“la grande macchina pescatoria composta da tronchi scortecciati, di assi e gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano”
(G. D’Annunzio – Il trionfo della morte)
I trabocchi sono strutture così affascinanti e uniche che persino il D’Annunzio ha sentito il desiderio di immortalarli in una sua opera.
Probabilmente non con gli stessi occhi, ma anche io, quella mattina, ne sono rimasta incantata.
L’entusiasmo di un caldo sole a creare abbaglianti riflessi sul mare azzurro è accentuato dalla bellissima visita che mi attende. Avvicinandoci alla costa di Rocca San Giovanni, la vista non può essere distratta da quelle curiose e vistose strutture. Ad una prima occhiata paiono tronchi e bastoni, disposti a caso, incastrati tra loro e piantati sul fondale marino.
In realtà, ogni palo di acacia, ogni fune, ogni chiodo non è disposto a caso e ha un preciso ruolo per la perfetta funzionalità della struttura.
Queste palafitte apparentemente fatiscenti in realtà sopportano sulle loro spalle molti anni di duro lavoro, tra mareggiate e raffiche di vento.
Ho l’occasione di salire sul trabocco “Sasso della Cajana” e percorrere il suo lungo pontile distante dalla costa rocciosa più di 80 metri. Il mare è mosso ma di un blu limpido e profondo. Il vento è molto forte e purtroppo non è possibile gettare le reti per provare io stessa l’emozione di pescare su questa tradizionale struttura di proprietà della famiglia Verì.
Il signor Marino, pescatore da generazioni, ha avviato la ristrutturazione del suo trabocco nel 2005 e oggi ospita chiunque voglia ammirare la sua arte ma anche gli amanti della cucina naturale e genuina, a base di pesce, che lui prepara direttamente nel piccolo cucinotto in mezzo al mare.
Io non ho il tempo necessario per approfittare di una simile occasione, ma l’ospitalità abruzzese non tarda a farsi viva e mi ritrovo a gustare un ottimo e fresco vino bianco, perfetto per il brindisi con i miei colleghi bloggers Luana e Manuel e con i proprietari dei b&b che ci hanno ospitato e seguìto lungo #ScoprendoChieti.
Il vento mi scompiglia i capelli ma sto così bene immersa in quel morbido profumo di mare che tanto amo. Non me ne andrei più!
Ascolto il racconto di momenti di pesca. La tecnica di pesca “a vista” concessa dalle limpide acque.
La grande rete viene fatta scendere in acqua poco distante dalla piattaforma del trabocco. Il pescatore tiene attentamente d’occhio i branchi di pesce azzurro che transitano nella zona e sceglie quando alzare, con una mossa repentina, la rete con l’aiuto di corde e argani posizionati ad hoc. Tutta la strumentazione è stata studiata anni fa per essere utilizzata anche da un pescatore il solitaria.
I vecchi trabocchi non avevano necessariamente una pensilina stabile e ben rifinita; molti erano accessibili esclusivamente tramite un palo orizzontale e due corde per tenersi in equilibrio e le donne non erano solite utilizzarli.
Il pescatore era solo, tutto il giorno. E quanto il pescato prometteva bene, innalzava una bandiera colorata per avvisare la costa: “raggiungete il pontile, qui c’è da barattare!”. La vendita non era infatti l’obiettivo primario. La consuetudine era quella del baratto. Il pesce in cambio di verdure, frutta, carne o altri prodotti della terraferma.
Oggi la pesca si svolge ancora con le antiche tecniche, ma purtroppo, come immaginate, non è in grado di fornire il sostentamento per una intera famiglia. Quindi è diventato simile ad un hobby al quale per fortuna c’è chi è molto affezionato ed intenzionato a portare avanti la tradizione, anche se soltanto nei weekend.
Il trabocco “Sasso della Cajana” prende il suo nome da un piccolo scoglio che emerge dalle acque poco distante, verso il mare aperto. “La Cajana” sono proprio i gabbiani, che da anni ed anni sono soliti riposarsi sullo scoglio durante la loro pesca.
2 comments
Quanto li amo! anche qui in Molise ce ne sono un paio trasmormati in ristorante: al massimo 10/15 posti e si mangia benissimo 🙂
Mi è spiaciuto tantissimo non poterci cenare (anche se questo in particolare non è ristorante, è sempre luogo di pesca che, occasionalmente, organizza degustazioni) ma è stata comunque un’esperienza di quelle che piacciono proprio a me. E che panorama surreale che compongono!!