Uno dei post di cucina più difficili che mi sia trovata a scrivere!
Sì, perchè io nel Messico centrale per 10 giorni non ho fatto che mangiare e bere di tutto ma in sostanza, non è che mi sia mai stato molto chiaro quel che avevo nel piatto!
Aiutati da chi ci ha magistralmente accompagnato lungo questo #mexicodesconocido, abbiamo assaggiato i piatti della vera tradizione messicana.
I piatti tipici poblani pare siano i più blasonati e ricercati di tutto il Messico. Che, spesso, nulla hanno a che vedere con gli stereotipi che pensavo di incontrare.
E così, addio burritos che tanto ho sentito menzionare nei film! Pare sia una invenzione culinaria prettamente turistica e quindi dedicata a zone come Cancun (Quintana Roo) o ancor di più quelle frequentate da turisti americani (vedi Cabo San Lucas).
La cucina tradizionale di Puebla e Tlaxcala
Impossibile non cominciare da un mito della cucina locale: il mole poblano.
Facciamo la sua conoscenza già la prima sera, arrivando da un viaggio-epopea di circa 19 ore.
Veniamo accolti a Puebla con una enorme coscia di pollo annegata in una crema marrone e semi di sesamo.
La crema è il famoso mole, tradizione antica di tutte le famiglie poblane che sono solite cucinarne in dosi massicce per voi conservarlo in freezer o rivenderlo in sacchetti.
La ricetta è un prezioso segreto perchè i ben 10 ingredienti all’interno sono perfettamente mixati in una crema densa e perciò irriconoscibili. Ogni famiglia ha un ingrediente segreto o quantità da tenere nascoste e tramandare.
Certa è una massiccia percentuale di cioccolato. Poi cipolla, pomodoro, queso, banana, chili e altre spezie. Non è piccante ma può abbattere un toro!
Decisamente piccanti ma un must imperdibile a Puebla sono i chalupas che vi verranno serviti anche senza richiederli, come antipasto o come contorno della cecina (carne di manzo).
Piccole tortillas ricoperte di salsa rossa o verde e a volte anche ripiene della stessa. Una spolverata di cipolla cruda a pezzettoni guarnisce il tutto!
Le più note quesadillas sono invece tra i misteri che non ho saputo dipanare. Mi è chiaro soltanto che all’interno della tortilla troverete del queso… ma se accompagnato e soprattutto da che cosa, non lo so.
Ho una grandissima confusione in testa tra tacos, quesadillas, enchiladas… Alla fine mi ritrovavo sempre una tortilla (di mais giallo o azul, molto diffuso soprattutto a Tlaxcala) ripiena di quasiasi cosa e, alle volte, anche ricoperta di queso. Mah…
La tortilla farcita più buona che abbiamo assaggiato? All’unanimità è stata proclamata la sope de cecina. Tortilla spessa da servire aperta e ripiena di sfilaccetti di carne di manzo e una grattata di queso locale. Guarnizioni ulteriori a vostro piacimento.
E noi che ci aspettavamo una gustosa zuppa come quella di tortillas gustata al La Casita Poblana di Puebla o come la sopa de ayocotes (grossi fagioli scuri), cavallo di battaglia della cucina Tlaxcalteca!
Un’altra delizia è stata la tartar de cecina. Tocchetti di carne di manzo cruda con pomodoro e cipolla a cubetti, cotta solo dal succo di lime. Una specialità di Cholula.
Il chorizo è stata una fantastica scoperta. L’avevo sentito nominare spesso e, alla vista, quel suo colore rosso-arancio mi incuteva un certo timore reverenziale. In verità non è particolarmente piccante. Si tratta di una semplice salsiccia molto speziata e gustosa. Ideale da arrostire su una pietra per farcire i tacos (street food molto diffuso) o in una grigliata di carni miste da accompagnare con le mie amatissime salse: pico de gallo, guacamole e frijol (qui le ricette tradizionali).
Se volete una sfida piccante, non lasciatevi fuorviare dal suo nome (io credevo fosse una torta salata con gamberi) e ordinate una torta de camaron. Non ho potuto assaggiarla, per ovvi motivi (forse dovrei dire “voluto”) ma colore e profumo da far lacrimare gli occhi mi sono bastati. Cosa ci fosse dentro di preciso? Sicuramente una buona dose di jalapenos e poi, pare, gamberi secchi, teste comprese, frullati.
Una alternativa per i palati suscettibili al chili è il chamorro al pulque ma di fame ne dovete avere proprio tanta perchè, a sopresa, vi arriverà un intero stinco stufato. Per cosa sia esattamente il pulque vi rimando ad un altro post.
Ci facciamo una botana? No no, non fraintendete, so che questo nome turba un filino ma vi stanno semplicemente proponendo uno spuntino!
Ci credete che se ordinate un piatto di totopos vi arriverà qualcosa a voi molto famigliare? Ebbene sì, si tratta delle classiche tortillas croccanti a forma triangolare che qui troviamo in sacchetto in tutti i supermarket. Sono un classico snack da gustare con guacamole.
Se invece cercate i nachos con queso, tradizionalmente dovrebbero arrivarvi di forma tonda ma a noi a Tlaxcala non è capitato così.
Un altro ottimo spuntino è il taco placero: un piattone ricolmo di queso, salsa frijol e due chicche messicane.
La prima, diffusissima, sono i nopal. Gusto fresco, carnoso e succoso ma appena mi hanno detto trattarsi delle pale del noto cactus dei fichi d’india non ho più avuto il coraggio di mangiarli.
La seconda sono i chicharron: crocchette di pelle di cerdo (maiale) fritte, dal sapore deciso e gustosissimo!
Tutto va inserito nell’onnipresente tortilla ma questa volta ho preferito piluccare con le mani gusto per gusto. Come un piatto di gustosissimi aperitivi. Qui le mani sono la posata più utilizzata! 😛