Patmos e le sue meraviglie Patrimonio Unesco
Non venite a Patmos per le spiagge. Ce ne sono, numerose e spesso ben attrezzate, ma quel che più potrà colpirvi della piccola isola è il vecchio paese di Chora, arroccato sulla montagna.
Numerosissimi puntini bianchi spiccano sulla vegetazione più simile ad una montagna che ad un’isola. Spesso sono le case, tipiche greche, dai muri candidi e persiane azzurre, ma Patmos è anche famosa per le sue 365 cappelle disseminate un po’ ovunque (una per ogni giorno dell’anno, perché nel medioevo si doveva celebrare la messa ogni giorno in una chiesa diversa).
Tra loro, uno strano castello troneggia, del colore della pietra. È l’antico monastero greco-ortodosso di San Giovanni Teologo, tanto imponente fuori come labirintico e raccolto dentro con cortili, terrazzi, ballatoi, una libreria con migliaia di tomi e una maestosa cappella colma d’oro ed affreschi, con al centro l’icona miracolosa della Vergine. La visita al monastero e al museo dura meno di un’ora, sia con una guida che se svolta in autonomia (il monastero è ancora abitato e gli spazi visitabili sono pochi), ma il resto del tempo lo passerete volentieri gironzolando tra le strette viuzze della cittadina.
Piacevolmente all’ombra e con una provvidenziale corrente d’aria, questo dedalo di stradine si somiglia un po’ ovunque. Le porte azzurre, curate e ridipinte di fresco donano un aspetto pulito e sobrio. Le enormi bouganville fucsia sanno di esotico e regalano, insieme alle numerose gallerie d’arte, quel tocco di colore in più. Spesso, dietro un vaso spunta un gattino, quasi sempre ben nutrito e un po’ schivo.
Tra gli altri, però, noi ne incontriamo una speciale. Ci vede lei, da lontano, e si mette a miagolare forte, alzandosi in piedi, su un alto gradino che funge da soglia di una vecchia casa. Noi ci avviciniamo, la gattina è davvero malconcia. Sporca, unta, spelacchiata. Ha gli occhi macchiati di scuro e non sembra vederci benissimo. Lei ce le chiede, e noi non le facciamo mancare le coccole come ad ogni altro.
Una signora sulla cinquantina, parlando un buon inglese, rientra nella casa accanto e ci racconta che la micia ha 25 anni! Non è malata, è solo molto vecchia ma per questo suo aspetto poco “invitante” le vengono negate le coccole che va sempre cercando. Lei sta coricata tutto il giorno su quella soglia, da sola, aspettando la padrona che da qualche anno non c’è più. La storia ci ha ferito il cuore e siamo tornati a trovarla persino il giorno dopo. Lei ovviamente era lì. La troverete anche voi!
A metà strada tra Chora e Skala, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, vi è la grotta dell’Apocalisse, dove l’Apostolo Giovanni, in esilio, scrisse l’ultimo libro della Bibbia ascoltando la voce di Dio uscire da una spaccatura nella roccia. 2€ di ingresso (il biglietto è unico per monastero e grotta) e una lunga fila per scendere ad una vera e propria trappola per turisti. Le foto non sono ammesse, ma se vi aspettate qualcosa di mistico o biblico rimarrete delusi: l’originaria stretta grotta dove Giovanni visse da eremita è stata aperta su un fianco e “trasformata” in cappella ortodossa. Le icone, le pale e i candelabri dorati uniti al caldo soffocante distolgono l’attenzione da quel piccolo buco contornato d’argento relegato in un angolo della navata. Anche immaginare gli anfratti dove l’apostolo dormiva o scriveva è un difficile esercizio di immaginazione!
Oltre alla città di Chora, la grotta e il monastero, fanno parte del patrimonio Unesco anche i tre mulini cinquecenteschi, ristrutturati 4 anni fa.
Ci hanno lasciato a bocca aperta. Chissà perchè i mulini sono così affascinanti e un po’ ipnotici!?
Lo scricchiolare delle grandi pale in legno sotto la forza del vento è una musica che non stanca e il profumo di mais frantumato al loro interno mi ha catapultato indietro di almeno 25 anni. Ricordo bene quell’odore un po’ polveroso che mi restava addosso quando da piccola giocavo nelle enormi montagne di mais depositato in magazzino, alla fattoria del castello del mio paese, dove vivevo coi nonni. Nostalgici ricordi d’infanzia rievocati in un attimo.
Anche qui ci siamo spostati con uno scooter a noleggio che il comodo Hotel Rodon a Skala, ci ha procurato direttamente in cortile, a 10€. L’intera isola si gira in un paio d’ore al massimo.
Potrete incontrare spiagge molto diverse fra loro. Noi abbiamo cominciato con la spiaggia di Lampi, chiamata anche “dei sassi colorati”, in parte libera e in parte attrezzata, con il rustico rumore di campanacci delle capre da sottofondo.
Petra nella baia di Grikos (considerata una delle baie più belle al mondo secondo una nota rivista di yacht) ci ha un po’ delusi, certo più per i grossi ciottoli che obbligano al noleggio di ombrellone e lettini (10€) e per l’assenza di un ristorante, che per il mare cristallino.
Proseguendo a sud le spiagge sono a detta di tutti (i trekker) paradisiache, ma mettete in conto dai 30 ai 90 minuti di cammino per raggiungere Psili Ammos.
Ripieghiamo su Agriolavido una bella spiaggia in sabbia e ghiaia fine con acqua immobile e limpidissima in una piccola baia a 2km a nord di Skala. Lettini e ombrelloni (8€), un ristorante e un bar sulla riva. Olive nere e una birra ghiacciata sono deliziose! È raggiungibile comodamente in scooter con una piccola deviazione dalla strada principale, fa proprio al caso nostro!
La sera, trascorretela a Skala, troverete tutto quel che potete desiderare. Anche un ottimo gelato italiano. Mi ha ricordato un po’ Kas, visitato durante la nostra crociera in caicco lungo la costa sud della Turchia.
Difficile destreggiarsi tra le numerose vetrine di caftani e gioielli in argento, olio aromatizzato e soprammobili dipinti a mano senza acquistare nulla. Vi aiuteranno i prezzi, per nulla a buon mercato, decisamente sopra la media della zona. Ma la passeggiata può bastare, vi lustrerete gli occhi.