Ovvero, come può una cosa magnifica macchiare un viaggio perfetto?
Dopo la visita di Mesa Verde (leggi il mio articolo su NonSoloTuristi), facciamo tappa per la notte a Durango, bellissima e sonnacchiosa cittadina tra le montagne del Colorado.
La città, tranquilla e semi-deserta in estate, si riempie di inverno, quando si trasforma in una comoda base per migliaia di sciatori (vi sono 3 stazioni sciistiche dello stato nell’arco di 40 km).
Posati i bagagli, è ormai sera e il giorno dopo ci attende un lungo trasferimento verso Santa Fe, ci spostiamo in centro.
I palazzi ottocenteschi in mattoni, le poche auto, i viali alberati e il saloon ci catapultano nel 1880 anno in cui la città venne fondata.
Camminando lungo la via principale, improvvisamente odiamo i fischi di una locomotiva.
Chi avrebbe pensato che passasse un treno su quegli stretti binari? Tutt’al più un tram!
Scorgiamo il fumo nero in lontananza e acceleriamo il passo verso la minuscola stazione ferroviaria lo vediamo fermarsi in stazione.
E’ lo storico treno Durango-Silverton: una meraviglia ai nostri occhi!
La ferrovia, proveniente da Antonito, arrivò fin da subito a Durango nel 1881, e già nel 1882 trasportava gli operai e le loro famiglie alle miniere d’oro e argento di Silverton.
Ma il treno era molto lento (e lo è anche ora!) in quanto percorreva 72km in più di 3 ore e mezzo.
Deve infatti salire un dislivello di quasi 1000 metri (dai 1980m di Durango ai 2800m di Silverton) attraversando gole e dirupi e regalando panorami mozzafiato.
La ferrovia si reinventò già da subito come attrazione turistica, in particolare nei primi anni successivi all’avvento delle prime automobili, era il 1902, prima di cadere in disgrazia negli anni successivi.
Frane, smottamenti dei binari, esiguità dei filoni d’oro, crollo del prezzo dell’argento e, definitivo colpo di grazia, l’epidemia di influenza del 1918 che decimò la popolazione di Silverton e portò alla chiusura della ferrovia.
Venne riaperta per un breve periodo durante la seconda guerra mondiale per scopi bellici nell’ambito del Progetto Manhattan: Silverton era ricca di uranio che, giunto a Durango su binari, veniva trasportato a Los Alamos, nei pressi di Santa Fe.
Poi la sorte cambiò grazie ad Hollywood che riscoprì questo meraviglioso treno e portò quelle vecchie locomotive con i suoi vagoni di prima classe sul grande schermo: Viva Zapata (1952), Il giro del mondo in 80 giorni (1956), La conquista del West (1963), Butch Cassidy e Billy the Kid (1969) fino ai più moderni Scappo dalla città – la vita, l’amore e le vacche (1991) e Cliffhanger (1993).
Ogni giorno centinaia di turisti partono da Durango per questo costoso tuffo nel passato.
Sia le locomotive (la più antica è del 1925) che i vagoni sono originali e ristrutturati (l’opera è stata completata nel 1981) rispettando i canoni ed i comfort di inizio XX secolo.
3 ore e mezza fino a Silverton, poi una tappa di circa 2 ore (la ormai deserta cittadina mineraria non ha molto da offrire se non qualche negozio di souvenir) e, sulla via del ritorno, alcune brevi soste in pittoresche stazioni per qualche foto. A bordo, nel ristorante della prima classe, i camerieri in livrea servono il pranzo; per chi ha fretta, invece, si può fare il viaggio di ritorno anche in bus.
Oltre alla mancanza di tempo, ci consolammo col fatto che sia il costo che la necessità di prenotare il posto con largo anticipo ci avrebbero comunque impedito di prendere quel treno…
Con un po’ di rammarico nel cuore, a noi non resta che fermarci incantati davanti a questo meraviglioso treno che, anche oggi, ha fatto ritorno a Durango e merita un po’ di riposo.
E’ quasi buio: i macchinisti, con il volto nero di fuliggine e con il segno degli occhiali, proprio come nei film western, ispezionano la locomotiva e i piccoli vagoni mentre gli addetti riempiono di carbone il secondo vagone.
Salutiamo la piccola stazione di Durango: per tutta la sera al saloon non facciamo altro che parlare di quel treno, e persino oggi ripensando all’occasione mancata…
Al mattino ci rimettiamo in viaggio verso il New Mexico, ma prima un’ultima tappa in centro per la colazione e… ulteriore beffa: il passaggio a livello è chiuso!
L’antica locomotiva annuncia il suo arrivo con tre fischi, quasi come a salutarci.
Ma stai tranquilla, questo è solo un arrivederci. La prossima volta non ci sfuggirai!
Ti piace viaggiare a bassa velocità?
Leggi il nostro viaggio sul Treno della Morte in Thailandia!
1 comment
sembra davvero bello… ho un po’ di timore però a guardare quanto costa!