Ci sono montagne impervie per chi vuole passeggiare lentamente e ce ne sono altre troppo facili per chi ormai ha imparato a sgranchirsi le gambe ogni weekend. L’Alpe Veglia ne ha per tutti i gusti, o meglio dire per tutti gli occhi e per tutte le gambe.
E’ la montagna perfetta: al centro una grande vallata verdeggiante attraversata da un torrente, circondata da vette innevate anche in estate, con baite dai tetti in sasso che si alternano a boschi di larici. Rifugi dove gustare i tipici piatti montani e sentieri pianeggianti che si snodano tra fonti d’acqua, greggi al pascolo e chiesette alpine.
Tutto ciò che ci siamo sempre immaginati da bambini alla voce “montagna” lo troviamo qui.
Poi crescendo abbiamo imparato ad esplorare la realtà, a non farci spaventare dalle salite e ad amare il trekking. Ebbene, qui si può praticare anche del buon trekking, con sentieri che arrivano a collegare addirittura gruppi montani differenti.
Dove si trova l’Alpe Veglia?
L’Alpe Veglia si trova nella Valle Divedro, una micro porzione della Val d’Ossola situata nell’estremo nord del Piemonte, talmente poco nominata che anche chi abita poco distante da lì (come me) spesso ne scorda il nome.
Più nota per lo sci invernale è, invece, la località di Varzo (San Domenico) fulcro del territorio in tutte le stagioni. E’ qui che si può soggiornare e mettere la base per le escursioni sui sentieri che dipartono verso le cime tutt’intorno.
Arrivare a piedi all’Alpe Veglia
Ci sono almeno due modi per arrivare alla Piana del Veglia: camminando e… camminando in salita.
Il primo rende la vallata accessibile a tutti: si arriva in quota con la seggiovia direttamente da San Domenico. Si utilizzano anche in estate gli stessi impianti di risalita invernali e si raggiunge l’altitudine di 1975 m slm. Facile no?
Da qui, per arrivare all’Alpe Veglia e alla sua incantevole vallata, si scende. Sembra un ossimoro in montagna, eppure l’Alpe Veglia è a soli 1750 m slm. Una bella agevolazione per le famiglie e per chi vuol godere di stupendi panorami senza esaurire le energie sul sentiero ripido che parte dalla località Ponte Campo.
Il secondo parte in salita da Ponte Campo, dove c’è un comodo parcheggio, in doppia modalità: su strada cosiddetta gippabile, lastricata, oppure su sentiero irto che costeggia un torrente e accorcia la distanza ma raddoppia la fatica.
Il primo è protetto dal bosco e più fresco, suggerito soprattutto se si parte tardi da valle.
Entrambi a un certo punto si ricongiungono per sbucare, solo dopo alcuni tornanti in salita e a picco sul torrente Cairasca, alla Piana dominata dall’imponente Monte Leone.
Quanto tempo occorre per raggiungere l’Alpe Veglia?
Con il sentiero alto e panoramico, quello che parte dall’Alpe Ciamporino dove arriva la seggiovia, si arriva alla Piana del Veglia in 90 minuti circa.
Con il sentiero tradizionale e un buon passo si impiega lo stesso tempo, e comunque non superiore alle 2 ore con le dovute pause.
Arrivati alla Piana del Veglia è possibile riempire le borracce e fare nuove scorte d’acqua fresca e mineralizzata.
Trekking per i più esperti sopra l’Alpe Veglia
Dopo aver raggiunto e ammirato la vallata è possibile scegliere di prolungare il trekking con sentieri più impegnativi. Avendo a disposizione molto tempo, molto fiato, molte gambe e molta determinazione è possibile spingersi fino all’Alpe Devero. Il sentiero ben indicato richiede circa sei ore di cammino.
All’arrivo è possibile pernottare e rientrare il giorno seguente. Anche Alpe Devero è un vero gioiello, sia in estate sia in inverno.
Volendo condensare tutto in una giornata, invece, suggerisco il sentiero di medio livello per il lago Bianco.
Parte a lato dell’Albergo Lepontino nella Piana del Veglia. Sale irto nel bosco, il paesaggio bucolico inganna e affascina al tempo stesso. Tra radici, rododendri, sottobosco, scalini in pietra, semi ombra si procede sognando il lago glaciale di Pian du Scricc. A un certo punto… compare la pietraia.
Nell’estate 2019 era ancora ricoperta dalla neve nel mese di giugno. Quest’anno fa molto più caldo ed è scoperta. La si risale con calma, a me spacca le ginocchia qualunque pietraia. A me richiede impegno e costanza qualunque muro di sassi sconnessi. A molti, invece, questa difficoltà non rallenta per nulla la salita, anzi la sfida stimola energia nuova.
Tra salita e discesa sono circa 3 ore e mezza di percorso classificato E (medio-difficile) perchè con qualche passaggio tecnico. Quello che so è che arrivare in cima, qui, vale la pena.
Vale sempre la pena. E la montagna ce lo fa capire ogni volta, nei sentieri semplici, nei sentieri complicati, nei percorsi lunghi e in quelli brevi. La montagna ci accoglie nelle vallate più morbide e vicine all’immaginario dei bambini come l’Alpe Veglia. La montagna stimola la determinazione dei grandi proponendo varianti ai percorsi di base e accompagnando alla crescita chi ama le sfide, chi ama il trekking.