A pochi chilometri da Guilin si trovano le splendide grotte del flauto di canna. E’ possibile raggiungerle in una ventina di minuti con un mezzo pubblico dalla città.
La magica atmosfera interna ripaga immediatamente gli yuan spesi per il biglietto di ingresso, un po’ costoso.
Le grotte devono il loro curioso nome alle numerose canne che crescono al di fuori, tutto attorno ad un romantico laghetto dall’atmosfera rarefatta. Canne utilizzate, ovviamente, per costruire flauti.
La visita all’interno si può fare in autonomia o pagando una guida esperta. In ogni caso bisogna attendere di formare un gruppo del giusto numero per evitare code o sovraffollamento nei piccoli cunicoli interni.
L’ambiente è ovviamente umido e scivoloso. Gli spazi cambiano in maniera radicale man mano che si avanza. Un attimo si è stretti tra pareti rocciose bitorzolute e un attimo dopo ci si trova nel mezzo di un’enorme caverna, larga ben 240 metri, illuminata da forti luci colorate che si vanno a riflettere su un provvidenziale specchio d’acqua.
L’atmosfera è magica. Il silenzio rotto dalle goccioline che cadono dalla punta di enormi stalattiti. Stalagmiti che si ergono dal terreno, si intrecciano e impongono la via a noi visitatori.
Le rocce calcaree spesso assumono forme così particolari che viene dato loro un nome specifico: Il leone, Il palazzo di cristallo, La montagna dei fiori… Sta poi a voi riuscire a distinguerli, usando tanta tanta immaginazione!
Molte leggende fiabesche sono legate a queste sagome, dove la fantasia è elemento essenziale per poterle apprezzare appieno.
La grotta, grazie a queste incantevoli formazioni che lasciano a bocca aperta turisti da tutto il Mondo, è anche conosciuta infatti col nome di “Palazzo dell’arte naturale”.
Il percorso turistico è a forma di U e prevede l’uscita attraverso un’altra grotta, accanto all’ingresso principale.
Lungo il sentiero, ad illuminare la via, sempre luci di vario colore che a volte rendono l’ambiente un po’ kitsch ma regalano quella dolce sensazione di vivere in un regno delle fiabe!
Non è così semplice scattare belle fotografie e in diversi punti è possibile acquistarne alcune scattate da professionisti, con cavalletto e la giusta attrezzatura.
Una curiosità:
all’interno, tra i cunicoli, sono presenti oltre 70 scritte fatte con inchiostro risalenti pare al 792 d.c.
Periodo in cui la dinastia Tang, che era al potere, commissionò ad esperti la trascrizione di avvenimenti storici e composizioni poetiche sulle pareti di queste incantevoli grotte.
Si dice che la grotta fu riscoperta in tempi più recenti da alcuni profughi in fuga dalle truppe giapponesi nel 1940 durante la Seconda Guerra sino-giapponese, e successivamente aperta al pubblico nel 1962.
Una leggenda narra di uno studioso entrato nelle grotte con l’intento di comporre un poema sulla loro affascinante bellezza, e restatoci così a lungo, ammirandole, da diventare anch’egli una roccia.
Dopo la visita alle grotte è possibile fare una breve gita sul lago Fanglian, a bordo delle bambù boats, piccole imbarcazioni lunghe e affusolate composte da grandissimi bambù legati tra loro e spinte, stile gondola, da un barcaiolo.
E’ un’esperienza molto particolare. Non dimenticherete l’atmosfera incantata e il rumore dell’acqua smossa in mezzo alla leggera nebbiolina che vi circonda.