Il catamarano attracca al porto di Lakki e a prima vista non sembra nemmeno di essere in Grecia. Il paese ha un’aria stranamente familiare, ricorda molto un porticciolo ligure.
Veniamo abbordati dalla padrona degli Studios Diamantis di Alinta, che ci offre una buona ed economica sistemazione per la notte.
Leros è stata, anch’essa, per decenni italiana e, non appena riconoscono la nostra provenienza, non lesinano complimenti per l’ospedale, la posta e le scuole costruite nei primi novecento.
Lakki (Porto Lago) voleva essere il centro strategico delle nostre forze armate, grazie anche al suo porto naturale molto ben difendibile, e ancora oggi le spettrali caserme, ormai in stato di abbandono, lasciano un senso di tristezza e desolazione.
Affittiamo subito uno scooter (10€) e, posate le valigie, ci dirigiamo senza indugio alla scoperta dell’isola.
Puntiamo a nord e subito ci imbattiamo nel cimitero di guerra degli Alleati.
Leros racconta anche storie di distruzione e morte.
Dopo l’armistizio italiano dell’8 settembre 1943, la strategica isola al centro del Dodecanneso (e giá attrezzata a scopi militari persino con un aeroporto), doveva secondo accordi passare sotto la giurisdizione inglese, ma i nazisti arrivaron prima (si racconta di uno sbarco di uomini e mezzi mastodontico).
Seguirono 3 anni di bombardamenti e di scontri: le forze ellenico-inglesi riconquistarono in pochi mesi l’isola ma subirono continui attacchi aerei dai tedeschi, che riuscirono ad affondare la Queen Olga ancorata nella baia di Agia Marina.
Ancora oggi a bordo delle strade si aprono all’improvviso tunnel sotterranei che portano ai bunker inglesi, uno di questi é divenuto un museo, e vengono organizzate uscite guidate in fuoristrada per raggiungere le terrazze della contraerea alle sommità dei colli.
A nord dell’aeroporto la bella e stretta spiaggia di Blefouti é la soluzione migliore per un pomeriggio di relax, ma noi, già scottati dal sole preso in catamarano, proseguiamo verso la perla di Leros.
Svoltando per Kokkali, più un agglomerato di villette che un paese, ecco comparire Agio Isidoros, la bellissima chiesetta soggetto di numerosi scatti e simbolo dell’isola (su internet per lo meno).
La cappella è costruita su una roccia in mezzo al mare, collegata alla terra ferma da una stretta passerella (che viene sommersa durante l’alta marea): una Mont Saint Michelle in miniatura.
Il castello medievale di Pandeli (Kastro), quasi del tutto risparmiato dalle bombe, domina il monte sopra Agia Marina.
L’ingresso é gratuito e dalle sue torri si può ammirare il più bel panorama di Leros. Mare a 360 gradi e un tramonto dai colori mozzafiato.
La sera ci togliamo lo sfizio di cenare nella Taverna più bella di Leros: da Mylos. Oltre ad una raffinata e straordinariamente economica cucina di pesce, si può mangiare in uno scenario magnifico (consigliata la prenotazione in alta stagione).
Da un lato l’antico mulino a vento, ormai oggi in parte sommerso, e sullo sfondo Agia Marina con il castello illuminato.
Cigliegine sulla torta un coccoloso gatto nero, che faceva da guardia ai motorini parcheggiati e sembrava non aspettar altro che le nostre attenzioni, e la luna piena che, stasera, illuminava tutta la baia e ha reso la cena indimenticabile.
Anche il centro del piccolo paese di sera si sveglia: qualche baretto, un negozio di souvenir, una gelateria e pochi risotranti vicino al porto sono più che sufficienti per soddisfare la piccola orda di turisti che approdano sull’isola.
Leros, infatti, é una delle isole meno battute dal turismo di massa (che si ferma per lo più a Kos o predilige Kalymnos e Patmos), qui si può assaporare la vera Grecia, quella dai ritmi blandi, della cortesia e della grande ospitalità.
(Volete sapere perchè Kalymnos è l’isola degli scalatori e cosa c’è da vedere sull’isola di Patmos?)
La mattina ci svegliamo giá un po’ affranti: il traghetto incombe alle 14:55 e dobbiamo per forza lasciare l’isola per raggiungere l’ultima nostra tappa.
Dio Liskari (non è un’imprecazione!) è una piccola spiaggia affacciata ad est a due chilometri da Alinta ed è la nostra meta per la seduta di elioterapia odierna! Prendiamo posto nella sottile lingua di spiaggia (di ghiaia fine) che delimita una piccola caletta: circondati letteralmente dal mare ci lasciamo cullare dal rumore delle onde, fino al momento della partenza.
Leros è così: familiare, lenta, tranquilla e poco turistica, l’ideale per una tappa di storia e relax. Una sosta che vorresti durasse sempre un giorno in più del previsto.
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Dopo Patmos la più bella del Dodecanneso! Da non perdere!