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Epatite A: quando un vaccino può salvarvi il fegato e la vita

by Filippo

L’epatite da virus A è la malattia dei viaggiatori più pericolosa trasmessa per via alimentare.
Già da sola questa frase dovrebbe far tremare i polsi ad ogni viaggiatore diretto in paesi in via di sviluppo i cui il virus è endemico, ma l’epatite A può essere un problema anche in Italia e nell’Europa mediterranea.

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Cos’è l’Epatite A?

L’Epatite A è una malattia infettiva del fegato causata dal virus dell’epatite tipo A (HAV).

Il virus, endemico nei paesi in via di sviluppo, si diffonde quando una persona non infetta (e non vaccinata) ingerisce cibo o acqua che è contaminato con le feci di una persona o animale infetto.
La malattia, a trasmissione esclusivamente alimentare o per via oro-fecale, è perciò strettamente associata con acqua non potabile o non sicura, servizi igienici inadeguati e scarsa igiene personale.

Al contrario dei virus dell’epatite B e C, il virus A non provoca malattia cronica del fegato ed è raramente mortale, tuttavia in alcuni casi può causare una gravissima forma di epatite acuta (2% dei casi) che distrugge il fegato (insufficienza epatica acuta fulminante), e porta alla morte nel giro di pochi giorni.

Nella maggior parte dei casi (98%), per fortuna, i sintomi dell’infezione sono meno gravi ma non per questo molto debilitanti: forti dolori addominali nei quadranti superiori, ittero, confusione mentale e febbre possono durare settimane o bloccarvi in un letto d’ospedale per mesi.

Quali sono le aree e i Paesi a rischio di infezione da Epatite A?

Esistono Paesi a rischio alto (rosso), intermedio (giallo), basso (verde) e minimo (arancione) di infezione da Epatite A riassunti nella foto sottostante del CDC di Atlanta.

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Aree ad alti livelli di infezione – rosso

Nei Paesi sottosviluppati ed in via di sviluppo, in cui le condizioni sanitarie sono pessime e le pratiche igieniche scadenti, la maggior parte dei bambini (90%) sono già venuti a contatto con il virus dell’epatite A prima dell’età di 10 anni, spesso senza aver nemmeno sviluppato i sintomi della malattia.

I focolai epidemici, paradossalmente, sono rari grazie alla cosiddetta immunità di gregge: i bambini più grandi e gli adulti, che sono generalmente immuni perché già in precedenza infettati dal virus A, impediscono il diffondersi della malattia.

Aree con livelli di infezione intermedi – giallo

Nei Paesi in cui l’economia sta avanzando solo negli ultimi decenni e in cui le condizioni sanitarie sono in via di transizione, i bambini spesso sfuggono infezione nella prima infanzia.
Ironia della sorte, questo miglioramento non ancora completo delle condizioni economiche e sanitarie può portare a una maggior rischio di diffusione della malattia.
Le infezioni, anche con conseguenze gravi, colpiscono sia adolescenti che adulti e possono verificarsi grandi epidemie (si ricordi l’epidemia di Shanghai del 1998 che provocò migliaia di vittime).

Incidenza di casi di epatite A contratti in Italia. Si ricorda il picco del 1997 dovuto al consumo di frutti di mare in Puglia (4500 casi circa).

L’epatite A esiste anche in Italia sebbene in calo negli ultimi 20 anni (0,8 casi su 100000 abitanti): il maggior numero di casi di contagio avviene consumando frutti di mare freschi allevati in acque contaminate.

Aree con bassi e molto bassi livelli di infezione – verde e arancione

Nei paesi sviluppati con buone condizioni sanitarie e di igiene, i tassi di infezione sono bassi.
La malattia può verificarsi sporadicamente tra gli adolescenti e gli adulti in gruppi ad alto rischio, come i soggetti dediti a sostanze stupefacenti per via parenterale (iniettiva), soggetti che hanno rapporti sessuali non protetti, persone che viaggiano per aree ad alta endemicità, e in comunità (anche religiose) isolate.

Come si trasmette l’Epatite A?

Il virus dell’epatite A (HAV) si trasmette principalmente tramite la via oro-fecale; cioè quando una persona non infetta ingerisce cibo o acqua che è stato contaminato con le feci di una persona infetta.

Il virus può essere trasmesso anche attraverso contatto fisico (sessuale) con una persona infetta o contagiosa (durante il periodo di incubazione), mentre il contatto informale tra le persone non si diffonde il virus.

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Sintomi dell’Epatite A

Il periodo di incubazione dell’epatite A varia da 14 a 28 giorni.

I sintomi dell’Epatite da virus A possono essere da lievi a gravissimi, e includono febbre, malessere generale, perdita di appetito, diarrea, nausea e vomito, dolori addominali, urine di colore scuro e ittero (ingiallimento della pelle e della sclera – il bianco degli occhi).

I soggetti infetti possono sviluppare tutti o anche nessuno di questi sintomi (malattia silente).

Gli adulti hanno segni e sintomi della malattia più frequenti e più gravi rispetto ai bambini: la gravità della malattia, delle sue complicanze e della mortalità aumenta con l’aumentare dell’età.

I bambini infettati di sotto dei 6 anni di età di solito non presentano sintomi evidenti, e solo il 10% di sviluppa l’ittero.
Nei bambini con più di 8 anni e negli adulti, l’infezione di solito provoca sintomi più gravi, con l’ittero e i sintomi addominali in più del 70% dei casi.

Chi è a rischio di contrarre l’epatite A?

Chiunque non sia stato vaccinato (immunizzazione passiva) o non sia stato precedentemente infettato dal virus (immunizzazione attiva) può contrarre l’epatite A.
Nelle zone dove il virus è molto diffuso (alta endemicità), la maggior parte delle infezioni da epatite A si verificano durante la prima infanzia, entro i 10 anni, spesso senza sintomi.

I fattori di rischio includono:

  • scarsa igiene,
  • mancanza di acqua potabile,
  • l’iniezione di droghe,
  • vivere insieme ad una persona infetta o contagiosa,
  • essere partner sessuale di una persona infetta o contagiosa,

e, non per ultimo,

  • un viaggio in aree ad alto rischio senza essere immunizzati.
Il virus HAV al microscopio elettronico

Il virus HAV al microscopio elettronico

Come si fa diagnosi di epatite A?

I sintomi dell’epatite A non sono clinicamente distinguibili da quelli dovuti ad altri tipi di epatite virale acuta, compresa la febbre gialla.
La diagnosi specifica è possibile solo col rilevamento degli anticorpi IgM e IgG anti-HAV nel sangue.

Come si cura l’epatite da HAV?

Non esistono farmaci antivirali specifici contro il virus dell’epatite A.

Gli antibiotici non hanno alcun effetto sul virus anzi alcune molecole, per la loro epatotossicità, possono addirittura peggiorare il quadro clinico e scatenare l’epatite acuta fulminante.

La terapia è di supporto: idratazione (anche endoenosa) in caso di vomito o diarrea profusa, antipiretici per la febbre, antispastici per i dolori addominali, antiemetici per la nausea e vomito, antidolorifici per i dolori articolari.
Il recupero completo con la scomparsa dei sintomi può essere lento e può richiedere diverse settimane o mesi.

Contro una malattia potenzialmente mortale e, di fatto, incurabile, riveste perciò una fondamentale importanza la prevenzione che si attua a due livelli: la profilassi del contagio e la vaccinazione.

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Come prevenire il contagio da virus dell’epatite A

I consigli sulla profilassi delle malattie trasmesse da alimenti e sulla diarrea del viaggiatore vanno sempre attuati, specialmente quando si viaggia in aree a rischio elevato.

Mangiare preferibilmente
– cibo cotto,
– uova bollite o strapazzate,
– frutta lavata e senza buccia,

ed evitare invece
– cibo a temperatura ambiente,
– cibo di strada,
– uova, pesce o carne cruda,
– frutta non lavata o con la buccia,
– carne di animali selvatici (scimmie, pipistrelli in particolar modo per il rischio ebola).

Per le bevande è meglio preferire
– acqua in bottiglia ben sigillata,
– bibite gasate (la CO2 presente è un potente antibatterico),
– bevande calde (tè, caffè)
– latte pastorizzato

ed evitare il più possibile
– acqua del rubinetto
– ghiaccio fatto con acqua corrente,
– succhi di frutta (incluse le spremute).

linee guida OMS lavaggio mani

Come lavarsi le mani con acqua e sapone – OMS

La vaccinazione anti Epatite A: quando farla?

3 LUGLIO 2017 - Il vaccino non si trova così facilmente!
Per i medici è un buon segno (la volontà di tutelare la propria salute supera le assurde fobie degli antivaccinisti), per i viaggiatori in partenza un po’ meno… la carenza di scorte di vaccino in Italia, dovuta a un problema dell’industria produttrice, si potrebbe risoltvere a breve.
Leggi l’articolo completo di Repubblica

Diversi vaccini per l’epatite A (virus inattivato) sono disponibili a livello internazionale: tutti sono sicuri e privi di effetti collaterali gravi, tuttavia sono controindicati in bambini di età inferiore a 12 mesi.

Quasi il 100% delle persone sottoposte a vaccinazione antiepatite A sviluppa un’immunità anticorpale efficace entro un mese, rendendo così superflua un’eventuale dose di richiamo.

Sebbene già dopo 14 giorni dall’inoculazione del vaccino, ci si può considerare parzialmente protetti, è sempre consigliabile effettuare la vaccinazione con largo anticipo (almeno 30 giorni) prima della partenza per un viaggio in aree a rischio.

L’OMS e l’ISS raccomandano il vaccino per le persone a maggior rischio di epatite A, tra cui:

  • i viaggiatori diretti in paesi dove il virus è endemico (aree a rischio alto e intermedio),
  • persone che hanno rapporti sessuali promiscui (in particolar modo coloro dediti al turismo sessuale),
  • persone con malattie croniche del fegato come epatite C o B, steatosi, cirrosi (a causa del maggiore rischio di gravi complicazioni in caso di sovrainfezione da epatite A).

Alcuni studi, inoltre, hanno dimostrato l’efficacia della vaccinazione anche in soggetti appena venuti a contatto con il virus dell’epatite A, purché il vaccino venga somministrato durante il periodo di incubazione e prima della comparsa dei sintomi dell’epatite, cioè entro 14 giorni dalla presunta data di esposizione al virus.
In questi casi particolari, l’immunità parziale indotta dal vaccino aiuterebbe a prevenire l’epatite fulminante e renderebbe i sintomi meno intensi e meno duraturi nel tempo (malattia frusta).

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Come fare il vaccino Anti Epatite A? Quanto costa?

Se avete in programma un soggiorno in aree endemiche, oppure come noi vi sentite un po’ cittadini del mondo, contattate il dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica della vostra ASL per avere maggiori informazioni.
Parlatene anche con il vostro medico di famiglia che, in base alla vostra meta e alla vostra storia clinica, potrà pianificare un programma vaccinale completo e personalizzato (spesso sono consigliati anche un richiamo antitetanico e il vaccino anti febbre gialla – per viaggi in Africa e Sud America).
I costi sono davvero irrisori rispetto ai vantaggi: per la vaccinazione antiepatite A, si parla di una cifra tra i 12 e i 20€, con tariffe che variano in ogni singola ASL.

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Infografica OMS – clicca per ingrandire

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