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Tè e macarons con Maria Antonietta di Francia

by Greta

Oggi, quasi per caso, ci siamo trovati a visitare una mostra molto particolare allestita nelle sale del Castello di Casale Monferrato.

“Memorie del Natale: costumi e tradizioni natalizie del ‘700.”

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Abiti in stile borbonico

Prima abbiamo curiosato da soli, scattando foto e lasciandoci coinvolgere da elaborati capi di abbigliamento esposti nelle loro curate ambientazioni.
Poi, il gentilissimo proprietario della ammirevole collezione ci ha illustrato i vari allestimenti, ma non solo.
Appassionato del settore, il signor Giuseppe Puglia – da 5 anni Casalese di adozione ma di origine Bolognese – disegna e crea tutti gli abiti con l’aiuto di sarte esperte, li indossa con la sua famiglia e partecipa alle rinomate feste veneziane.

Per l’occasione, la mostra è stata suddivisa in “stanze a tema” con la natività e il presepe come filone portante.

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Abiti in stile borbonico

La prima stanza presenta gli abiti della nobiltà napoletana. Eleganti ma meno lussuosi di quelli tipici della nobiltà francese.
Vi è allestito un banchetto con generi alimentari: è periodo di festa!

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Abiti in stile borbonico

Ci soffermiamo su un abito femminile rosso scuro con ampia mantovana. Più stoffa veniva utilizzata e più l’abito acquistava valore e così ne acquistava anche chi lo stava indossando.

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Abiti di scena stile 1700

Nella seconda stanza troviamo alcuni abiti di scena creati coi canoni settecenteschi. Sono state usate stoffe moderne a differenza di altri dove le passamanerie sono state recuperate da vecchi paramenti sacri.

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Abiti dei contadini

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Abito da contadina

Nella terza stanza viene rappresentata la classe contadina. Con abiti da tutti i giorni ma anche da festa.
Per questi ultimi notiamo la differenza dei tessuti rispetto a quelli della borghesia. I materiali sono sempre di pregio ma mischiati fra loro, come colori, consistenza, tipologia. Ricordano un po’ un colorato patchwork.

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Abiti della natività

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Costumi da presepe vivente stile 1700

La stanza successiva ospita la natività. Gli abiti di Maria e Giuseppe sono stati creati per l’occasione, mentre quelli dei re Magi sono degli abiti orientali rivisitati.

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Abiti da tè per i reali

Per ultima, entriamo nella stanza chiamata “dei piccoli piaceri di Maria Antonietta”: la nobiltà francese del ‘700.La stanza successiva ospita la natività. Gli abiti di Maria e Giuseppe sono stati creati per l’occasione, mentre quelli dei re Magi sono degli abiti orientali rivisitati.

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Elegantissimi abiti da tè

Gli abiti sono sfarzosi e opulenti, con metri e metri di pesante stoffa arricciata.
L’ambientazione riproduce una golosa sala da tè rifornita di pasticcini e torte glassate, dolci che amava molto la regina.

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I macarons come li voleva Maria Antonietta

I suoi preferiti però erano i macarons: dolcetti tornati in voga nell’ultimo anno. Due cialde di meringa colorata che racchiudono una crema di gusti assortiti. Si dice che Sua Altezza pretendesse fossero rigorosamente di stagione, utilizzando frutta ed ingredienti freschissimi.

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Abiti da passeggio di Maria Antonietta

Mi incuriosisce un abito, fra gli altri, che stranamente – strano per me – non ha le maniche bensì le spalline. Veniva indossato in estate, magari con un coprispalle, nelle giornate all’aperto.
Il tessuto ha una particolare fantasia bucolica chiamata ‘toile de jouy’ amatissima da Maria Antonietta e Napoleone.

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Abito da gala

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Abiti di gala da giorno

Alzando le ampie gonne possiamo vedere il panier – una gabbietta circolare – che, bloccandosi in vita, andava ad ampliare l’arco dei fianchi, rigonfiando l’abito come imponeva la moda dell’epoca.
Una curiosità: pare fosse di uso comune, tra le nobildonne, legare alla ‘gabbia’ alcuni batuffoli di cotone imbevuti di miele per attirare i pidocchi e quindi tenerli lontani dalle parti intime!

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Scarpe da uomo stile settecentesco

Il signor Giuseppe ci mostra inoltre una parrucca di peli di Yak, utilizzati anche all’epoca in quanto mantenevano più a lungo la piega rispetto a capelli umani.

E concludiamo con un paio di scarpe maschili commissionate ad una bottega milanese.
Nel ‘700 le scarpe erano ambidestre e oggi proporle ad attori o figuranti sarebbe pretendere troppo. Inoltre, a differenza di quelle femminili, è difficile poter trovare oggi sul mercato scarpe maschili somiglianti a quelle dell’epoca soprattutto per la presenza fondamentale del tacco a rocchetto di 4/5 centimetri.

Una visita inaspettata e originale che ci ha intrattenuto piacevolmente e che speriamo si ripeterà presto per poterla vivamente consigliare agli amici Casalesi.
E perchè no, a chiunque venga a visitare il nostro bellissimo Monferrato.

Per informazioni o maggiori curiosità, trovate il Signor Giuseppe Puglia su Facebook: “beppepuglia”.

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