Una giornata stupenda, vissuta pienamente circondati dall’affetto di amici e parenti volge al termine. In realtà è l’alba, siamo marito e moglie da poche ore, la nostra micia si stiracchia curiosa sul letto, il sole del mattino illumina i nostri abiti da sposi appesi alle porte dell’armadio.
Tra chicchi di riso e coriandoli terminiamo la preparazione delle valigie: il desiderio di decollare si fa sentire ogni minuto di più.
Lunedì 11 Giugno 2012 ore 11.55 l’aereo chiude il portellone e iniziano le pratiche per il decollo: destinazione Kuala Lumpur con scalo ad Abu Dhabi. Volo con Ethiad molto confortevole e senza alcun problema.
Da ricordare… l’aeroporto di Abu Dhabi è il più gelido del Medio Oriente: il nostro scalo è durato 6 ore e non eravamo preparati!!!
L’arrivo a Kuala Lumpur è perfetto: la nostra agenzia ha organizzato tutti i nostri trasferimenti con la compagnia “Bas Persiaran” (è il punto di riferimento autorizzato per tutta la Malesia per i turisti europei e non solo).
Tutti i locali parlano un ottimo inglese (lo studiano a scuola) e quindi, anche in assenza di una guida italiana, non ci sono problemi a farsi capire dagli autisti o dai fattorini.
Trascorriamo una notte in hotel e poi ripartiamo con un volo diretto sull’isola del Borneo per partecipare ad una escursione organizzata. Incontriamo un’altra coppia lombarda in viaggio di nozze e la nostra guida è un ragazzo italiano.
La prima tappa del nostro viaggio è lo stato del Sarawak, territorio ricco di giungla inesplorata, patria della tribù dei Dayak che vive ancora nei parchi nazionali. Il nostro tour prevede una visita a Kuching, la sua capitale, erroneamente chiamata la città dei gatti. Questa città è l’esempio lampante di come le religioni convivano in modo più che pacifico in tutta la Malesia: si alternano templi, chiese e moschee (con i relativi cimiteri: N.B. esistono anche i cimiteri dei cinesi!!! Visti con i nostri occhi!!!).
La seconda tappa ci porta sul lago Batang Ai, dove abbiamo fatto conoscenza con le tribù locali e dove siamo entrati in contatto con uno dei tanti centri riabilitativi degli Orango Utan. Visitiamo anche un mercato tradizionale: un mondo di colori, profumi, spezie e artigianato.
Il lago si trova al confine con il Kalimantan indonesiano: luogo di confine che le popolazioni utilizzano per entrare o uscire dal paese in modo non esattamente “legale”; ma anche luogo di grandi piantagioni di ottimo tè, che nonostante sia superlativo non viene importato nel nostro paese.
Per attraversare il lago utilizziamo la tradizionale “perahu panjang” (barca lunga) che ci porta al nostro resort e con la quale partiremo alla volta del villaggio della popolazione IBAN, nota come “popolo dei cacciatori di teste”. La nostra visita è particolarmente piacevole perché il gruppo di turisti è molto ridotto e abbiamo quindi la possibilità di conoscere la vera vita degli indigeni e di farci spiegare da loro (in inglese perfetto) la loro vera storia. Ci viene anche concesso il lusso di mangiare in casa loro (e non nella zona riservata ai turisti).
Gli Iban sono persone molto sensibili e curiose nei confronti del mondo che li circonda: vivono in modo essenziale per quanto riguarda arredi e comodità (intese all’occidentale), ma amano profondamente la tecnologia e non è raro incontrare persone scalze vestite di stracci che utilizzano l’ultimo modello di ipad. Quasi ovunque è presente una connessione wifi: incredibile!!!
La tappa successiva ci porta a Kota Kinabalu: grande cittadina costiera che ospita il porto principale del Borneo. Da lì proseguiremo per la salita sul monte Kinabalu: con il nostro “Bas persiaran” saliremo per 2000mt fino ad incontrare il fiore più grande del mondo e il cuore della foresta del Borneo.
Il fiore più grande del mondo è molto raro da incontrare perché, in realtà, è un fungo e non viene coltivato: la popolazione si limita a recintare le zone in cui le sue spore cadono e ad osservarne la lunghissima maturazione che porta al suo massimo splendore in diverse settimane per poi decadere dopo massimo 3 giorni e macerare per altrettante settimane. Naturalmente il turista deve andare a caccia del “fiore” e pagare il contadino fortunato che in quel preciso momento ne ha uno in piena “fioritura” sul suo terreno!
La foresta del Borneo è molto intricata ed è popolata da piante altissime collegate tra loro da liane di diverse specie. La percentuale di umidità è davvero elevata e il caldo si fa sentire anche attraverso le piante.
In tutta la Malesia, ma qui in particolare, ci viene sconsigliato di asciugarci dal sudore: la pelle ha bisogno di creare uno strato protettivo di interscambio atto a mantenere la giusta temperatura corporea. Abituarsi è stato più facile del previsto e ci ha insegnato ad apprezzare il nostro caldo che, per quanto umido, è decisamente più tollerabile!
Dalla foresta voliamo ancora una volta per approdare a Sandakan, dove incontriamo ancora gli oranghi utan in un grande centro riabilitativo con annesso giardino botanico. Qui possiamo vedere anche le mamme che accudiscono i piccoli nati in cattività: la somiglianza di gesti con noi umani è impressionante!
L’esperienza più bella di questa parte di viaggio però è la crociera sul fiume Kinabatangan o meglio, le crociere: una al tramonto e una all’alba del giorno successivo! La pace, il silenzio e l’immensità del prodigio della natura sono declinati nello sguardo dei mini elefanti malesi che passeggiano cercando cibo sulla costa del fiume, sono nel canto dei buceri che asciugano le piume al sole dopo una battuta di caccia in acqua, sono nei macachi che dormono in piccoli gruppi e lentamente al mattino si stiracchiano prima di affrontare una nuova giornata… La meraviglia del creato è immensa nel sole che tramonta sul pelo dell’acqua colorando il cielo con sfumature incredibili.
Al termine del tour, durato 8 giorni, siamo pronti per un po’ di relax: ci aspetta l’isola Gaya con le sue spiagge bianche e il suo mare cristallino. I pesciolini non sono molto colorati e lo snorkeling non è particolarmente soddisfacente, ma il relax è garantito.
In particolare il Bunga Raya Resort è una struttura di eccellenza: il personale è molto cortese, il cibo è spettacolare (ovviamente si mangia pesce a prezzi stracciati) e l’atmosfera è oltremodo romantica… Sperimentiamo la cena in spiaggia a lume di candela: una romanticheria che ricorderemo per sempre!
Attenzione ai facoceri: girano liberi in tutto il Borneo e quando ci sono pochi turisti girano liberamente in spiaggia… hanno paura dell’uomo, ma non si sa mai!!!
Dopo qualche giorno sull’isola sperimentiamo anche una struttura sulla costa a Kota Kinabalu: la struttura in cui pernottiamo (Nexus Resort) è piuttosto fatiscente e non troppo pulita… è un resort vecchio stile mal tenuto. Il personale è cordiale e il servizio è discreto, ma non è una struttura che merita una visita per esempio in viaggio di nozze!
Prima di tornare a casa trascorriamo ancora qualche giorno a Kuala Lumpur in libertà.
La città non offre molto, ma sono d’obbligo alcune visite: le maestose Petronas Tower, la piazza dell’Indipendenza, il parco cittadino (il polmone verde della città) e un giro sulla monorotaia. Merita anche una visita la torre girevole (Menara, che in malese significa appunto “torre”) che ospita all’ultimo piano un ristorante che gira in modo da permettere agli ospiti di godere la vista della città. Tuttavia è molto costosa e la vista diurna non è particolarmente interessante causa la perenne foschia di smog e umidità che copre tutta la città. Il centro di Kuala Lumpur invece ospita diversi edifici coloniali, un vivace quartiere cinese con bancarelle lungo le strade e mercati notturni, nonché un pittoresco distretto indiano.
Giugno è terminato: ormai è il 1 Luglio e noi siamo pronti a tornare a casa! Voliamo con Virgin Australia Airlines (che è consorziata con le compagnie aeree degli emirati arabi): viaggio ancora più piacevole di quello dell’andata. Solito scalo ad Abu Dhabi (ma questa volta siamo preparati!!!!) e, perfettamente in orario, alle 7 del 2 Luglio atterriamo a Malpensa con una gran voglia di riabbracciare tutti i nostri cari…
Questo viaggio ci ha regalato la voglia di continuare a viaggiare per il mondo, di spingerci ad esplorare il nostro pianeta perché una vita degna di essere vissuta è una vita durante la quale abbiamo esplorato ciò che c’è al di là del nostro giardino!
Durante una chiacchierata un ragazzo Iban ci ha detto: “voi siete fortunati, io darei qualsiasi cosa per prendere un aereo e vedere com’è casa vostra”. Sì siamo fortunati e non dobbiamo mai dimenticarlo!
Alcune note pratiche
Se si decide di trascorrere qualche settimana in Malesia vale la pena organizzare un passaggio anche a Singapore: purtroppo noi non abbiamo potuto includerla nel nostro viaggio, ma è talmente vicina che vale la pena visitarla, magari abbreviando il tempo trascorso a Kuala Lumpur!
Non serve alcun vaccino prima di visitare queste zone!! La malaria è totalmente scomparsa e non ci sono altre fonti di pericolo.
Come ormai ovunque è consigliato non prenotare la moneta locale in Italia: è possibile sia prelevare ai loro bancomat, pagare con carta di credito oppure cambiare gli euro direttamente in loco. Sconsigliato il cambio in aeroporto (sempre sfavorevole), ma è piuttosto buono il cambio negli uffici preposti di tutte le principali città.
A Giugno l’escursione termica tra giorno e notte è praticamente assente, il sole è molto forte e noi consigliamo di proteggere sempre il capo e gli occhi anche in spiaggia!
Dicono che la in Malesia la pioggia sia molto frequente: noi siamo stati fortunati perché in tutti i posti visitati o aveva appena piovuto o sarebbe piovuto il giorno successivo! L’unico temporale incontrato è stato il giorno del viaggio di ritorno! Dicono che le piogge siano torrenziali e bisogna equipaggiarsi bene!