiare usi e costumi degli indigeni.
Dal battesimo dei 4 governanti (gli impronunciabili nomi nahuatl trasformati in Lorenzo e Bartolomeo strappano più di un sorriso), alla fondazione del primo convento francescano, dalla costruzione della prima chiesa delle Americhe (la cattedrale della Nostra Signora dell’Assunzione) con il primo pulpito e altare (in oro) della Nuova Spagna fino alla costruzione Plaza de Toros nell’ex cortile del convento considerata, per la suggestiva location, una delle più belle al mondo.
Eh sì, purtroppo qui la tradizione della corrida è ancora molto sentita e richiama gente da tutto il Messico (e persino alcuni stupidi giovani turisti americani): le poche haciendas rimaste, anticamente dedite all’agricoltura, dalla fine del 1800 si sono trasformate in ganaderie e si sono dedicate al più remunerativo allevamento di tori da combattimento.
Per fortuna è facile evitare questi “spettacoli” per chi come noi (e molti Tlaxcaltechi) non approva questo macabro circo importato dai conquistatori, in cui il vincitore è sempre lo stesso.
Dopo la rapida caduta degli Aztechi, i Tlaxcaltechi furono impiegati dagli invasori nella colonizzazione di tutto il territorio che oggi è il Messico, aiutandoli a guadagnare fiducia negli indigeni e a fondare nuovi villaggi e conventi fino al sud degli Stati Uniti (Santa Fe, NM, è un’antica colonia Tlaxcalteca, giusto per citare un esempio).
Punto di partenza ideale per muoversi nei dintorni del piccolo stato, Tlaxcala è a soli 20 minuti da Puebla (traffico permettendo), mezz’ora dalle rovine di Cacaxtla e Xochitecatl e solo un poco di più da Tlaxco.
Sulle pendici del vulcano Malintzi (Matlalcueitl 4461m, il cui dolce pendio che fa da sfondo alla città richiama le forme di una donna sdraiata) è d’obbligo una visita al Parco Nazionale La Malinche.
Nelle notti di luglio lo spettacolo delle lucciole (Luciernagas) illumina i boschi e richiama centinaia di persone da tutto lo stato. Per assistere a questa meraviglia della natura è bene affidarsi ad una guida esperta come Armando di Guias de Culturaleza – OACTLI Expediciones, che tutto l’anno organizza escursioni, anche notturne nelle notti di luna piena, e uscite di trekking nel parco.
Insieme a lui, esperto di storia e natura, abbiamo imparato a riconoscere ed utilizzare alcune piante medicinali (ancora oggi fondamentali in Messico per chi non può permettersi una costosa assicurazione sanitaria) e abbiamo preso parte al sacro rito purificatore del Temazcal con l’Abuelita Guadalupe.
Il centro coloniale della città di Tlaxcala è sonnacchioso e tranquillo, ideale per una tappa piena di storia, cultura e relax. Le piazze dello Zocalo, disposte una in fila all’altra intorno alla splendida Plaza de la Constitucion, sono il cuore pulsante della capitale sempre vive e piene di gente, specialmente nei weekend e nelle feste: mercatini di artigianato (il barro – terracotta – è il prodotto per eccellenza), bancarelle di street food e persino le (poco sicure) giostre sono aperti dal mattino alla sera.
Il santuario di Ocotlan, in cima alla collina che domina la città, è uno dei più importanti santuari del Messico, unico al mondo per la sua facciata in malta bianca splendente. Nell’altare maggiore spicca la Vergine di Ocotlan, apparsa nelle venature del tronco di un albero miracolosamente scampato a un devastante incendio nel 1541.
A poche centinaia di metri al centro di un piccolo bosco, la Cappella del Pozzo racchiude una fonte di acqua miracolosa: si dice che abbia poteri curativi e chi la berrà, farà certamente ritorno a Tlaxcala.
Per mancanza di tempo non l’abbiamo fatto… certo che i ritmi lenti, il calore della gente, la vitalità del luogo e il clima mite tutto l’anno hanno ancora più potere di quell’acqua miracolosa: appena uscito da Tlaxcala non vedevo già l’ora di ritornare!
[Un ringraziamento speciale a Rosy e Anselmo, di Sectur Tlaxcala, Ente del turismo dello Stato di Tlaxcala, che ci hanno accompagnato nelle nostre splendide scoperte tlaxcalteche.] [starbox id=Filippo]
2 comments
che bello questo articolo ricco di informazioni…. io da poco ho aperto una community dedicata al Messico e sto cercando qualche italiano residente in Messico che voglia parteciparvi. Se a qualcuno fa piacere segnalo il sito che è http://www.mexicoitaly.com
Grazie per il tuo gentile commento. Chissà se qualche expat in Messico non passi di qui… 🙂