Avevo visto soltanto qualche piccola briciola del Salento. Ricordo molto poco delle due vacanze a Gallipoli e Porto Cesareo. Bisogna tornare indietro nel 1999 e nel 2005. Non soltanto non ero ancora blogger ma la mia idea di viaggio ancora era vaga e legata principalmente al puro divertimento. Spiaggia, amici, locali ed ero soddisfatta.
Finalmente ho l’opportunità di tornare in Salento con occhi aperti, assetati. Anche se per visitare Lecce dovrò attendere ancora, questa volta batterò a tappeto Taranto e provincia, con base fissa a Sava.
Siete pronti a partire con me per 5 giorni di scoperte?
Giorno 1 – Sava
Visita al Museo dell’Olio di Sava, inaugurato nel 2017. Ospitato nel frantoio semi-ipogeo, il museo raccoglie testimonianze e strumenti antichi di lavorazione delle olive per produrre olio lampante.
Contattando la proloco di Sava è possibile prenotare una degustazione guidata di olio evo. Al Salone del Gusto, in compagnia dell’esperto Antonio Mancino si potranno assaggiare numerose etichette per un’esperienza che coinvolgerà tutti i vostri sensi.
A circa 3 km dalla città, verso Lizzano, merita una visita il solitario Santuario di Santa Maria di Pasano. Potrete farvi raccontare dal pittoresco Don Luigi tutta la storia di questo santuario “superstite” delle incursioni saracene.
Non dimenticate di dare un’occhiata al magnifico ulivo del 1600 in giardino!
Appena fuori dal Santuario possiamo fare una passeggiata seguendo i muretti a secco Patrimonio UNESCO fino a raggiungere il “Limites dei Greci”, un muro che divideva presumibilmente il territorio bizantino da quello longobardo.
Lungo il percorso saremo accompagnati da panorami tipici della zona salentina: vigneti di primitivo e uliveti con alberi bellissimi.
Rientrando a Sava, merita una visita il “Museo Missionario” nel Convento di San Francesco. Tra le aree del museo cui prestare più attenzione senza dubbio quella di fossili e minerali e quella, curiosissima, sulla cultura cinese antica e moderna.
Se vuoi saperne di più di Sava, leggi il mio articolo: “Salento: la città di Sava tra arte, religione e prodotti tipici”.
Giorno 2 – Erchie e San Marzano
Per credenti e non, merita una visita il Santuario di Santa Lucia ad Erchie. Al di sotto della chiesa vi è un’ampia cappella scavata nella roccia dove sgorga acqua benedetta da una sorgente. C’è chi si bagna e chi riempie le ampolle vendute in loco come ben augurante ricordo.
San Marzano, famosa per i pomodori ma anche per lo storico liquore Borsci, risiede da anni una comunità arbareshe molto pittoresca. Gli arbareshe non sono altro che cittadini albanesi trasferitisi in terra pugliese molti anni fa. Parlano italiano ma mantengono le loro tradizioni folkloristiche e saranno felici di mostrarvele con costumi tradizioni e canti coinvolgenti.
In paese è da visitare il bellissimo Santuario di Santa Maria delle Grazie, scavato interamente nella roccia.
Giorno 3 – Manduria e Oria
Cominciate subito bene la giornata con una degustazione di Primitivo dai Produttori di Manduria. Qui è possibile acquistare pregiate bottiglie di vino locale ma anche farsi riempire boccioni da 5 litri direttamente da “pompe di benzina”. Bellissimo!
Dopo, cogliete l’occasione per una visita al Museo del Vino. Sottoterra si pre un mondo che vi porta indietro nel tempo. Ambienti, stanze, casalinghi e utensili per la vita di tutti i giorni e per il lavoro. La guida vi saprà coinvolgere in un mondo molto affascinante.
E’ decisamente molto curioso trovare tra i vicoli di Manduria (più precisamente nel vico degli Ebrei, una Sinagoga perfettamente ristrutturata. E’ nelle sapienti e protettive mani di un privato, molto gentile, che sicuramente ve la aprirà con somma gioia.
Impossibile non recarsi al Museo Civico di Manduria dove numerosi reperti, foto, oggetti vi racconteranno la storia di come sono state vissute qui in Salento la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.
Quando sta per calare il sole, fate in modo di trovarvi a Oria. La bellissima cittadina si adagia su un poggio ed è curata e decorata proprio come fosse un centro di attrazione turistica. La piazzetta diventa vivace, tra bar e ristoranti, quando i lampioni iniziano a colorare di giallo il selciato.
Faste una sosta al Bar Carone: prima gustate una scarpetta o dei mostaccioli (dolci tipici locali) e poi perdete la cognizione del tempo nel loro “bar-museo” che è rimasto fermo agli anni 30 con oggettistica e macchinari d’epoca ancora funzionanti.
La visita è da concludere su in cima, dove vi attende la grande torre del castello dove ha convolato a seconde nozze Federico II di Svevia. Ci sono un paio di leggende macabre su questo castello, che parlano di bambine uccise e tanto sangue, ma non voglio svelarvi tutto.
Giorno 4 – Francavilla Fontana e Avetrana
Tra i numerosi luoghi sacri, meritano una visita il Santuario di Santa Maria della Santissima Croce con il convento dei frati e l’affascinante coro ma anche la ricchissima Chiesa di Sant’Alfonso dove tutto brilla d’oro.
A Francavilla è gradevole passeggiare ammirando le architetture degli edifici un po’ decadenti. Poi fermatevi nelle botteghe degli artigiani.
Rimarrete a bocca aperta scoprendo i trucchi del mestiere di un abilissimo artigiano della cartapesta (giovanissimo) a Tesori di Carta. Poi la bocca la riempirete di dolcezze irresistibili abbuffandovi di confetti ricci, una specialità dolcissima di Francavilla Fontana.
Avetrana, diventata tristemente nota ai più per il drammatico caso di cronaca nera riguardante Sara Scazzi, per anni ha avuto a che fare con numerosi turisti del macabro.
Oggi vuole mostrare che la cittadina è molto di più col calare del sole visitiamo il complesso medievale con l’imponente torre e l’interessante frantoio ipogeo sotto terra.
Sapevate che, nel pieno della lavorazione delle olive, gli operai non si allontanavano mai dal frantoio. Si possono così individuare ambienti adibiti a camere da letto e a toelette. Eì visitabile anche una piccola area museale, in superficie.
Giorno 5 – Taranto
Due luoghi su tutti sono davvero imperdibili quando si visita il capoluogo tarantino.
Il MArTA è tra i musei archeologici più ricchi d’Italia. Al suo interno si trovano numerose statue, cariatidi, vasellame e oggetti ricollegabili direttamente al mondo dei greci.
La mia guida racconta che molti reperti esposti al MArTA sono presenti sui volumi di archeologia internazionali più prestigiosi.
Molto apprezzata è la sala degli ori dove si possono ammirare veri e propri capolavori. Difficile pensare siano stati realizzati così tanto anni fa con tecniche rudimentali e strumenti quasi inesistenti.
Personalmente la Tomba dell’Atleta è il reperto che mi ha coinvolta di più. Che poi si tratta di una collezione completa di reperti che raccontano nel loro insieme una storia. Possiamo vedere i resti dell’atleta, adagiati nel sepolcro e circondati dalle urne decorate con le discipline sportive dei giochi panatenaici in cui aveva eccelso.
Una seconda visita da non mancare è quella al maestoso castello aragonese che si trova al di là dell’antico ponte rotante.
Ora il castello è zona militare ma è possibile visitarlo con visite guidate da prenotare, in modo gratuito.
A due passi dal curioso ponte, scattate una foto al monumento al Marinaio, uno dei simboli di Taranto, alto ben 7 metri.