La Panamericana Sur offre panorami mozzafiato appena usciti dalla caotica Lima.
Il deserto ha la meglio sulle case e sull’uomo, la cui presenza si fa notare solo in alcune calette frequentate per lo più da surfisti.
Giá, perché oggi le onde e il vento sono impetuosi e purtroppo non ci permettono il tour alle Islas Ballestas.
Dopo un attimo di sconforto, appena giunti a Paracas, optiamo per l’unica alternativa che questa desolata cittadina offre:
la visita alla Reserva Nacional de Paracas.
Visita alla Riserva Nazionale di Paracas
Insieme a Manuel, la nostra guida che a tempo perso lavora anche come personale di terra per Cruz del Sur, ci addentriamo nei territori desertici di questo importante parco naturale e il morale si risolleva.
Paracas, il cui nome inca significa “Tempesta (para) di sabbia (aca)“, parrebbe un luogo a dir poco inospitale per l’uomo. Forse proprio per questo la Reserva, che comprende anche le Islas Ballestas e copre una superficie di 335000 ettari, dà rifugio a oltre 1500 specie animali e vegetali.
Lungo queste coste, toccate dalla corrente di Humboldt ricca di plancton e di pesci, la fan da padrone gli uccelli che han trovato un ottimo posto per nidificare e svernare.
Maestosi pellicani, piccoli zancilli ed enormi avvoltoi veleggiano sulle nostre teste e diventano gli involontari protagonisti dei nostri scatti.
Qui ce n’è anche per gli appassionati di geologia: le rocce sedimetarie piene di fossili animali e vegetali e le maestose scogliere vulcaniche sono anch’esse parte dello spettacolo.
I punti panoramici a picco sull’oceano, di cui il più emozionante è senza dubbio la Catedral, non hanno nulla da invidiare alle scogliere inglesi, irlandesi od australiane e ricordano, in alcuni scorci, i panorami visti sulla Pacific Coast Highway in California.
Pezzo forte e misterioso è il candelabro di Paracas, che si apprezza meglio dal mare: un geoglifo a tre braccia disegnato sul versante della collina lungo circa 150 metri. Nessuno sa chi l’abbia disegnato o che cosa significhi. Alcuni sostengono sia una linea di Nazca, altri un segnale per i naviganti, altri che rappresenti un cactus allucinogeno…
Passando da Playa Languilla, dove in estate è possibile campeggiare e fare un bagno rinfrescante, si sale sul promontorio omonimo da cui si può godere di uno splendido panorama sulla penisola di Paracas e sulla sottile striscia di terra che la unisce alla terraferma.
Playa Roja, una spiaggia vulcanica di sassolini e sabbia rosso scuro, con sullo sfondo le maestose scogliere granitiche è perfetta per una foto da cartolina!
Sosta e pranzo al villaggio di pescatori di Lagunillas
Ci fermiamo nel piccolo villaggio dei pescatori di Lagunillas, che affaccia su una baia riparata, per il pranzo. Il pesce è ottimo, anche se i prezzi son molto turistici (alcuni piatti sono addirittura più cari che a Lima)!
I pochi pescatori autorizzati alla pesca nella Reserva Nacional de Paracas ormeggiano in questo porticciolo e ogni mattina da qui parte il pescato fresco per le città vicine (Pisco, El Chaco e Ica): i pellicani lo sanno e, ormai quasi addomesticati, stazionano fissi e indisturbati sui tetti e davanti alle cucine dei tre ristoranti!
Il museo di Paracas
Ultima tappa: il perenne incompiuto museo di Paracas, una desolante esposizione all’insegna del “vorrei ma non posso”. I sorrisi di imbarazzo e circostanza dei turisti non turbano minimamente gli addetti.
Peccato, a Paracas dell’antica omonima civiltà preincaica non vi è più nulla, e il poco che è rimasto è esposto nei polverosi musei di Lima.
In lontananza i fenicotteri dal colore rosso talmente acceso da aver ispirato il colore della bandiera del Perù banchettano nell’oceano e per noi è ora di tornare. Si è fatto tardi, il sole sta calando e in inverno il vento incessante del deserto ci fa patire un po’ di freddo.
Approfittiamo, nell’attesa del bus per Nazca, in ritardo cronico, per fare una breve passeggiata nel porto della cittadina. Qualche bancarella, alcuni ristoranti ed ostelli attendono con ansia i turisti mordi-e-fuggi, che a differenza di noi, decidono di passare la notte qui, nella speranza che il mare la mattina seguente gli permetta di raggiungere le Ballestas.
Un tramonto rosso fuoco, con il sole che scompare alle spalle del promontorio della penisola, lascia spazio ad una fresca serata, nella quale ci riscaldiamo solo grazie ai nostri ponchos in alpaca appena acquistati a Lima!
2 comments
il candelabro mi incuriosisce un sacco!
Eh, di cose misteriose e macabre questo viaggio ne ha avute parecchie…